L’avventura di Virginia Tortella continua con nuove scoperte e riflessioni. Gli allenamenti e le traversate effettuate sulle ali dell’entusiasmo riescono a compensare vulnerabilità e complessità organizzative, tanto da riconoscere che la parte organizzativa diventa sempre più complessa addirittura prima ancora degli allenamenti e delle prove vere e proprie. Gli accordi con le autorità locali, l’assistenza in acqua e quella medica, l’impegno a mantenere viva l’attenzione degli estimatori o il marketing della beneficenza, aprono finestre di approfondimento che impegnano gran parte delle giornate e dei pensieri di Virginia e di tutti i protagonisti di questa memorabile avventura: attraversare a nuoto rana i laghi di Garda, Endine, Caldonazzo, Orta e Bracciano.
Da una parte abbiamo l’approfondimento dei protocolli d’allenamento e delle prove vere e proprie, dall'altra protocolli d’azione sul territorio per rendere l’esperienza sportiva un progetto d’azione con riflessi sul turismo, l’ecologia e l’aggregazione di intere comunità.
Ogni obiettivo pone domande alle quali trovare pronte risposte ed energie sempre disponibili.
Lavorare sodo ogni giorno, disporre dei fondi necessari, avere sempre il sorriso smagliante, fidarsi della parola e dell’impegno di tutti, ottenere ciò che si desidera, mettono a dura prova l’entusiasmo e la voglia di fare sempre meglio.
Quando tutto questo coinvolge il linguaggio intimo con il quale si fanno i conti durante gli allenamenti e le prove, diventa impellente sciogliere i momenti difficili e trasformarli in ulteriori idee, scoperte e soluzioni.
E la risposta arriva: ‘devo contare su di me’, dice Virginia. ‘Devo riuscire a trasformare ogni stimolo in un messaggio utile per lo stato d’animo e le condizioni di ogni momento’.
Anche quando sperimenta, come è successo, ipotermia, banane nello stomaco, fronte gelida, tosse asmatica da freddo, dolori muscolari, fastidi fisici, la ricerca è indirizzata alle routine che funzionano e agli appigli del pensiero, bella natura, sostegno dei tifosi, meditazioni e stimoli motivazionali dai coach in assistenza.
Tutto può diventare un ‘aggancio psicologico’ per spostare un pensiero invadente, la noia o una sensazione opprimente, comprese le frasi - non urlate, ma incisive - che arrivano al cuore del motore energetico di Virginia e la distraggono dai momenti difficili: ‘nuota così, manca poco, sei bravissima, ci siamo quasi, hai già toccato quel passaggio, sei quasi arrivata’.
Sono agganci psicologici che attivano convinzioni forti come quello di NON DIRE MAI SE: ‘se avessi fatto... se avessi detto, se avessi potuto, se avessi fatto invece di ... etc., ma piuttosto non arrenderti e cadi in piedi’, comunque vada.
Virginia non ha ancora raggiunto i limiti delle sue capacità e sta dimostrando, al di là dei tanti impegni, che l’unico modo per raggiungere un obiettivo è raggiungerlo. Lo sta facendo con la convinzione di potercela fare affinando, giorno dopo giorno, la consapevolezza nelle sue potenzialità e limiti.
Da una parte abbiamo l’approfondimento dei protocolli d’allenamento e delle prove vere e proprie, dall'altra protocolli d’azione sul territorio per rendere l’esperienza sportiva un progetto d’azione con riflessi sul turismo, l’ecologia e l’aggregazione di intere comunità.
Ogni obiettivo pone domande alle quali trovare pronte risposte ed energie sempre disponibili.
Lavorare sodo ogni giorno, disporre dei fondi necessari, avere sempre il sorriso smagliante, fidarsi della parola e dell’impegno di tutti, ottenere ciò che si desidera, mettono a dura prova l’entusiasmo e la voglia di fare sempre meglio.
Quando tutto questo coinvolge il linguaggio intimo con il quale si fanno i conti durante gli allenamenti e le prove, diventa impellente sciogliere i momenti difficili e trasformarli in ulteriori idee, scoperte e soluzioni.
E la risposta arriva: ‘devo contare su di me’, dice Virginia. ‘Devo riuscire a trasformare ogni stimolo in un messaggio utile per lo stato d’animo e le condizioni di ogni momento’.
Anche quando sperimenta, come è successo, ipotermia, banane nello stomaco, fronte gelida, tosse asmatica da freddo, dolori muscolari, fastidi fisici, la ricerca è indirizzata alle routine che funzionano e agli appigli del pensiero, bella natura, sostegno dei tifosi, meditazioni e stimoli motivazionali dai coach in assistenza.
Tutto può diventare un ‘aggancio psicologico’ per spostare un pensiero invadente, la noia o una sensazione opprimente, comprese le frasi - non urlate, ma incisive - che arrivano al cuore del motore energetico di Virginia e la distraggono dai momenti difficili: ‘nuota così, manca poco, sei bravissima, ci siamo quasi, hai già toccato quel passaggio, sei quasi arrivata’.
Sono agganci psicologici che attivano convinzioni forti come quello di NON DIRE MAI SE: ‘se avessi fatto... se avessi detto, se avessi potuto, se avessi fatto invece di ... etc., ma piuttosto non arrenderti e cadi in piedi’, comunque vada.
Virginia non ha ancora raggiunto i limiti delle sue capacità e sta dimostrando, al di là dei tanti impegni, che l’unico modo per raggiungere un obiettivo è raggiungerlo. Lo sta facendo con la convinzione di potercela fare affinando, giorno dopo giorno, la consapevolezza nelle sue potenzialità e limiti.