La vita in se stessa è una tela vuota; diventa ciò che tu dipingi su di essa. Puoi dipingere infelicità, puoi dipingere estasi. Questa è la tua gloria.
(Osho)
Ma quando la tela resta vuota, quando cerchi disperatamente i colori…
“chi me li ha presi!”
“ne avevo tantissimi…!”
“non possono essere spariti tutti…!”
Quando fino a ieri la tela era un divenire di forme e colori, tutti ben accoppiati, ben intonati, ogni parte del dipinto era ben integrata nel contesto, era una gioia per gli occhi, colmava il cuore, non c’era spazio più per nulla, ma ci stava ogni nuova cosa che ti veniva in mente, sempre ben colorata, sempre ben al suo posto.
Poi tutto finisce, in breve tempo una gomma cancella tutto, la tela torna vuota, bianca, anzi macchiata di grigio, i colori svaniti, i pennelli scomparsi, vorresti disegnarci qualche cosa, “così non va bene!” risuona forte dentro di te, ma pare non ci sia via di uscita…
Quali domande è giusto farsi in queste situazioni?
Dove dirigere lo sguardo?
Dove trovare nuove energie quando le batterie sembrano essere addirittura sparite dal loro alloggiamento…?
Come sempre andando in fondo a noi stessi è difficile rispondere, o a volte è così terribilmente facile che non riusciamo a farlo.
Cosa stò cercando?
Cosa voglio adesso per me?
Posso averlo?
E’ come quando programmiamo un allenamento, è inutile porre un obiettivo troppo lontano dalle nostre possibilità, non lo raggiungeremo e creerebbe solo sentimenti di sfiducia, insoddisfazione, tristezza, e allora la domanda vera è un'altra ed appare più chiara…
Di che energie dispongo ora?
Cosa ci posso fare?
Se anche fossero poche, se anche di colore e pennelli non ce ne restassero più, ma ci fosse rimasto un dito sporco di rosso? In fondo i pittori sono sempre imbrattati di mille colori… se da qualche parte sul grembiule o sulle mani fosse rimasto qualcosa con cui dipingere?
Perché non usarlo, in fondo una tela grigia con un po’ di rosso o un po’ di blu cambierebbe già prospettiva.
Non sarebbe un gran capolavoro, ma il meglio che riusciremmo a fare in quel momento.
Non sarebbe un inizio? Meglio la stasi o il movimento? Poco movimento sempre movimento è…
Ed allora muoviamoci, per quel che riusciamo, con quelle poche energie che ci restano, dipingiamo quella tela anche solo con il colore che ci è rimasto sulle dita, intanto la ruota girerà di nuovo e magari un nuovo viaggio inizierà.
Può essere una prospettiva al vuoto profondo?
Secondo me si, o almeno non costa nulla provarci…
E allora… Buon lavoro…!
(Osho)
Ma quando la tela resta vuota, quando cerchi disperatamente i colori…
“chi me li ha presi!”
“ne avevo tantissimi…!”
“non possono essere spariti tutti…!”
Quando fino a ieri la tela era un divenire di forme e colori, tutti ben accoppiati, ben intonati, ogni parte del dipinto era ben integrata nel contesto, era una gioia per gli occhi, colmava il cuore, non c’era spazio più per nulla, ma ci stava ogni nuova cosa che ti veniva in mente, sempre ben colorata, sempre ben al suo posto.
Poi tutto finisce, in breve tempo una gomma cancella tutto, la tela torna vuota, bianca, anzi macchiata di grigio, i colori svaniti, i pennelli scomparsi, vorresti disegnarci qualche cosa, “così non va bene!” risuona forte dentro di te, ma pare non ci sia via di uscita…
Quali domande è giusto farsi in queste situazioni?
Dove dirigere lo sguardo?
Dove trovare nuove energie quando le batterie sembrano essere addirittura sparite dal loro alloggiamento…?
Come sempre andando in fondo a noi stessi è difficile rispondere, o a volte è così terribilmente facile che non riusciamo a farlo.
Cosa stò cercando?
Cosa voglio adesso per me?
Posso averlo?
E’ come quando programmiamo un allenamento, è inutile porre un obiettivo troppo lontano dalle nostre possibilità, non lo raggiungeremo e creerebbe solo sentimenti di sfiducia, insoddisfazione, tristezza, e allora la domanda vera è un'altra ed appare più chiara…
Di che energie dispongo ora?
Cosa ci posso fare?
Se anche fossero poche, se anche di colore e pennelli non ce ne restassero più, ma ci fosse rimasto un dito sporco di rosso? In fondo i pittori sono sempre imbrattati di mille colori… se da qualche parte sul grembiule o sulle mani fosse rimasto qualcosa con cui dipingere?
Perché non usarlo, in fondo una tela grigia con un po’ di rosso o un po’ di blu cambierebbe già prospettiva.
Non sarebbe un gran capolavoro, ma il meglio che riusciremmo a fare in quel momento.
Non sarebbe un inizio? Meglio la stasi o il movimento? Poco movimento sempre movimento è…
Ed allora muoviamoci, per quel che riusciamo, con quelle poche energie che ci restano, dipingiamo quella tela anche solo con il colore che ci è rimasto sulle dita, intanto la ruota girerà di nuovo e magari un nuovo viaggio inizierà.
Può essere una prospettiva al vuoto profondo?
Secondo me si, o almeno non costa nulla provarci…
E allora… Buon lavoro…!