"Ci sono momenti in cui possiamo avvicinare i sentimenti buoni e coniugarli con una realtà che si distende come la sabbia calda sotto ai piedi.
Allora lì mi sento danzare, come una bambina incontrollabile. Ballano i pensieri proficui e le parole ospitano frasi di poesia, che parlano a chi li legge, ma soprattutto a chi li scrive.
Ma poi capita di perdersi. Di dividersi e scomporsi come le ossa di un corpo che va in mille pezzi. I pensieri sequestrati. Parole rinchiuse fra i denti, fra le scapole inospitali e soltanto un senso di incapacità incolmabile ci scaglia fuori dal tempo e dallo spazio, in una inclinazione dove nessuno ci vede. Nemmeno noi.
E allora cosa farne di questa dissonanza, di questa visione che inchioda?
Dove mettere le mani, quando il buio è accecante?
Se ascolto bene, in uno spazio lontano qualcosa esiste e resiste. E' come una scintilla. Se nell'oscurità hai acchiappato la mia mano, potrò crederci di nuovo.
La poesia sopravvive a tutto; nei secoli scala i cadaveri delle guerre, riscalda i bambini e gli animi tormentati. Parla con la pelle di chi tace a se stesso.
Parla anche male, ma basta che dica, e il battito riprende!"
Vorrei tornare indietro!
Ma indietro dove?
Indietro fino a quando il tempo
non ha smesso di battere;
fino a quando non ha saltato il palpito!
Salta a piedi pari
sopra la corda che gira e castiga!
Salta veloce!|
Come una marionetta assurda,
perde i piedi a scadenza
e le ginocchia di legno
se ne sbattono.
E poi è il momento del servizio
delle braccia, esiliate.
Smidollata come una porta al vento,
rovesciata e s-blindata, l'anima mia.
Corre la corda,
corre e fischia
attorno al collo;
orfano il cuore del suo torace!
Gira, gira veloce sulle dita spaiate
fintanto che cadono i denti.
Come una costellazione
sgangherata,
i satelliti della solitudine
sfilano sulle orbite sottili e lisce.
Perpetuo il giro,
ripetente è il segno,
sulla linea dove sfrega
quel che tocca taglia!
Indietro, fino al tempo fuori rotta,
prima che nel mare
l'onda si spezzasse
sulla chiglia irriverente,
prima che il marinaio
si ingozzasse di alghe! fino in fondo!
Prima che il ratto lo avvertisse,
prima, ancora prima
che squittisse l'orrore vuoto;
prima che cadesse
il porco dal balcone.
Insomma, prima
molto prima di crepare!
Gira, gira a vuoto
la corda del tempo,
e tu salta, nudo
come un cane al vento
con il sesso fra le mani,
e i vestiti dell'amore
tirali al fuoco!
Allora lì mi sento danzare, come una bambina incontrollabile. Ballano i pensieri proficui e le parole ospitano frasi di poesia, che parlano a chi li legge, ma soprattutto a chi li scrive.
Ma poi capita di perdersi. Di dividersi e scomporsi come le ossa di un corpo che va in mille pezzi. I pensieri sequestrati. Parole rinchiuse fra i denti, fra le scapole inospitali e soltanto un senso di incapacità incolmabile ci scaglia fuori dal tempo e dallo spazio, in una inclinazione dove nessuno ci vede. Nemmeno noi.
E allora cosa farne di questa dissonanza, di questa visione che inchioda?
Dove mettere le mani, quando il buio è accecante?
Se ascolto bene, in uno spazio lontano qualcosa esiste e resiste. E' come una scintilla. Se nell'oscurità hai acchiappato la mia mano, potrò crederci di nuovo.
La poesia sopravvive a tutto; nei secoli scala i cadaveri delle guerre, riscalda i bambini e gli animi tormentati. Parla con la pelle di chi tace a se stesso.
Parla anche male, ma basta che dica, e il battito riprende!"
Vorrei tornare indietro!
Ma indietro dove?
Indietro fino a quando il tempo
non ha smesso di battere;
fino a quando non ha saltato il palpito!
Salta a piedi pari
sopra la corda che gira e castiga!
Salta veloce!|
Come una marionetta assurda,
perde i piedi a scadenza
e le ginocchia di legno
se ne sbattono.
E poi è il momento del servizio
delle braccia, esiliate.
Smidollata come una porta al vento,
rovesciata e s-blindata, l'anima mia.
Corre la corda,
corre e fischia
attorno al collo;
orfano il cuore del suo torace!
Gira, gira veloce sulle dita spaiate
fintanto che cadono i denti.
Come una costellazione
sgangherata,
i satelliti della solitudine
sfilano sulle orbite sottili e lisce.
Perpetuo il giro,
ripetente è il segno,
sulla linea dove sfrega
quel che tocca taglia!
Indietro, fino al tempo fuori rotta,
prima che nel mare
l'onda si spezzasse
sulla chiglia irriverente,
prima che il marinaio
si ingozzasse di alghe! fino in fondo!
Prima che il ratto lo avvertisse,
prima, ancora prima
che squittisse l'orrore vuoto;
prima che cadesse
il porco dal balcone.
Insomma, prima
molto prima di crepare!
Gira, gira a vuoto
la corda del tempo,
e tu salta, nudo
come un cane al vento
con il sesso fra le mani,
e i vestiti dell'amore
tirali al fuoco!