Il counselor a mediazione corporea ad indirizzo bioenergetico integra varie competenze nel suo compito di ascoltare ed osservare il cliente per guidarlo nella delucidazione del problema presentato. L’approccio bioenergetico si occupa del corpo, delle sensazioni, del movimento, della respirazione, e del contatto con il proprio sé psico-corporeo per giungere all’ integrazione del livello corporeo e cognitivo nell’espansione della ricerca del piacere. E’ utile quindi al counselor per restare in contatto con se stesso e osservare i segnali verbali e non verbali del cliente.
Secondo A. Lowen il processo di crescita del singolo non può essere fatto dall’individuo o dal terapeuta, non è qualcosa che si possa creare, è qualcosa che si sviluppa e va avanti naturalmente quando aumenta il livello di energia; perciò è importante aiutare la persona a sapere come aumentare la propria energia attraverso una respirazione più profonda, come permettere a essa di fluire lungo il corpo in modo che l’espressione delle sensazioni sia naturale. E questo significa da un lato respirare con il cliente che non sa come fare poiché le tensioni del passato hanno tagliato via le sensazioni del suo corpo che non ha più sperimentato fin da quando era bambino dall’altro sintonizzarsi sui segnali corporei notando se c’è una certa emotività ridotta che comporta una respirazione disordinata e ridotta, una postura non equilibrata per le spalle contratte, sollevate, mollezza o rigidità dei movimenti, sguardo sfuggente. Non si tratta solo di empatia come quando si dice” so che stai soffrendo”, si tratta di vera comprensione che nasce dal fatto che chi accoglie e facilita è passato attraverso la paura del passato, il dilemma, e ciò che è accaduto da bambino, la paura rispetto ai sentimenti e ha trovato il modo di venirne fuori seguendo lo stesso percorso; quindi la persona sa di potersi fidare di chi lo guida che conosce a che punto è arrivato e cosa gli sta succedendo. Tutto questo richiede che il counselor trovi se stesso, sia una persona libera, abbia personalità per non condizionare l’altro a corrispondere a un certo modello. Essere se stesso significa conoscere le tendenze, i gusti, i pensieri superando quel qualcosa di avverso che ha impedito di individuarsi e che rimane tale finché non ci si ascolta. C’è sempre qualcosa di contro che non si riesce a sbloccare perché non si ascoltano i malesseri, le lacerazioni interne che portano lentamente alla rigidità e al collasso non riuscendo ad agire in una data situazione.
Da un lato comincia a sorgere quel senso d’inferiorità che impedisce di stabilire una qualsiasi forma di confronto, ad avere un rapporto con gli altri dall’altro si tende a svalutare gli altri per aumentare la sensazione di accrescere un personale prestigio e si ha timore di prendere ogni decisione. Si tratta di essere sinceri con se stessi per non essere falsi con gli altri, di avere coraggio di mostrarsi per quello che si è e di avere una sicura ambizione sostenuta da una forza reale, dal senso di responsabilità. Solo così l’altro può sentire che si è sicuri e che dal punto di vista bioenergetico significa avere raggiunto una forma di equilibrio ego sintonico che non esiste in presenza di tensioni, spasmi, contratture presenti e non individuate che limitano l’agire e il dire.
Secondo A. Lowen il processo di crescita del singolo non può essere fatto dall’individuo o dal terapeuta, non è qualcosa che si possa creare, è qualcosa che si sviluppa e va avanti naturalmente quando aumenta il livello di energia; perciò è importante aiutare la persona a sapere come aumentare la propria energia attraverso una respirazione più profonda, come permettere a essa di fluire lungo il corpo in modo che l’espressione delle sensazioni sia naturale. E questo significa da un lato respirare con il cliente che non sa come fare poiché le tensioni del passato hanno tagliato via le sensazioni del suo corpo che non ha più sperimentato fin da quando era bambino dall’altro sintonizzarsi sui segnali corporei notando se c’è una certa emotività ridotta che comporta una respirazione disordinata e ridotta, una postura non equilibrata per le spalle contratte, sollevate, mollezza o rigidità dei movimenti, sguardo sfuggente. Non si tratta solo di empatia come quando si dice” so che stai soffrendo”, si tratta di vera comprensione che nasce dal fatto che chi accoglie e facilita è passato attraverso la paura del passato, il dilemma, e ciò che è accaduto da bambino, la paura rispetto ai sentimenti e ha trovato il modo di venirne fuori seguendo lo stesso percorso; quindi la persona sa di potersi fidare di chi lo guida che conosce a che punto è arrivato e cosa gli sta succedendo. Tutto questo richiede che il counselor trovi se stesso, sia una persona libera, abbia personalità per non condizionare l’altro a corrispondere a un certo modello. Essere se stesso significa conoscere le tendenze, i gusti, i pensieri superando quel qualcosa di avverso che ha impedito di individuarsi e che rimane tale finché non ci si ascolta. C’è sempre qualcosa di contro che non si riesce a sbloccare perché non si ascoltano i malesseri, le lacerazioni interne che portano lentamente alla rigidità e al collasso non riuscendo ad agire in una data situazione.
Da un lato comincia a sorgere quel senso d’inferiorità che impedisce di stabilire una qualsiasi forma di confronto, ad avere un rapporto con gli altri dall’altro si tende a svalutare gli altri per aumentare la sensazione di accrescere un personale prestigio e si ha timore di prendere ogni decisione. Si tratta di essere sinceri con se stessi per non essere falsi con gli altri, di avere coraggio di mostrarsi per quello che si è e di avere una sicura ambizione sostenuta da una forza reale, dal senso di responsabilità. Solo così l’altro può sentire che si è sicuri e che dal punto di vista bioenergetico significa avere raggiunto una forma di equilibrio ego sintonico che non esiste in presenza di tensioni, spasmi, contratture presenti e non individuate che limitano l’agire e il dire.