“Ci sono virus che calano le nostre difese ed estinguono l'anima. Ma ci sono anche comportamenti, consapevolezze e reazioni che la riaccendono'.
Il rischio pandemico ha toccato le coscienze e ci siamo svegliati tutti con la paura. La paura panica (E adesso cosa faccio? Cosa sarà di me, della mia famiglia, del mio lavoro?) e la paura sana (Mi attengo alle regole dell’OMS su spostamenti e incontri! ).
In generale, in ognuno di noi, c'è una certa superficialità nell'affrontare i cambiamenti repentini fino a quando non ci toccano da vicino.
Da una parte siamo allettati dall'inazione, attratti nel vortice di una buca potenziale, dove osservare gli avvenimenti e le loro influenze. Dall'altra, siamo super stressati dalle decisioni da prendere e dal travolgimento delle nostre routine.
Azione e reazione
Se guardiamo il tutto dal punto di vista del nostro agire dovremo esserci, essere presenti a ciò che accade, vivendo momento per momento, lucidamente, senza soccombere agli avvenimenti o alle emozioni. Capaci di agire con un’espressione controllata di noi, dal movimento, ai gesti, alla voce e ai loro colori.
Facciamo degli esempi: misure che ci cambiano le abitudini? Esserci! Qualcuno si ammala e muore? Esserci! Il lavoro si spegne e siamo obbligati a dei cambiamenti? Esserci!
L'esserci è quello stato in cui si fluisce nell'esperienza e si ama abbastanza gli altri e il mondo da assumercene la responsabilità.
Se guardiamo invece ciò che viviamo dal punto di vista delle nostre reazioni (soprattutto quelle impulsive), anche quando cerchiamo le risposte più razionali, le migliori immagini e le possibili rappresentazioni, dovremo sempre fare riferimento all'efficacia dei nostri comportamenti, alla capacità di capire l’esperienza con maturità, buon senso e libertà di interpretazione.
Grazie all'essere sé stessi, autentici, è possibile sperimentare la caduta delle sovrastrutture personali, sia quelle emotive e irrazionali, sia quelle cognitive.
Lo scopo è quello di non vivere il balia delle emozioni, ma realizzare qualcosa di nuovo e di imprevedibile, per prepararci ad innovare un mondo che è comune a tutti.
La situazione di questo periodo ci attenta e ci 'sputa' addosso, letteralmente, attenta i nostri polmoni e le nostre suggestioni di una vita regolata.
Dobbiamo esprimere con forza le nostre alternative e ritrovare l’amore nel raccontarci tutta la notte fino allo sfinimento.
Esprimere sé stessi e dire qualcosa di sé che arrivi al compagno/a, alla famiglia, ai figli, ai colleghi, agli amici, etc. che dia senso a quelle relazioni così importanti per ciascuno di noi. Vera forza e anticorpi del nostro essere unici e molteplici.
E dov'è l’azione?
In questo momento è fare qualcosa che non ti aspetti, che nasce da dentro, che supera le barriere delle convenzioni, della stretta di mano e dell’abbraccio, ma che libera noi stessi per sentire di più.
Non solo attori e comparse, ma protagonisti di idee emergenti e relazioni appaganti. Con la voglia di affrontare insieme questi momenti così difficili per riflettere, accogliere ed esserci in modo autentico e speciale.
Il rischio pandemico ha toccato le coscienze e ci siamo svegliati tutti con la paura. La paura panica (E adesso cosa faccio? Cosa sarà di me, della mia famiglia, del mio lavoro?) e la paura sana (Mi attengo alle regole dell’OMS su spostamenti e incontri! ).
In generale, in ognuno di noi, c'è una certa superficialità nell'affrontare i cambiamenti repentini fino a quando non ci toccano da vicino.
Da una parte siamo allettati dall'inazione, attratti nel vortice di una buca potenziale, dove osservare gli avvenimenti e le loro influenze. Dall'altra, siamo super stressati dalle decisioni da prendere e dal travolgimento delle nostre routine.
Azione e reazione
Se guardiamo il tutto dal punto di vista del nostro agire dovremo esserci, essere presenti a ciò che accade, vivendo momento per momento, lucidamente, senza soccombere agli avvenimenti o alle emozioni. Capaci di agire con un’espressione controllata di noi, dal movimento, ai gesti, alla voce e ai loro colori.
Facciamo degli esempi: misure che ci cambiano le abitudini? Esserci! Qualcuno si ammala e muore? Esserci! Il lavoro si spegne e siamo obbligati a dei cambiamenti? Esserci!
L'esserci è quello stato in cui si fluisce nell'esperienza e si ama abbastanza gli altri e il mondo da assumercene la responsabilità.
Se guardiamo invece ciò che viviamo dal punto di vista delle nostre reazioni (soprattutto quelle impulsive), anche quando cerchiamo le risposte più razionali, le migliori immagini e le possibili rappresentazioni, dovremo sempre fare riferimento all'efficacia dei nostri comportamenti, alla capacità di capire l’esperienza con maturità, buon senso e libertà di interpretazione.
Grazie all'essere sé stessi, autentici, è possibile sperimentare la caduta delle sovrastrutture personali, sia quelle emotive e irrazionali, sia quelle cognitive.
Lo scopo è quello di non vivere il balia delle emozioni, ma realizzare qualcosa di nuovo e di imprevedibile, per prepararci ad innovare un mondo che è comune a tutti.
La situazione di questo periodo ci attenta e ci 'sputa' addosso, letteralmente, attenta i nostri polmoni e le nostre suggestioni di una vita regolata.
Dobbiamo esprimere con forza le nostre alternative e ritrovare l’amore nel raccontarci tutta la notte fino allo sfinimento.
Esprimere sé stessi e dire qualcosa di sé che arrivi al compagno/a, alla famiglia, ai figli, ai colleghi, agli amici, etc. che dia senso a quelle relazioni così importanti per ciascuno di noi. Vera forza e anticorpi del nostro essere unici e molteplici.
E dov'è l’azione?
In questo momento è fare qualcosa che non ti aspetti, che nasce da dentro, che supera le barriere delle convenzioni, della stretta di mano e dell’abbraccio, ma che libera noi stessi per sentire di più.
Non solo attori e comparse, ma protagonisti di idee emergenti e relazioni appaganti. Con la voglia di affrontare insieme questi momenti così difficili per riflettere, accogliere ed esserci in modo autentico e speciale.