L’amore, per sbocciare, ha bisogno dell’altro, della famiglia, della società. Nella coppia, l’amore è un generatore di comportamenti che ha bisogno di buoni ingredienti: un progetto, buone storie e una narrazione ricca di esperienze personali, bisogni e aspettative. Ma ha necessità soprattutto di buona comunicazione.
E allora, è utile una psicoterapia di coppia quando la coppia entra nelle acque tempestose dell’incomunicabilità e non riesce più a condividere una compatibilità basata sull’amore, l’affetto, la stima, l’accettazione?
Può una terza persona condividere la realtà di ciascuno e ricucire le traiettorie di mondi che si sono allontanati?
E’ proprio questo il punto. Ci sono ancora margini di riassestamento? Ci sono ancora valori, bisogni e aspettative in grado di mobilitare scelte, opportunità e trasformazioni generative?
Il desiderio di provarci direbbe di sì. Ma per farlo ciascuno dovrebbe aprirsi all’opportunità di conoscersi meglio. Di capire, ad esempio, come crea la sua rappresentazione interna della realtà e come la porge (il modo). Di comprendere come elaborare e interpretare le esperienze e le informazioni (i contenuti). Di spiegare le proprie preferenze ed esigenze attraverso i canali che l’altro è in grado di comprendere (i bisogni). Di approvare le diversità del vivere insieme, ciascuno nel proprio mondo (i punti di contatto). E, forse, la più rivoluzionaria, accettare l’altro così com’è adattando la propria mappa mentale invece di volerlo/a cambiare (buona comunicazione).
Quando una coppia arriva a comprendere che i sistemi difensivi dell’evitamento (sto zitta!), del diniego (per me è NO!), del sottrarsi (sono arrabbiata), dello spingere (ti voglio diversa), dello sfuggire (ho paura), etc., sono creati da certi processi mentali, cambiando la struttura dell’esperienza o il processo che li genera, si cambia la modalità di comunicazione e l’esperienza stessa ritrova nuova linfa.
Ebbene si, se si scopre che il modo di comunicare è frutto di modelli mentali poco adatti e si perviene ad un equilibrio tra eccessi di dettaglio ed eccessi di approssimazione, si ritrova quel margine di flessibilità e di adattamento che promette alla coppia di brindare a principi più maturi.
La comunicazione è linguaggio e il linguaggio costruisce il mondo della coppia.
Comprendere il ruolo della comunicazione nella costruzione di relazioni efficaci e felici, permette di cambiare il modo di rispondere agli stimoli che si ricevono, anche se non ci piacciono.
Pertanto, si, la psicoterapia di coppia è un’ottima opportunità per processare i conflitti prodotti da modelli mentali inadatti e rispondere a individui che, nelle difficoltà, si pongono nuove domande e hanno voglia di andare dentro alle risposte.
E allora, è utile una psicoterapia di coppia quando la coppia entra nelle acque tempestose dell’incomunicabilità e non riesce più a condividere una compatibilità basata sull’amore, l’affetto, la stima, l’accettazione?
Può una terza persona condividere la realtà di ciascuno e ricucire le traiettorie di mondi che si sono allontanati?
E’ proprio questo il punto. Ci sono ancora margini di riassestamento? Ci sono ancora valori, bisogni e aspettative in grado di mobilitare scelte, opportunità e trasformazioni generative?
Il desiderio di provarci direbbe di sì. Ma per farlo ciascuno dovrebbe aprirsi all’opportunità di conoscersi meglio. Di capire, ad esempio, come crea la sua rappresentazione interna della realtà e come la porge (il modo). Di comprendere come elaborare e interpretare le esperienze e le informazioni (i contenuti). Di spiegare le proprie preferenze ed esigenze attraverso i canali che l’altro è in grado di comprendere (i bisogni). Di approvare le diversità del vivere insieme, ciascuno nel proprio mondo (i punti di contatto). E, forse, la più rivoluzionaria, accettare l’altro così com’è adattando la propria mappa mentale invece di volerlo/a cambiare (buona comunicazione).
Quando una coppia arriva a comprendere che i sistemi difensivi dell’evitamento (sto zitta!), del diniego (per me è NO!), del sottrarsi (sono arrabbiata), dello spingere (ti voglio diversa), dello sfuggire (ho paura), etc., sono creati da certi processi mentali, cambiando la struttura dell’esperienza o il processo che li genera, si cambia la modalità di comunicazione e l’esperienza stessa ritrova nuova linfa.
Ebbene si, se si scopre che il modo di comunicare è frutto di modelli mentali poco adatti e si perviene ad un equilibrio tra eccessi di dettaglio ed eccessi di approssimazione, si ritrova quel margine di flessibilità e di adattamento che promette alla coppia di brindare a principi più maturi.
La comunicazione è linguaggio e il linguaggio costruisce il mondo della coppia.
Comprendere il ruolo della comunicazione nella costruzione di relazioni efficaci e felici, permette di cambiare il modo di rispondere agli stimoli che si ricevono, anche se non ci piacciono.
Pertanto, si, la psicoterapia di coppia è un’ottima opportunità per processare i conflitti prodotti da modelli mentali inadatti e rispondere a individui che, nelle difficoltà, si pongono nuove domande e hanno voglia di andare dentro alle risposte.