La scuola sta cambiando e sta mettendo al centro lo studente. La sua lenta trasformazione organizzativa, finora, non è riuscita appieno a seguire i movimenti culturali, le conquiste tecnologiche, i bisogni delle aziende. E il gap ha determinato una crisi profonda e, in itinere, rivoluzionaria.
Oggi, ogni persona ha bisogno di imparare e di sapere, ha bisogno di una ricchezza impensabile fino a qualche anno fa: ha bisogno di seguire le informazioni, di apprendere in tempo reale, di acquisire una conoscenza in collaborazione con ogni altro membro del suo gruppo e della società, anche di quelli che sono all’altro capo del mondo.
Per questo sono nate e continuano a svilupparsi, comunità di pratica e di apprendimento - la nostra associazione è uno tra i tanti esempi -, che hanno lo scopo di generare conoscenza creativa, organizzata e di qualità in cui ognuno possa avere libero accesso e rispondere in tempo reale ai cambiamenti personali, professionali e sociali, in atto.
Ogni formulazione di un apprendimento chiuso è destinata a fallire. Sta nascendo la necessità di un apprendimento continuo, c’è una nuova consapevolezza delle proprie conoscenze, dove tutti possono ritagliarsi un ruolo e realizzare un lavoro che va a beneficio della collettività.
Tutto questo ci preparerà a non sostenere più i giochi di potere e di monopolio che vediamo cadere regolarmente ogni giorno per mano dei tribunali? Probabilmente sì!
Quando la finalità della crescita personale è il miglioramento collettivo, chi entra in questa logica ha in mente un modello di condivisione, dove non esistono più spazi privati o individuali, perché vince la conoscenza condivisa, vince la tensione a fare del proprio meglio in una comunità che costruisce conoscenza perché collabora. Siamo tutti un po’ individualisti. Siamo cresciuti pensando che fosse il metodo migliore. Siamo cresciuti nella competizione. Non funziona più così. Oggi è un ostacolo da superare. Il motore pulsante dei prossimi anni sarà quello di condividere, apprendere e costruire: pensare, agire e reagire, simultaneamente.
Oggi, ogni persona ha bisogno di imparare e di sapere, ha bisogno di una ricchezza impensabile fino a qualche anno fa: ha bisogno di seguire le informazioni, di apprendere in tempo reale, di acquisire una conoscenza in collaborazione con ogni altro membro del suo gruppo e della società, anche di quelli che sono all’altro capo del mondo.
Per questo sono nate e continuano a svilupparsi, comunità di pratica e di apprendimento - la nostra associazione è uno tra i tanti esempi -, che hanno lo scopo di generare conoscenza creativa, organizzata e di qualità in cui ognuno possa avere libero accesso e rispondere in tempo reale ai cambiamenti personali, professionali e sociali, in atto.
Ogni formulazione di un apprendimento chiuso è destinata a fallire. Sta nascendo la necessità di un apprendimento continuo, c’è una nuova consapevolezza delle proprie conoscenze, dove tutti possono ritagliarsi un ruolo e realizzare un lavoro che va a beneficio della collettività.
Tutto questo ci preparerà a non sostenere più i giochi di potere e di monopolio che vediamo cadere regolarmente ogni giorno per mano dei tribunali? Probabilmente sì!
Quando la finalità della crescita personale è il miglioramento collettivo, chi entra in questa logica ha in mente un modello di condivisione, dove non esistono più spazi privati o individuali, perché vince la conoscenza condivisa, vince la tensione a fare del proprio meglio in una comunità che costruisce conoscenza perché collabora. Siamo tutti un po’ individualisti. Siamo cresciuti pensando che fosse il metodo migliore. Siamo cresciuti nella competizione. Non funziona più così. Oggi è un ostacolo da superare. Il motore pulsante dei prossimi anni sarà quello di condividere, apprendere e costruire: pensare, agire e reagire, simultaneamente.