Vorrei prendermi del tempo....per piangere!
Da così tanto tempo non lo faccio che mi sento un sasso, una pietra enorme che mi schiaccia il petto.
Ho paura che se piango, potrei soffocare nel trovarmi negli occhi ciò che la bocca non sa dire. Non chiedo tanto! Solo di starmene qui da sola, per un po' a guardare le mie mani aperte e vuote...Ma dove sono finiti i miei sogni?
La stanchezza mi invade! Ho esaurito le riserve di forza, peso e pazienza.
Da quando ho fatto un passo indietro nei miei desideri, ho sedato il cavallo impazzito dell'ansia! Con l'idea di aver fatto qualcosa per ritornare di corsa sul binario giusto, a riacciuffare al volo il treno prima che scappi via.
In realtà non è così semplice.
Ho dato una pedalata di troppo in salita e adesso sono in crisi di fame. Fine!
Finita! Le gambe sono pietrificate come quelle di una statua!
Ho perso la ragione e le parole e adesso non so più cosa devo fare.
Ogni angolo della mia vita è tappezzato di post-it ...ne manca uno che mi ricordi di sorridere, tanto le mie labbra virano in basso!
Cerco un senso in quell'amore che giustifica ogni sacrificio e la natura che mi invade in ogni istante!
La cosa più grave è la colpa, per come mi sento, per come mi ritrovo a sognare, per ciò che sono!
Mi restano solo le mie oasi fantastiche, delle piattaforme di sentimento dove lasciar decollare le immagini....senza giudizio, a briglia sciolta.
Ne scelgo una d'amore, una tanto bella che non ho mai avuto il coraggio di avvicinare. E' delicata e pura ma piena di sentimento. La guardo e basta! Solo la vicinanza mi fa tremare le gambe!
Poi c'è quella di chi mi ha perduta prima ancora di tenermi...e che io potessi tenere; trattengo negli occhi il rimpianto. E' il vento gelido della rinuncia, quello che brucia i germogli sugli alberi in una primavera anticipata!
A seguire tutti gli spazi dove vivo gli affetti segreti, quelli negati, dove posso rubare tutto quello che non ho mai avuto. Li prendo con forza, li stringo a me come se mi fossero dovuti.
Adesso penso proprio....che sono sola!
Penso che quello che ho fatto non sia servito abbastanza perché dentro di me è cambiato troppo poco perché io possa trovare il coraggio. Solo che adesso so di che carne sono fatta.
Maledetta me! maledetta quella volta che ho scelto di imbarcarmi nel vascello della comprensione! Ora ci aprirei una voragine affinché possa affondare e si porti negli abissi ogni singola parola, ogni minuto speso a torturarmi, a tener duro, a cercare di capire!
Per fortuna c'è chi mi ama lo stesso, chi mi tiene! Con i miei rovesci di umore, con le mie facce, gli entusiasmi, i vuoti nell'anima! Chissà se mi basterà!
A quarant'anni guardo la mia vita, incoerente e faticosa e penso...che non sarò mai serena!
So soltanto che qualche volta mi sento in prigione. E poi mi accorgo che la prigione la porto dentro di me.
Allora cerco di concentrarmi, cerco di salvarmi con gli strumenti a mia disposizione. cerco di non farmi travolgere dalla tempesta.
Riprendo debolmente fiato, avvicino il senso reale delle cose.
Smetto di fare il sandwich-umano, una fetta di carne tra l'ansia e la colpa!
Allora posso accorgermi di quello che succede e di ciò che resta dopo la bufera. Nel cielo terso filtra un po' di aria pulita (annuso a testa in su come un gatto!) e riprendo a vivere con un po' di coerenza.
A volte mi accorgo che sotto ai miei piedi non c'è proprio nulla; mi trovo a fare l'equilibrista. Talmente concentrata nell'ipotesi di rovinose cadute da perdere di vista dove devo arrivare.
Non sempre la meta è chiara. non sempre nello zaino metto tutto quello che mi serve. Come andare in vacanza e scoprire che non ho portato con me qualcosa che mi ripari dal maltempo o da un'estate in anticipo.
Faccio casino! confondo le scelte di vita con le persone che le rappresentano.
Vivo in costante balia di emozioni e sentimenti che mi sembrano insopportabili.
Passo dal dispiacere, all'ira, alla mancanza e all'amore. Confondo e mi confondo.
Intreccio i vari piani in cui vivo e mi molesto in continuazione con ragioni assolute ma che viaggiano in direzioni opposte.
Intanto attorno a me tutto prosegue a ritmi forsennati, dove mi è richiesta efficienza e precisione; presenza. E io sono impegnata a capire sui mille fronti dei bisogni e del tempo.
Mi barcameno fra terribili sensi di vuoto, di colpa e di mancanza. E poi amo con il cuore nell'amore giusto e anche in quello meno giusto (se ne esiste uno meno giusto!!!) amo di passione, di desiderio, di affetto e di dipendenza.
Io cerco e cerco sempre. sembro un cane da caccia accecato da ogni minimo movimento.
In somma un bel casino!
In tutto ciò smetto completamente l'attenzione fino a perdere il controllo su ogni situazione...e il cavallo se ne va al galoppo tutto solo senza il suo fantino.
Se mi fermo, anche il tempo di qualche respiro, riesco finalmente a guardare gli altri ( e li vedo molto meno tormentati pur avendo le loro vite complicate e non ....come la mia). Allora sento che la tattica migliore è quella del silenzio. Taccio! smetto di parlare, di farneticare.
Osservo e basta. Guardo le cose belle, quelle che stanno fuori, la natura degli elementi, così...piena di pace.
Guardo il mio giardino e mi chiedo cosa di bello potrei coltivarci!
Per adesso metto solo quello che ci sta, quello che mi sento di piantare e poter accudire con un po' di amore.
Poi ricaverò un posticino (pochi metri) per quello che desidero forte e che mi sogno la notte. Infine un'aiuola che fiorisca bene e che rubi spazio a ciò che sento che mi manca quando sono perduta e voglio sentirmi...a casa.
Per non trovarmi a sentirmi friggere l'anima come spadellata sopra il fuoco rovente dei miei troppi sentimenti.
Da così tanto tempo non lo faccio che mi sento un sasso, una pietra enorme che mi schiaccia il petto.
Ho paura che se piango, potrei soffocare nel trovarmi negli occhi ciò che la bocca non sa dire. Non chiedo tanto! Solo di starmene qui da sola, per un po' a guardare le mie mani aperte e vuote...Ma dove sono finiti i miei sogni?
La stanchezza mi invade! Ho esaurito le riserve di forza, peso e pazienza.
Da quando ho fatto un passo indietro nei miei desideri, ho sedato il cavallo impazzito dell'ansia! Con l'idea di aver fatto qualcosa per ritornare di corsa sul binario giusto, a riacciuffare al volo il treno prima che scappi via.
In realtà non è così semplice.
Ho dato una pedalata di troppo in salita e adesso sono in crisi di fame. Fine!
Finita! Le gambe sono pietrificate come quelle di una statua!
Ho perso la ragione e le parole e adesso non so più cosa devo fare.
Ogni angolo della mia vita è tappezzato di post-it ...ne manca uno che mi ricordi di sorridere, tanto le mie labbra virano in basso!
Cerco un senso in quell'amore che giustifica ogni sacrificio e la natura che mi invade in ogni istante!
La cosa più grave è la colpa, per come mi sento, per come mi ritrovo a sognare, per ciò che sono!
Mi restano solo le mie oasi fantastiche, delle piattaforme di sentimento dove lasciar decollare le immagini....senza giudizio, a briglia sciolta.
Ne scelgo una d'amore, una tanto bella che non ho mai avuto il coraggio di avvicinare. E' delicata e pura ma piena di sentimento. La guardo e basta! Solo la vicinanza mi fa tremare le gambe!
Poi c'è quella di chi mi ha perduta prima ancora di tenermi...e che io potessi tenere; trattengo negli occhi il rimpianto. E' il vento gelido della rinuncia, quello che brucia i germogli sugli alberi in una primavera anticipata!
A seguire tutti gli spazi dove vivo gli affetti segreti, quelli negati, dove posso rubare tutto quello che non ho mai avuto. Li prendo con forza, li stringo a me come se mi fossero dovuti.
Adesso penso proprio....che sono sola!
Penso che quello che ho fatto non sia servito abbastanza perché dentro di me è cambiato troppo poco perché io possa trovare il coraggio. Solo che adesso so di che carne sono fatta.
Maledetta me! maledetta quella volta che ho scelto di imbarcarmi nel vascello della comprensione! Ora ci aprirei una voragine affinché possa affondare e si porti negli abissi ogni singola parola, ogni minuto speso a torturarmi, a tener duro, a cercare di capire!
Per fortuna c'è chi mi ama lo stesso, chi mi tiene! Con i miei rovesci di umore, con le mie facce, gli entusiasmi, i vuoti nell'anima! Chissà se mi basterà!
A quarant'anni guardo la mia vita, incoerente e faticosa e penso...che non sarò mai serena!
So soltanto che qualche volta mi sento in prigione. E poi mi accorgo che la prigione la porto dentro di me.
Allora cerco di concentrarmi, cerco di salvarmi con gli strumenti a mia disposizione. cerco di non farmi travolgere dalla tempesta.
Riprendo debolmente fiato, avvicino il senso reale delle cose.
Smetto di fare il sandwich-umano, una fetta di carne tra l'ansia e la colpa!
Allora posso accorgermi di quello che succede e di ciò che resta dopo la bufera. Nel cielo terso filtra un po' di aria pulita (annuso a testa in su come un gatto!) e riprendo a vivere con un po' di coerenza.
A volte mi accorgo che sotto ai miei piedi non c'è proprio nulla; mi trovo a fare l'equilibrista. Talmente concentrata nell'ipotesi di rovinose cadute da perdere di vista dove devo arrivare.
Non sempre la meta è chiara. non sempre nello zaino metto tutto quello che mi serve. Come andare in vacanza e scoprire che non ho portato con me qualcosa che mi ripari dal maltempo o da un'estate in anticipo.
Faccio casino! confondo le scelte di vita con le persone che le rappresentano.
Vivo in costante balia di emozioni e sentimenti che mi sembrano insopportabili.
Passo dal dispiacere, all'ira, alla mancanza e all'amore. Confondo e mi confondo.
Intreccio i vari piani in cui vivo e mi molesto in continuazione con ragioni assolute ma che viaggiano in direzioni opposte.
Intanto attorno a me tutto prosegue a ritmi forsennati, dove mi è richiesta efficienza e precisione; presenza. E io sono impegnata a capire sui mille fronti dei bisogni e del tempo.
Mi barcameno fra terribili sensi di vuoto, di colpa e di mancanza. E poi amo con il cuore nell'amore giusto e anche in quello meno giusto (se ne esiste uno meno giusto!!!) amo di passione, di desiderio, di affetto e di dipendenza.
Io cerco e cerco sempre. sembro un cane da caccia accecato da ogni minimo movimento.
In somma un bel casino!
In tutto ciò smetto completamente l'attenzione fino a perdere il controllo su ogni situazione...e il cavallo se ne va al galoppo tutto solo senza il suo fantino.
Se mi fermo, anche il tempo di qualche respiro, riesco finalmente a guardare gli altri ( e li vedo molto meno tormentati pur avendo le loro vite complicate e non ....come la mia). Allora sento che la tattica migliore è quella del silenzio. Taccio! smetto di parlare, di farneticare.
Osservo e basta. Guardo le cose belle, quelle che stanno fuori, la natura degli elementi, così...piena di pace.
Guardo il mio giardino e mi chiedo cosa di bello potrei coltivarci!
Per adesso metto solo quello che ci sta, quello che mi sento di piantare e poter accudire con un po' di amore.
Poi ricaverò un posticino (pochi metri) per quello che desidero forte e che mi sogno la notte. Infine un'aiuola che fiorisca bene e che rubi spazio a ciò che sento che mi manca quando sono perduta e voglio sentirmi...a casa.
Per non trovarmi a sentirmi friggere l'anima come spadellata sopra il fuoco rovente dei miei troppi sentimenti.