Esprimiamo ciò che siamo in diversi modi, il nostro mondo esteriore è un riflesso della nostra realtà interna. Che sia nello sport, nel lavoro, nelle relazioni, siamo influenzati da stati interni e siamo portati a vivere la vita in base alla rappresentazione che abbiamo della realtà.
Esistono momenti in cui si accumulano strati di rappresentazioni, utili a proteggerci e alleviare il dolore di ferite che restano nel tempo. Vediamo ma siamo ciechi, crediamo di andare avanti verso un obiettivo ma in realtà restiamo fermi. Il bello è che infondo lo sappiamo, ma continuiamo a non voler vedere.
Ma arriva il giorno in cui tutto crolla, le credenze che ti hanno protetto finalmente si sgretolano. Ti senti vulnerabile, piangi e ti accorgi che è giunto il momento di crescere, vedere le cose per come sono, senza temerle, con lo stesso coraggio che ti ha spinto in passato ad affrontale, ma con la consapevolezza che rimarrai te stesso.
Scoprirai allora che è nella piena espressione di te che superi davvero gli ostacoli e diventi una colonna su cui gli altri possono posarsi e trarre ispirazione.
Sarai te stesso, con le tue fragilità, con il sorriso che ti rende speciale, con quella forza che ti ha fatto rimanere.
Andrai avanti, orgoglioso di quello che hai fatto e con la voglia di provare a vincere ogni sfida, cadendo e rialzandoti come solo tu sai fare.
“La nostra più grande paura non è quella di essere inadeguati. La nostra più grande paura è quella di essere potenti al di là di ogni misura. É la nostra luce, non la nostra oscurità che più ci spaventa.
Agire da piccolo uomo non aiuta il mondo, non c’è nulla di illuminante nel rinchiudersi in sé stessi così che le persone intorno a noi si sentiranno insicure. Noi siamo nati per rendere manifesta la gloria che c’è dentro di noi, non è solo in alcuni di noi, è in tutti noi. Se non lasciamo la nostra luce splendere, inconsciamente diamo alle altre persone il permesso di fare lo stesso.
Appena ci liberiamo dalla nostra paura, la nostra presenza automaticamente libera gli altri.” dal film Coach Carter
Esistono momenti in cui si accumulano strati di rappresentazioni, utili a proteggerci e alleviare il dolore di ferite che restano nel tempo. Vediamo ma siamo ciechi, crediamo di andare avanti verso un obiettivo ma in realtà restiamo fermi. Il bello è che infondo lo sappiamo, ma continuiamo a non voler vedere.
Ma arriva il giorno in cui tutto crolla, le credenze che ti hanno protetto finalmente si sgretolano. Ti senti vulnerabile, piangi e ti accorgi che è giunto il momento di crescere, vedere le cose per come sono, senza temerle, con lo stesso coraggio che ti ha spinto in passato ad affrontale, ma con la consapevolezza che rimarrai te stesso.
Scoprirai allora che è nella piena espressione di te che superi davvero gli ostacoli e diventi una colonna su cui gli altri possono posarsi e trarre ispirazione.
Sarai te stesso, con le tue fragilità, con il sorriso che ti rende speciale, con quella forza che ti ha fatto rimanere.
Andrai avanti, orgoglioso di quello che hai fatto e con la voglia di provare a vincere ogni sfida, cadendo e rialzandoti come solo tu sai fare.
“La nostra più grande paura non è quella di essere inadeguati. La nostra più grande paura è quella di essere potenti al di là di ogni misura. É la nostra luce, non la nostra oscurità che più ci spaventa.
Agire da piccolo uomo non aiuta il mondo, non c’è nulla di illuminante nel rinchiudersi in sé stessi così che le persone intorno a noi si sentiranno insicure. Noi siamo nati per rendere manifesta la gloria che c’è dentro di noi, non è solo in alcuni di noi, è in tutti noi. Se non lasciamo la nostra luce splendere, inconsciamente diamo alle altre persone il permesso di fare lo stesso.
Appena ci liberiamo dalla nostra paura, la nostra presenza automaticamente libera gli altri.” dal film Coach Carter