Quante volte durante le nostre conversazioni e nelle nostre relazioni personali ci sentiamo dire "dovresti affrontare la vita diversamente, sei troppo pessimista", ed ancora "complimenti, riesci ad essere ottimista in tutte le situazioni".
Molto probabilmente ognuno di noi avrà ricevuto simili affermazioni nell’affrontare gli ostacoli e le avversità della vita.
Spesso accade di reagire alle difficoltà cercando una soluzione, che tuttavia si differenzia a seconda di come vengono percepiti i vari avvenimenti.
Le sfide vengono vissute da taluni come opportunità, esaltando le proprie capacità, da altri come insidie, dove si manifestano i propri limiti.
“Si realizzano sempre le cose in cui si crede realmente; e il credere in una cosa la rende possibile”. (FRANK LLOYD WRIGHT)
Martin Seligman, psicologo americano, docente dell’Università della Pennsylvania e autore di numerosi libri, mostra i “vantaggi” di una modalità di pensiero ottimista e di uno stile esplicativo positivo nel suo libro “Imparare l’ottimismo”.
Questi, attraverso numerose ricerche effettuate in tutto il mondo sull'ottimismo, sul pessimismo e sull'impotenza, si focalizza sull'importanza dell'atteggiamento mentale verso la vita.
Martin Seligman distingue gli ottimisti dai pessimisti e fa dell’ottimismo un elemento essenziale per il benessere. L’ottimismo non è una qualità innata, ma l’attitudine appresa nell'interpretazione degli eventi, in modo che gli insuccessi vengano percepiti come occasionali, mentre i successi come qualcosa di immutabile e di duraturo.
Davanti al successo, un ottimista è sicuro che esso sia merito delle sue qualità e del suo impegno, diversamente l’insuccesso è visto come un incidente di percorso, talvolta addirittura senza curarsi dei danni che gli altri e/o se stesso potrebbero subire.
QUESTO ATTEGGIAMENTO NON E' FUNZIONALE.
Davanti al successo, il pessimista tende a sottolineare l’eccezionalità delle circostanze favorevoli, mentre, in caso di insuccesso, è pronto ad assumersi tutte le responsabilità a conferma del suo sentimento inadeguato.
NEPPURE QUESTO ATTEGGIAMENTO E’ FUNZIONALE.
E' veramente possibile imparare l'ottimismo?
“Se l’opportunità non bussa,
costruisci una porta”.
(MILTON BERLE)
È necessario effettuare una distinzione tra ottimismo ottuso e ottimismo realistico.
L’ottimismo ottuso, conosciuto anche con il nome di sindrome di Pollyanna (la tendenza a ricordare oggetti ed eventi piacevoli più accuratamente di quelli spiacevoli è stata descritta da Margaret Matlin and David Stang nel 1978) consiste nel prendere in considerazione soltanto gli aspetti positivi delle situazioni che vengono vissute, ignorando problemi e difficoltà.
L’ottimista realistico vive le situazioni negative come estemporanee (prima o poi cambieranno), esigue (poteva andare peggio di così) e personali (si sente responsabile della situazione).
Secondo Seligman, ogni individuo tende ad avere uno stile di attribuzione caratteristico e stabile nel tempo, ma può essere modificato.
“Pensieri e azioni negativi producono condizioni e risultati negativi, così come pensieri e azioni
positivi producono condizioni e risultati positivi".
(DALAI LAMA)
Seligman spiega in maniera accurata che il pessimismo deriva dalla storia del genere umano (spirito di sopravvivenza), quindi ha un ruolo adattivo, ovvero quello di farci vedere la realtà correggendo l’ottimismo ottuso.
In conclusione, per imparare e allenare l’ottimismo è necessario essere moderatamente ottimisti, così da scegliere le occasioni in cui manifestare il proprio ottimismo e la sua gradualità, contemperandolo, all'occorrenza, con il pessimismo.
Molto probabilmente ognuno di noi avrà ricevuto simili affermazioni nell’affrontare gli ostacoli e le avversità della vita.
Spesso accade di reagire alle difficoltà cercando una soluzione, che tuttavia si differenzia a seconda di come vengono percepiti i vari avvenimenti.
Le sfide vengono vissute da taluni come opportunità, esaltando le proprie capacità, da altri come insidie, dove si manifestano i propri limiti.
“Si realizzano sempre le cose in cui si crede realmente; e il credere in una cosa la rende possibile”. (FRANK LLOYD WRIGHT)
Martin Seligman, psicologo americano, docente dell’Università della Pennsylvania e autore di numerosi libri, mostra i “vantaggi” di una modalità di pensiero ottimista e di uno stile esplicativo positivo nel suo libro “Imparare l’ottimismo”.
Questi, attraverso numerose ricerche effettuate in tutto il mondo sull'ottimismo, sul pessimismo e sull'impotenza, si focalizza sull'importanza dell'atteggiamento mentale verso la vita.
Martin Seligman distingue gli ottimisti dai pessimisti e fa dell’ottimismo un elemento essenziale per il benessere. L’ottimismo non è una qualità innata, ma l’attitudine appresa nell'interpretazione degli eventi, in modo che gli insuccessi vengano percepiti come occasionali, mentre i successi come qualcosa di immutabile e di duraturo.
Davanti al successo, un ottimista è sicuro che esso sia merito delle sue qualità e del suo impegno, diversamente l’insuccesso è visto come un incidente di percorso, talvolta addirittura senza curarsi dei danni che gli altri e/o se stesso potrebbero subire.
QUESTO ATTEGGIAMENTO NON E' FUNZIONALE.
Davanti al successo, il pessimista tende a sottolineare l’eccezionalità delle circostanze favorevoli, mentre, in caso di insuccesso, è pronto ad assumersi tutte le responsabilità a conferma del suo sentimento inadeguato.
NEPPURE QUESTO ATTEGGIAMENTO E’ FUNZIONALE.
E' veramente possibile imparare l'ottimismo?
“Se l’opportunità non bussa,
costruisci una porta”.
(MILTON BERLE)
È necessario effettuare una distinzione tra ottimismo ottuso e ottimismo realistico.
L’ottimismo ottuso, conosciuto anche con il nome di sindrome di Pollyanna (la tendenza a ricordare oggetti ed eventi piacevoli più accuratamente di quelli spiacevoli è stata descritta da Margaret Matlin and David Stang nel 1978) consiste nel prendere in considerazione soltanto gli aspetti positivi delle situazioni che vengono vissute, ignorando problemi e difficoltà.
L’ottimista realistico vive le situazioni negative come estemporanee (prima o poi cambieranno), esigue (poteva andare peggio di così) e personali (si sente responsabile della situazione).
Secondo Seligman, ogni individuo tende ad avere uno stile di attribuzione caratteristico e stabile nel tempo, ma può essere modificato.
“Pensieri e azioni negativi producono condizioni e risultati negativi, così come pensieri e azioni
positivi producono condizioni e risultati positivi".
(DALAI LAMA)
Seligman spiega in maniera accurata che il pessimismo deriva dalla storia del genere umano (spirito di sopravvivenza), quindi ha un ruolo adattivo, ovvero quello di farci vedere la realtà correggendo l’ottimismo ottuso.
In conclusione, per imparare e allenare l’ottimismo è necessario essere moderatamente ottimisti, così da scegliere le occasioni in cui manifestare il proprio ottimismo e la sua gradualità, contemperandolo, all'occorrenza, con il pessimismo.