In ambito lavorativo e aziendale si parla di ‘Sales management’, in ambito di coaching si parla di ‘ Self management’.
Cos’è il ‘Self management’? Dal mio punto di vista è tutto ciò che riguarda la gestione di se stessi, in termini di conoscenza e presa di coscienza di chi siamo, di come pensiamo e agiamo nel mondo.
Nella dinamica esplorativa caratteriale, coinvolge lo sviluppo e il potenziamento della motivazione, dell’assertività, intesa come capacità di definire i propri obiettivi e raggiungerli, riformulando in chiave positiva la fitta rete di relazioni e di risorse offerte dal contesto di riferimento.
Per fare questo occorre un buon senso di responsabilità personale e la volontà di guardarsi dentro per elaborare un progetto di sviluppo e crescita che possa dare buoni frutti in un arco di tempo definito.
Per essere bravi imprenditori nel lavoro, è necessario diventare prima bravi imprenditori di noi stessi.
In un percorso di coaching, la persona viene stimolata ad osservarsi come se fosse davanti ad uno specchio, in modo da mettere a fuoco aspetti e caratteristiche di sé: punti di forza e debolezza, risorse e carenze, pensieri, giudizi e riflessioni, fattori psicologici potenzianti e depotenzianti, in vista della pianificazione dei propri obiettivi (“goal setting”).
L’analisi psicoenergetica personale si inserisce in una cornice più ampia che riguarda più fattori d’influenzamento rispetto agli obiettivi da raggiungere: ambiti d’azione e competenze, relazioni, valori personali, aspetti culturali e ambientali.
Da dove si inizia? Si costruisce insieme al coach un action plan individuale e si determinano i vari step strategici per attuare il cambiamento, portando l’attenzione alla persona, all’analisi delle sue istanze interne (“core”) che tessono scenari esterni più o meno virtuosi.
Si scorrono i pensieri più frequenti che alimentano azioni e comportamenti negli ambiti di riferimento che siano famiglia, relazioni, lavoro; si individuano blocchi che interrompono il flusso e se ne esplorano le dinamiche.
Si agisce per rafforzare fattori psicologici positivi quali: l’autonomia, l’autoefficacia e l’entusiasmo, mentre si isolano le convinzioni limitanti di disistima, senso di fallimento, scarsa fiducia. Si guarda allo stress, attivando le risorse interne ed esterne.
Si osservano i ruoli e le diverse identità che una persona assume, ad esempio come marito/moglie, genitore, fratello/sorella, capo, collega, amico e si esplorano le dinamiche relazionali e gli scambi in-out più frequenti, le modalità comunicative, gli atteggiamenti ricorrenti. Si agisce per portare alla luce ciò che si vuole mantenere perché generatore di buoni risultati e ciò che si desidera cambiare in un’ottica meno soddisfacente.
L’approccio al “Self management” può sembrare più orientato al coaching di tipo ‘executive’ (o ‘business’), in realtà ha basi forti in ambito ‘life’, in quanto il punto di partenza, il comune denominatore è sempre l’auto-esplorazione e l’osservazione interiore.
Il passaggio da una visione esterna del mondo ad una interna di noi stessi, ci responsabilizza e ci motiva, ci stimola a conoscerci in termini di risorse e potenzialità da sviluppare e allenare o di carenze e inefficienze da isolare e cambiare per dar forza e carburante alla nostra crescita e realizzazione, qualsiasi sia l’ambito di riferimento.
Cos’è il ‘Self management’? Dal mio punto di vista è tutto ciò che riguarda la gestione di se stessi, in termini di conoscenza e presa di coscienza di chi siamo, di come pensiamo e agiamo nel mondo.
Nella dinamica esplorativa caratteriale, coinvolge lo sviluppo e il potenziamento della motivazione, dell’assertività, intesa come capacità di definire i propri obiettivi e raggiungerli, riformulando in chiave positiva la fitta rete di relazioni e di risorse offerte dal contesto di riferimento.
Per fare questo occorre un buon senso di responsabilità personale e la volontà di guardarsi dentro per elaborare un progetto di sviluppo e crescita che possa dare buoni frutti in un arco di tempo definito.
Per essere bravi imprenditori nel lavoro, è necessario diventare prima bravi imprenditori di noi stessi.
In un percorso di coaching, la persona viene stimolata ad osservarsi come se fosse davanti ad uno specchio, in modo da mettere a fuoco aspetti e caratteristiche di sé: punti di forza e debolezza, risorse e carenze, pensieri, giudizi e riflessioni, fattori psicologici potenzianti e depotenzianti, in vista della pianificazione dei propri obiettivi (“goal setting”).
L’analisi psicoenergetica personale si inserisce in una cornice più ampia che riguarda più fattori d’influenzamento rispetto agli obiettivi da raggiungere: ambiti d’azione e competenze, relazioni, valori personali, aspetti culturali e ambientali.
Da dove si inizia? Si costruisce insieme al coach un action plan individuale e si determinano i vari step strategici per attuare il cambiamento, portando l’attenzione alla persona, all’analisi delle sue istanze interne (“core”) che tessono scenari esterni più o meno virtuosi.
Si scorrono i pensieri più frequenti che alimentano azioni e comportamenti negli ambiti di riferimento che siano famiglia, relazioni, lavoro; si individuano blocchi che interrompono il flusso e se ne esplorano le dinamiche.
Si agisce per rafforzare fattori psicologici positivi quali: l’autonomia, l’autoefficacia e l’entusiasmo, mentre si isolano le convinzioni limitanti di disistima, senso di fallimento, scarsa fiducia. Si guarda allo stress, attivando le risorse interne ed esterne.
Si osservano i ruoli e le diverse identità che una persona assume, ad esempio come marito/moglie, genitore, fratello/sorella, capo, collega, amico e si esplorano le dinamiche relazionali e gli scambi in-out più frequenti, le modalità comunicative, gli atteggiamenti ricorrenti. Si agisce per portare alla luce ciò che si vuole mantenere perché generatore di buoni risultati e ciò che si desidera cambiare in un’ottica meno soddisfacente.
L’approccio al “Self management” può sembrare più orientato al coaching di tipo ‘executive’ (o ‘business’), in realtà ha basi forti in ambito ‘life’, in quanto il punto di partenza, il comune denominatore è sempre l’auto-esplorazione e l’osservazione interiore.
Il passaggio da una visione esterna del mondo ad una interna di noi stessi, ci responsabilizza e ci motiva, ci stimola a conoscerci in termini di risorse e potenzialità da sviluppare e allenare o di carenze e inefficienze da isolare e cambiare per dar forza e carburante alla nostra crescita e realizzazione, qualsiasi sia l’ambito di riferimento.