Più andiamo a fondo nella conoscenza di noi stessi e più ci inabissiamo. Più cerchiamo di essere speciali, più scopriamo di essere comuni e molteplici. Più cerchiamo di migliorarci come persone, più incontriamo ostacoli, sentinelle interiori, arpie, aiutanti.
Dentro di noi ci sono gradi di contrasto molto elevati: il cattivo, l’amante, l’amico, il nemico, il diverso, etc.
Fuori di noi, il mondo iper connesso e social, ci restituisce una complessità comunicativa, ‘schizofrenica’, che dobbiamo gestire con riflessioni, decisioni e comportamenti sempre più sofisticati.
E così diventa difficile dire con esattezza chi siamo, nella vita privata come nel lavoro, quali sono le nostre potenzialità, i nostri valori, la nostra cultura.
E’ come se dovessimo aggiornare continuamente l’idea o l’immagine che esprimiamo e che manifestiamo all’esterno.
Probabilmente, per riallinearci abbiamo di bisogno di trovare nuove parole e racconti, capaci di incantarci, trasformarci, convincerci e, soprattutto, rassicurarci.
A questo servono gli strumenti del coaching: aiutarci a interpretare gli eventi e a prevedere il futuro attraverso il linguaggio proprio dell’inconscio con storie, immagini, simboli in grado di strutturare il nostro pensiero e identità.
Per coloro che desiderano esplorare questa suggestiva modalità narrativa suggerisco tre esercizi su cui scrivere e riflettere:
1. ho sconfitto le mie paure e avversità! Come le ho affrontate? Con che tipo di strumenti? E da ciò, che modelli ne traggo?
2. La mia personalità è unica, ma quante parti ne riconosco? Quali sono i personaggi con cui mi identifico?
3. La mia felicità è … in che modo rendo felici le persone che vivono con me o con cui collaboro?
Per coloro che desiderano andare oltre e addentrarsi nell’affascinante mondo della ‘parola’ e rendere la propria storia efficace, per sedurre e per informare … in sostanza, per capire come applicarla a se stessi, alla propria professione o in ambito organizzativo, raccomando questa esperienza:
Master in Mental Training e Coaching
Dentro di noi ci sono gradi di contrasto molto elevati: il cattivo, l’amante, l’amico, il nemico, il diverso, etc.
Fuori di noi, il mondo iper connesso e social, ci restituisce una complessità comunicativa, ‘schizofrenica’, che dobbiamo gestire con riflessioni, decisioni e comportamenti sempre più sofisticati.
E così diventa difficile dire con esattezza chi siamo, nella vita privata come nel lavoro, quali sono le nostre potenzialità, i nostri valori, la nostra cultura.
E’ come se dovessimo aggiornare continuamente l’idea o l’immagine che esprimiamo e che manifestiamo all’esterno.
Probabilmente, per riallinearci abbiamo di bisogno di trovare nuove parole e racconti, capaci di incantarci, trasformarci, convincerci e, soprattutto, rassicurarci.
A questo servono gli strumenti del coaching: aiutarci a interpretare gli eventi e a prevedere il futuro attraverso il linguaggio proprio dell’inconscio con storie, immagini, simboli in grado di strutturare il nostro pensiero e identità.
Per coloro che desiderano esplorare questa suggestiva modalità narrativa suggerisco tre esercizi su cui scrivere e riflettere:
1. ho sconfitto le mie paure e avversità! Come le ho affrontate? Con che tipo di strumenti? E da ciò, che modelli ne traggo?
2. La mia personalità è unica, ma quante parti ne riconosco? Quali sono i personaggi con cui mi identifico?
3. La mia felicità è … in che modo rendo felici le persone che vivono con me o con cui collaboro?
Per coloro che desiderano andare oltre e addentrarsi nell’affascinante mondo della ‘parola’ e rendere la propria storia efficace, per sedurre e per informare … in sostanza, per capire come applicarla a se stessi, alla propria professione o in ambito organizzativo, raccomando questa esperienza:
Master in Mental Training e Coaching