ll viaggio intorno alla persona orientato dal life coaching permette di mettere in luce le aree della vita privata che richiedono un maggiore impegno, motivazione o qualche cambiamento e consente di lavorare sulla complessità della persona nella sua interezza corpo-mente e quindi su tutte le skills, le abilità cognitive, emotive e relazionali utili per impegnarsi a seguire le proprie scelte e a mettere in pratica le azioni programmate in modo da agire con competenza nell’affrontare con successo le sfide della vita individuale e sociale.
Mettersi sulla strada del benessere in ambito corporeo, mentale, emozionale e relazionale attraverso un percorso di crescita personale accompagnati dal life coaching che usi il metodo HPM significa uscire dalle abitudini stanche e smettere di andare avanti per inerzia realizzando qualcosa di nuovo e di diverso in se stessi e attorno agli altri.
Prevenire e gestire lo stress significa mettersi sulla strada del benessere in ambito corporeo, mentale, emozionale e relazionale conoscendo meglio noi stessi, il nostro sistema attraverso un impianto registico di problem solving (Trevisani D.,Regie di Cambiamento, pag. 107-108) secondo le seguenti fasi:
Le risposte a queste domande consentono di avviare un percorso di crescita personale e professionale in armonia con le personali risorse e i talenti nascosti senza perdere di vista le aree di miglioramento per ottenere, in linea di massima, la salute psico-corporea in un Processo ciclico di una Regia di Problem Solving.
Mettersi sulla strada del benessere in ambito corporeo, mentale, emozionale e relazionale attraverso un percorso di crescita personale accompagnati dal life coaching che usi il metodo HPM significa uscire dalle abitudini stanche e smettere di andare avanti per inerzia realizzando qualcosa di nuovo e di diverso in se stessi e attorno agli altri.
Prevenire e gestire lo stress significa mettersi sulla strada del benessere in ambito corporeo, mentale, emozionale e relazionale conoscendo meglio noi stessi, il nostro sistema attraverso un impianto registico di problem solving (Trevisani D.,Regie di Cambiamento, pag. 107-108) secondo le seguenti fasi:
- Problem detection: accorgersi dei problemi, mapparli, individuarli senza limitarsi a lavorare su problemi ricevuti (quali sono i pensieri che t’impegnano in questo periodo? perché è necessario risolvere i /il problemi/a?quali benefici otterrai risolvendo il/i problema/i?di quali informazioni disponi? cosa non ti è chiaro?..Le informazioni sono sufficienti? insufficienti? superflue? contraddittorie?)
- Problem setting: fissarli, chiarificarli, precisarli indicando definizione e confini( quali sono i confini del problema? Puoi separarne i vari elementi?quali sono le correlazioni tra gli aspetti del problema?quali sono le costanti del problema? Quali le incognite? puoi disegnare un diagramma del problema? Hai già incontrato prima questo problema?supponi di imbatterti in un problema collegato al tuo che è già stato risolto,puoi sfruttarlo?puoi sfruttare lo stesso metodo?puoi riformulare il tuo problema?qual è lo scenario che riesci a figurarti?)
- Problem analysis: valutare cosa li provoca, capire la loro struttura complessa: cosa crea stress in questa situazione specifica? Come la persona lo sente nel corpo (sensazioni, emozioni, blocchi tensioni, ecc.)? Quali sono le richieste interne (quali i bisogni autentici, quali le attese, desideri, stimoli verso obiettivi)? Quali sono le richieste esterne (ambientali, vita professionale)? Quali sono le risorse attuali interne (spirituali, energetiche, emozionali, cognitive, ideative, relazionali, comportamentali) ed esterne (ambientali, famiglia, lavoro, colleghi, utenti, amici). La maggior parte degli stress deriva dallo squilibrio tra richieste e risorse: se la persona si rende conto che la qualità/quantità di richieste superano la qualità/quantità di risorse, il suo sistema non regge, nel senso che dapprima reagirà (prima fase), poi resisterà (seconda fase), e infine soccomberà (terza fase). Che cosa può fare concretamente per ridurre e/o eliminare lo squilibrio? Ridurre le richieste – ampliare le risorse. Che cosa cambierebbe oggi nella vita della persona se questo succedesse, se le soluzioni fossero efficaci?
- Macro regia: intervento praticabile e ipotesi alternative articolati in grandi fasi sinergiche ( sei in grado di risolvere l’intero problema? parte del problema?
- Micro regie: i dettagli operativi degli interventi da attuare. Sei in grado di intuire la soluzione? puoi separare le fasi del processo di risoluzione del problema? puoi determinare la correttezza di ogni fase?quali e quante strategie puoi utilizzare? Riesci ad anticipare i risultati? Puoi controllare i risultati ? Quanti esiti diversi riesci a prevedere? Puoi sfruttare questo problema per risolverne un altro? Quali sono gli aspetti che distinguono questo problema dagli altri? Quali risultati possono contrassegnare meglio i tuoi programmi
- Azione e feedback: interventi operativi sul campo e loro monitoraggio, comunicazione nel team sugli andamenti, sugli esiti e sul processo stesso, cosa devi fare in questo momento? come? dove? Con chi? Chi sarebbe responsabile e di che cosa? Come saprai di avere raggiunto il tuo risultato o avere risolto il tuo problema?
Le risposte a queste domande consentono di avviare un percorso di crescita personale e professionale in armonia con le personali risorse e i talenti nascosti senza perdere di vista le aree di miglioramento per ottenere, in linea di massima, la salute psico-corporea in un Processo ciclico di una Regia di Problem Solving.
E’ possibile così avviare un percorso di crescita in armonia con le personali risorse e i talenti celati o non manifesti senza perdere di vista le sei aree di lavoro del metodo HPM (Human Potential Modeling/ Human Performance Modeling) che consentono al life coaching di sapersi muovere, durante il percorso di crescita della persona, nell’aiutarla a passare da una vaga idea o aspirazione a un progetto in cui impegnarsi perché prende in considerazione energie disponibili, competenze attivabili e capacità da costruire a piccoli passi verso il miglioramento nella direzione giusta. La persona così è messa in condizione di cercare una via più vibrante alla salute e la via alla salute vibrante come dice Lowen sentendo rifiorire la propria vitalità emotiva, vivendo un momento di contatto profondo e d’integrazione con la vitalità presente in ciascuno e provando un’accresciuta capacità di provare piacere. L’autoregolazione e la consapevolezza diventano fondamentali per il benessere e il senso di sé dell’individuo:
1) Stato bioenergetico si occupa delle energie fisiche che entrano in scena in tutte le performance e che bisogna cercare di aumentare agendo sui processi energetici che avvengono nel corpo
2) Stato psico-energetico comprende fattori che generano motivazione e demotivazione, le variabili in grado di generare o ridurre energie mentali, le emozioni alfa legate al risultato, competitive, le emozioni beta legate al piacere dell’azione in sé
3) Microcompetenze cioè tradurre le energie in azione, sviluppare tecniche di focusing per individuare abilità allenabili di una performance, capire quali sono i sistemi di pensiero e atteggiamenti mentali più efficaci nel liberarsi da blocchi e catene, imparare a smontare il flusso di pensiero in flussi analizzabili e il flusso di comportamento in sotto-tracce analizzabili.
4) Macrocompetenze cioè usare tecniche di analisi per aiutare la persona a capire quali sono le cose che sfuggono, quali sono i punti di forza personale su cui fare perno, cosa è bene imparare sia negli incidenti personali di vita sia nella vita quotidiana, quali sono le competenze importanti per il futuro, dove sono i gap di competenze da anticipare e non solo da colmare.
5) Direzionalità: progetti /goals cioè realizzare i progetti in piccoli passi, secondo scopi praticabili. Ogni piccolo micro-goal raggiunto fa pensare di poterne raggiungere un altro ancora e si vanno maturando risultati concreti rafforzando l’autostima.
6)Visione Valori: esiste sempre un quadro dei valori in cui si crede, una causa alla quale si vuole contribuire, un futuro che si vuole realizzare, qualcosa per cui combattere, visione di un senso in quanto costruiamo.
1) Stato bioenergetico si occupa delle energie fisiche che entrano in scena in tutte le performance e che bisogna cercare di aumentare agendo sui processi energetici che avvengono nel corpo
2) Stato psico-energetico comprende fattori che generano motivazione e demotivazione, le variabili in grado di generare o ridurre energie mentali, le emozioni alfa legate al risultato, competitive, le emozioni beta legate al piacere dell’azione in sé
3) Microcompetenze cioè tradurre le energie in azione, sviluppare tecniche di focusing per individuare abilità allenabili di una performance, capire quali sono i sistemi di pensiero e atteggiamenti mentali più efficaci nel liberarsi da blocchi e catene, imparare a smontare il flusso di pensiero in flussi analizzabili e il flusso di comportamento in sotto-tracce analizzabili.
4) Macrocompetenze cioè usare tecniche di analisi per aiutare la persona a capire quali sono le cose che sfuggono, quali sono i punti di forza personale su cui fare perno, cosa è bene imparare sia negli incidenti personali di vita sia nella vita quotidiana, quali sono le competenze importanti per il futuro, dove sono i gap di competenze da anticipare e non solo da colmare.
5) Direzionalità: progetti /goals cioè realizzare i progetti in piccoli passi, secondo scopi praticabili. Ogni piccolo micro-goal raggiunto fa pensare di poterne raggiungere un altro ancora e si vanno maturando risultati concreti rafforzando l’autostima.
6)Visione Valori: esiste sempre un quadro dei valori in cui si crede, una causa alla quale si vuole contribuire, un futuro che si vuole realizzare, qualcosa per cui combattere, visione di un senso in quanto costruiamo.