Il cervello in tempesta è la traduzione non corretta del termine inglese brain storming. Si tratta di un metodo che si diffuse tra gli anni 40’ e 50’, in America grazie al libro “Applied Imagination", di Alex Faickney Osborn, un dirigente pubblicitario. Il brain storming è una tecnica creativa di gruppo che ha lo scopo di risolvere un problema facendo emergere diverse possibili alternative. Ogni componente del gruppo di lavoro viene stimolato a far emergere in modo libero e creativo più idee possibile; queste vengono scritte o registrate e successivamente vagliate e selezionate per qualità, efficacia, funzionalità. Il risultato finale può essere: la soluzione del problema, una lista di idee per trovare successivamente la soluzione, un programma di lavoro.
Questa modalità di creazione di idee sviluppatasi in ambito pubblicitario, è stata poi applicata in altri campi. Il brain storming può essere applicato anche nelle sessioni di coaching individuale, dove il coachee, viene invitato a scrivere di getto, ad esempio, le idee che vengono a galla. Il coach supervisiona il momento creativo e in seguito aiuta il cliente a scremare e selezionare le idee ed insieme a trovare il passo, l’azione, la strategia creativa più utile allo scopo.
Il cliente se “lavora da solo”, ha il vantaggio di sviluppare molte più idee, rispetto al lavoro in gruppo, inoltre ha la possibilità di esplorare se stesso in modo profondo, senza preoccuparsi dell'opinione degli altri in merito a quello che gli è venuto in mente. Lo svantaggio, se così lo possiamo definire, è però quello di non avere la varietà di esperienze che appartiene ad un gruppo e di essere quindi, limitato nella creatività. Si sviluppano molte più idee simili tra loro.
Questa modalità di creazione di idee sviluppatasi in ambito pubblicitario, è stata poi applicata in altri campi. Il brain storming può essere applicato anche nelle sessioni di coaching individuale, dove il coachee, viene invitato a scrivere di getto, ad esempio, le idee che vengono a galla. Il coach supervisiona il momento creativo e in seguito aiuta il cliente a scremare e selezionare le idee ed insieme a trovare il passo, l’azione, la strategia creativa più utile allo scopo.
Il cliente se “lavora da solo”, ha il vantaggio di sviluppare molte più idee, rispetto al lavoro in gruppo, inoltre ha la possibilità di esplorare se stesso in modo profondo, senza preoccuparsi dell'opinione degli altri in merito a quello che gli è venuto in mente. Lo svantaggio, se così lo possiamo definire, è però quello di non avere la varietà di esperienze che appartiene ad un gruppo e di essere quindi, limitato nella creatività. Si sviluppano molte più idee simili tra loro.