La Struttura di un percorso di Career Coaching: tecniche e strategie
Come si imposta concretamente un percorso di coaching? Quali sono le fasi in cui strutturarlo? Quanti incontri si devono prevedere?
Per impostare un percorso di qualità è molto importante operare una “personalizzazione” dell’intervento.
Abbiamo potuto riflettere su quanto sia varia la casistica di persone che possono approdare al career coaching, con storia e problematiche anche molto diverse. Questa personalizzazione riguarda essenzialmente il numero di incontri e gli strumenti che possono essere utilizzati. Si possono identificare 7 fasi fondamentali:
1. Innanzi tutto si parte da un’incontro, nel quale si cerca di capire se il coaching è lo strumento più adeguato per la necessità del cliente e nel quale si fotografa la situazione attuale.
2.Si definisce un contratto scritto, con indicati: tempi, costi e modalità, condivisi con il cliente
3. Una prima fase, esplorativa, sarà dedicata alla focalizzazione precisa degli obiettivi del cliente, per uno o più incontri, cercando di istaurare un rapporto di fiducia ed empatia
4. Nell’incontro o negli incontri successivi, saranno esplorate delle alternative ed operate delle scelte
5. Successivamente sarà messo a punto un progetto per raggiungere gli obiettivi, definendo fasi e tempi
6. Coach e coachee si trovano poi per una o più sessioni o( si sentono telefonicamente o via skype), per verificare che il piano e i tempi definiti siano rispettati. Fino alla conclusione del percorso
7. Un ultimo incontro può essere dedicato alla valutazione del processo di coaching
Il numero di incontri è variabile in base alle esigenze del cliente e alla difficoltà del caso. Adani e Fabiano, in “Diventare coach” indicano una prassi di 6 incontri.
Altri autori, come integrazione alle fasi sopra indicate inseriscono anche:
analisi della storia professionale
Questa fase può essere importante per verificare quali letture vengono date alle esperienze passare, come può essere reinterpretata la propria identità professionale e per ipotizzare nuove opportunità professionali.
analisi della situazione attuale e delle competenze acquisite
Vi può essere la necessità di identificare le competenze possedute dal cliente, anche attraverso il bilancio di competenze, per verificare ciò che ha consolidato nell’esperienza professionale e se rispetto alla situazione-obiettivo identificata ci sono dei gap.
Analisi delle possibilità professionali e formative per sviluppare le competenze mancanti
Qualora vi siano dei gap di competenze il coach può supportare il cliente nell’identificare le opportunità formative o professionali di cui necessita per colmare i gap identificati.
· Analisi Swot (schematizzazione e analisi di opportunità, ostacoli, punti di forza, punti di debolezza), come utile strumento per passare all’azione.
· Revisione degli strumenti di self marketing (cv, lettera di presentazione, linkedin, ecc) e fare delle simulazioni di colloqui.
· Assessment personalizzato, con il supporto (non in via esclusiva) di test e strumenti diagnostici.
Il sito http://www.lifelabcoaching.com/cose-il-coaching/ , indica invece le seguenti fasi:
“-Individuare l’oggetto del cambiamento / miglioramento.
- Elaborare un Obiettivo concreto sul quale lavorare.
- Raccogliere i dati a disposizione.
- Stabilire un concreto piano d’azione atto al raggiungimento dell’Obiettivo.
- Dare motivazione e responsabilità sulla riuscita dell’Obiettivo.
- Costante monitoraggio del rispetto del piano d’azione.
- Valutazione continua di eventuali cambiamenti che possano aprire nuove opportunità.
- Fornire feedback di qualità su ciò che funziona e su ciò che può essere migliorato.
- Sostegno nelle fasi critiche.
A tale scopo, nell’atto pratico, il Coaching si svolge nel seguente modo:
- Primo breve incontro (intake) con una prima raccolta di informazioni e di individuazione del bisogno di cambiamento.
- Incontri tra coach e cliente, con tempistiche variabili a seconda del tipo di Obiettivo, del tempo a disposizione del cliente, della volontà di riuscita dell’Obiettivo in tempi brevi o lunghi, ecc…
- Follow-up continui per monitorare il prosieguo del percorso (tramite telefono, e-mail, chat, incontri “informali”, ecc…)
- Incontri “sul campo” (terreno di gioco, ufficio del cliente) in maniera tale da fornire feedback in tempo reale su comportamenti da migliorare, abilità da acquisire, ecc”
Esempi di tecniche e strategie
Quando si passa alla pratica, un passaggio fondamentale di qualsiasi disciplina è identificare il “come”, mettendo appunto strumenti e tecniche specifici. In ogni intervento di coaching, e quindi anche nel career coaching si utilizza la tecnica dell’ascolto attivo delle problematiche riportate dal cliente. È attraverso la tecnica della domanda, che il cochee giunge spontaneamente alle conclusioni per lui più adeguate, come “persona informata dei fatti” per dirla con Rogers. Per avere conferma di avere ben compreso ciò che il cliente intende con le sue affermazioni, si mettono in campo anche le riformulazioni.
Ossia si ridefinisce con altre parole ciò che si è compreso dal cliente. In ogni momento è dunque importante il feedback, in particolare quello che ci fornisce il cliente attraverso ciò che dice, come pure attraverso ciò che non dice, con la comunicazione non verbale e para verbale, che il coach esperto deve essere in condizione di cogliere. Una volta definito l’obiettivo e tradotto in piano d’azione per realizzarlo, non meno importante è il momento di verifica e sostegno applicati sistematicamente alle varie fasi di attuazione del piano d’azione.
Ecco un esempio di alcune possibili domande:
1. Come puoi promuovere te stesso nel mercato del lavoro?
2. Quali condizioni puoi modificare per vivere con più soddisfazione la tua vita professionale?
3. Cosa hai fatto negli ultimi mesi che ha rallentato la tua crescita professionale?
4. Quali sono i primi passi che puoi compiere per rientrare nel mercato del lavoro dopo questo periodo di stallo?
5. Cosa hai da offrire come elemento distintivo per essere preso in considerazione in ambito professionale?
6. Chi ti conosce, come descriverebbe i tuoi talenti?
7. Quali sono le emozioni che provi quando ti prepari per andare al lavoro?
8. Come ti senti mentre sei al lavoro? Come ti senti a fine giornata?
9. Quali emozioni provi quando pensi di trovare un altro lavoro?
10. Nell’attuale situazione lavorativa cosa ostacola la tua crescita?
11. Se ti immagini in un’altra situazione lavorativa più positiva, come ti vedi?
12. Di cosa avresti bisogno per sentirti più sicuro nel proporti?
L’anima del Career Coaching
Qualunque sia il modello prescelto per realizzare il coaching, il professionista deve sapere che la tentazione e il rischio di influenzare gli schemi mentali del cliente, che contribuiscono a ostacolare o favorire il raggiungimento dei risultati, è molto forte. Secondo quanto abbiamo acquisito durante il Master è molto importante lasciare totale spazio al cliente, per non interrompere il suo processo evolutivo, attraverso la “non interferenza” da parte del coach. Solitamente nelle relazioni ci si influenza, talora con quello che si dice e altre volte anche con quello che non viene detto. Alcuni esempi di “non detto” ma “agito” che possono influenzare sono: espressioni facciali, gesto di annuire, sorriso di approvazione, pacca sulla spalla, ecc. Anche la personalità e le idee del coach, “spingono” per suggerire una strategia o imboccare un risultato. È solo grazie ad un elevato grado di autocontrollo e di pratica che si può arrivare alla “non interferenza”, farsi specchio, presenza totalmente neutra. La neutralità assoluta del coach permette di non violare il processo evolutivo che sta avvenendo spontaneamente nel cliente e che costituisce il vero valore aggiunto dell’intervento. Secondo questa prospettiva, tutti gli interventi di bilancio di competenze, supporto nella scelta di interventi formativi o supporto nella ricerca delle opportunità di lavoro dovrebbero essere riservati ad altri tipi di consulenza.
Come si imposta concretamente un percorso di coaching? Quali sono le fasi in cui strutturarlo? Quanti incontri si devono prevedere?
Per impostare un percorso di qualità è molto importante operare una “personalizzazione” dell’intervento.
Abbiamo potuto riflettere su quanto sia varia la casistica di persone che possono approdare al career coaching, con storia e problematiche anche molto diverse. Questa personalizzazione riguarda essenzialmente il numero di incontri e gli strumenti che possono essere utilizzati. Si possono identificare 7 fasi fondamentali:
1. Innanzi tutto si parte da un’incontro, nel quale si cerca di capire se il coaching è lo strumento più adeguato per la necessità del cliente e nel quale si fotografa la situazione attuale.
2.Si definisce un contratto scritto, con indicati: tempi, costi e modalità, condivisi con il cliente
3. Una prima fase, esplorativa, sarà dedicata alla focalizzazione precisa degli obiettivi del cliente, per uno o più incontri, cercando di istaurare un rapporto di fiducia ed empatia
4. Nell’incontro o negli incontri successivi, saranno esplorate delle alternative ed operate delle scelte
5. Successivamente sarà messo a punto un progetto per raggiungere gli obiettivi, definendo fasi e tempi
6. Coach e coachee si trovano poi per una o più sessioni o( si sentono telefonicamente o via skype), per verificare che il piano e i tempi definiti siano rispettati. Fino alla conclusione del percorso
7. Un ultimo incontro può essere dedicato alla valutazione del processo di coaching
Il numero di incontri è variabile in base alle esigenze del cliente e alla difficoltà del caso. Adani e Fabiano, in “Diventare coach” indicano una prassi di 6 incontri.
Altri autori, come integrazione alle fasi sopra indicate inseriscono anche:
analisi della storia professionale
Questa fase può essere importante per verificare quali letture vengono date alle esperienze passare, come può essere reinterpretata la propria identità professionale e per ipotizzare nuove opportunità professionali.
analisi della situazione attuale e delle competenze acquisite
Vi può essere la necessità di identificare le competenze possedute dal cliente, anche attraverso il bilancio di competenze, per verificare ciò che ha consolidato nell’esperienza professionale e se rispetto alla situazione-obiettivo identificata ci sono dei gap.
Analisi delle possibilità professionali e formative per sviluppare le competenze mancanti
Qualora vi siano dei gap di competenze il coach può supportare il cliente nell’identificare le opportunità formative o professionali di cui necessita per colmare i gap identificati.
· Analisi Swot (schematizzazione e analisi di opportunità, ostacoli, punti di forza, punti di debolezza), come utile strumento per passare all’azione.
· Revisione degli strumenti di self marketing (cv, lettera di presentazione, linkedin, ecc) e fare delle simulazioni di colloqui.
· Assessment personalizzato, con il supporto (non in via esclusiva) di test e strumenti diagnostici.
Il sito http://www.lifelabcoaching.com/cose-il-coaching/ , indica invece le seguenti fasi:
“-Individuare l’oggetto del cambiamento / miglioramento.
- Elaborare un Obiettivo concreto sul quale lavorare.
- Raccogliere i dati a disposizione.
- Stabilire un concreto piano d’azione atto al raggiungimento dell’Obiettivo.
- Dare motivazione e responsabilità sulla riuscita dell’Obiettivo.
- Costante monitoraggio del rispetto del piano d’azione.
- Valutazione continua di eventuali cambiamenti che possano aprire nuove opportunità.
- Fornire feedback di qualità su ciò che funziona e su ciò che può essere migliorato.
- Sostegno nelle fasi critiche.
A tale scopo, nell’atto pratico, il Coaching si svolge nel seguente modo:
- Primo breve incontro (intake) con una prima raccolta di informazioni e di individuazione del bisogno di cambiamento.
- Incontri tra coach e cliente, con tempistiche variabili a seconda del tipo di Obiettivo, del tempo a disposizione del cliente, della volontà di riuscita dell’Obiettivo in tempi brevi o lunghi, ecc…
- Follow-up continui per monitorare il prosieguo del percorso (tramite telefono, e-mail, chat, incontri “informali”, ecc…)
- Incontri “sul campo” (terreno di gioco, ufficio del cliente) in maniera tale da fornire feedback in tempo reale su comportamenti da migliorare, abilità da acquisire, ecc”
Esempi di tecniche e strategie
Quando si passa alla pratica, un passaggio fondamentale di qualsiasi disciplina è identificare il “come”, mettendo appunto strumenti e tecniche specifici. In ogni intervento di coaching, e quindi anche nel career coaching si utilizza la tecnica dell’ascolto attivo delle problematiche riportate dal cliente. È attraverso la tecnica della domanda, che il cochee giunge spontaneamente alle conclusioni per lui più adeguate, come “persona informata dei fatti” per dirla con Rogers. Per avere conferma di avere ben compreso ciò che il cliente intende con le sue affermazioni, si mettono in campo anche le riformulazioni.
Ossia si ridefinisce con altre parole ciò che si è compreso dal cliente. In ogni momento è dunque importante il feedback, in particolare quello che ci fornisce il cliente attraverso ciò che dice, come pure attraverso ciò che non dice, con la comunicazione non verbale e para verbale, che il coach esperto deve essere in condizione di cogliere. Una volta definito l’obiettivo e tradotto in piano d’azione per realizzarlo, non meno importante è il momento di verifica e sostegno applicati sistematicamente alle varie fasi di attuazione del piano d’azione.
Ecco un esempio di alcune possibili domande:
1. Come puoi promuovere te stesso nel mercato del lavoro?
2. Quali condizioni puoi modificare per vivere con più soddisfazione la tua vita professionale?
3. Cosa hai fatto negli ultimi mesi che ha rallentato la tua crescita professionale?
4. Quali sono i primi passi che puoi compiere per rientrare nel mercato del lavoro dopo questo periodo di stallo?
5. Cosa hai da offrire come elemento distintivo per essere preso in considerazione in ambito professionale?
6. Chi ti conosce, come descriverebbe i tuoi talenti?
7. Quali sono le emozioni che provi quando ti prepari per andare al lavoro?
8. Come ti senti mentre sei al lavoro? Come ti senti a fine giornata?
9. Quali emozioni provi quando pensi di trovare un altro lavoro?
10. Nell’attuale situazione lavorativa cosa ostacola la tua crescita?
11. Se ti immagini in un’altra situazione lavorativa più positiva, come ti vedi?
12. Di cosa avresti bisogno per sentirti più sicuro nel proporti?
L’anima del Career Coaching
Qualunque sia il modello prescelto per realizzare il coaching, il professionista deve sapere che la tentazione e il rischio di influenzare gli schemi mentali del cliente, che contribuiscono a ostacolare o favorire il raggiungimento dei risultati, è molto forte. Secondo quanto abbiamo acquisito durante il Master è molto importante lasciare totale spazio al cliente, per non interrompere il suo processo evolutivo, attraverso la “non interferenza” da parte del coach. Solitamente nelle relazioni ci si influenza, talora con quello che si dice e altre volte anche con quello che non viene detto. Alcuni esempi di “non detto” ma “agito” che possono influenzare sono: espressioni facciali, gesto di annuire, sorriso di approvazione, pacca sulla spalla, ecc. Anche la personalità e le idee del coach, “spingono” per suggerire una strategia o imboccare un risultato. È solo grazie ad un elevato grado di autocontrollo e di pratica che si può arrivare alla “non interferenza”, farsi specchio, presenza totalmente neutra. La neutralità assoluta del coach permette di non violare il processo evolutivo che sta avvenendo spontaneamente nel cliente e che costituisce il vero valore aggiunto dell’intervento. Secondo questa prospettiva, tutti gli interventi di bilancio di competenze, supporto nella scelta di interventi formativi o supporto nella ricerca delle opportunità di lavoro dovrebbero essere riservati ad altri tipi di consulenza.