Quando si lavora in un gruppo, si naviga tra le persone: si ascolta, si parla, si approfondisce, si evolve in una vasta rete di esperienze e si crea cultura umana allargata.
Nel lavorare insieme si passa da un mondo individuale, che opera su diversi fronti della vita personale, a metafore, emozioni e riflessioni che sorpassano le costrizioni individuali per diventare informazioni a rete, aperte e suscettibili di scoperte e associazioni. Ogni persona, confinata nella sua rete individuale, si apre a uno spazio collettivo dove comunica e condivide informazioni.
La parola chiave, in uno spazio dove ogni individuo elabora i propri progetti in modo anarchico, talvolta caotico, dove punta a condividere qualsiasi cosa, sia essa personale, lavorativa o culturale, sia abbozzata o altamente definita, è gestire la comunicazione. Dalla semplice condivisione della conoscenza al tenere aggiornata la visione comune degli accadimenti.
L’dea fondamentale è interagire, condividere e trovare connessioni. L’altro non parla solo di sé o dei suoi progetti, l’altro parla a noi e stimola la trasformazione della nostra mente.
Quello che può apparire egocentrico, goffo o anche banale, in realtà ha un’efficacia precisa: recuperare alla consapevolezza, in modo affidabile, un tipo di informazione che è generalmente nascosta, formata a metà e costantemente in movimento in un ambiente emotivo, nel quale ci immergiamo per trarne informazioni.
Il gruppo rappresenta un’estensione della nostra mente e gli strumenti per accedervi, per apprendere nel modo più significativo da ogni altro individuo, è prendere ispirazione dal modo in cui accediamo ai contenuti del nostro pensiero. Cioè, selezionando con l’ascolto in profondità il recupero di informazioni e associando una quantità crescente di dati, sensazioni ed esperienze. La mente del gruppo è la prima frontiera di come possiamo pensare in modo olistico.
Nel lavorare insieme si passa da un mondo individuale, che opera su diversi fronti della vita personale, a metafore, emozioni e riflessioni che sorpassano le costrizioni individuali per diventare informazioni a rete, aperte e suscettibili di scoperte e associazioni. Ogni persona, confinata nella sua rete individuale, si apre a uno spazio collettivo dove comunica e condivide informazioni.
La parola chiave, in uno spazio dove ogni individuo elabora i propri progetti in modo anarchico, talvolta caotico, dove punta a condividere qualsiasi cosa, sia essa personale, lavorativa o culturale, sia abbozzata o altamente definita, è gestire la comunicazione. Dalla semplice condivisione della conoscenza al tenere aggiornata la visione comune degli accadimenti.
L’dea fondamentale è interagire, condividere e trovare connessioni. L’altro non parla solo di sé o dei suoi progetti, l’altro parla a noi e stimola la trasformazione della nostra mente.
Quello che può apparire egocentrico, goffo o anche banale, in realtà ha un’efficacia precisa: recuperare alla consapevolezza, in modo affidabile, un tipo di informazione che è generalmente nascosta, formata a metà e costantemente in movimento in un ambiente emotivo, nel quale ci immergiamo per trarne informazioni.
Il gruppo rappresenta un’estensione della nostra mente e gli strumenti per accedervi, per apprendere nel modo più significativo da ogni altro individuo, è prendere ispirazione dal modo in cui accediamo ai contenuti del nostro pensiero. Cioè, selezionando con l’ascolto in profondità il recupero di informazioni e associando una quantità crescente di dati, sensazioni ed esperienze. La mente del gruppo è la prima frontiera di come possiamo pensare in modo olistico.