Introduzione
L’insaziabile bisogno di conoscerci è il motivo che ci spinge ad una continua ed instancabile ricerca interiore.
E’ una ricerca che si nutre di relazioni, di esperienze, di sapere.
Nel corso della vita si susseguono situazioni che sempre conducono a fare importanti passaggi verso una più profonda conoscenza di sé.
Non c’è da vergognarsi a cercare una strada tutte le volte che se ne ha bisogno, poiché c’è solo un modo di sapere se una strada è quella giusta: che porti gioia (Carol S. Pearson)[1]
E’ un continuo lavoro stimolato dall’esigenza di comprendere la propria identità, di potersi realizzare e quindi di vivere una vita felice.
La felicità è l’autorealizzazione di se medesimi, di se stessi, e questa è una definizione di Aristotele il quale ritiene che ogni uomo sia fornito di una vocazione, di una inclinazione, che lui chiama daimon, ciascuno ha il suo demone, il musicista, l’artista, il filosofo, l’uomo che lavora manualmente, e la felicità in greco si dice: eudaimonia "la buona realizzazione del tuo demone". Questa è la definizione di felicità di Aristotele e io sto a questa definizione, l’autorealizzazione, uno si autorealizza, se fa ciò per cui è chiamato o che è evocato, appunto, è felice. (Galimberti).
Per quanto riguarda la mia personale esperienza, se vado a ritroso con i ricordi, mi vedo bambina sempre in movimento, nel continuo bisogno di sperimentare e vivere situazioni diverse. Esuberante, vitale, bisognosa di sentirsi amata e riconosciuta, sempre un po’ controcorrente oltre che in corsa per essere, ma soprattutto per arrivare da adulta ad approfondire le mie conoscenze su un’ identità per tanto tempo non perfettamente compresa.
“L’identità si definisce attraverso una processualità che deve divenire un gioco virtuoso” ( citazione di A. Lombardi)
E’ un percorso quello interiore, che una volta iniziato, non si arresta.
“Si diventa nel momento in cui si entra nel processo”. (citazione di A. Lombardi)
Il viaggio inizia quando la corsa finisce. Non è mai un viaggio al di fuori, ma è un viaggio all’interno di noi stessi.
“Noi sperimentiamo la nostra natura nel momento in cui porgiamo al mondo ciò che siamo e il mondo ci restituisce ciò che siamo” (citazione di A. Lombardi).
Tutti abbiamo un progetto esistenziale, anche se non ne siamo consapevoli e la sua realizzazione dipende da quanto riusciamo ad interiorizzarci.
Purtroppo fuggiamo da noi stessi come dal peggior nemico e ci addoloriamo se non riusciamo nella nostra realizzazione.
Se non conosci te stesso non ti puoi neanche autorealizzare ( Galimberti )
Il profondo conoscitore di sé è colui che si impegna giorno dopo giorno a comprendere attraverso l’esperienza vissuta e al saper imparare dal sapere, ricordando però che un sapere senza la conoscenza non serve a nulla.
Il cammino dell’Eroe non è una strada dritta, ma una spirale. Continuiamo a procedere in cerchio attraverso le sue manifestazioni archetipiche a diversi livelli di profondità, di ampiezza e di altezza. Non è tanto questione di andare da qualche parte, quanto di espandersi. Il viaggio ci da spessore e sostanza.(Carol S.Pearson)
[1] L’Eroe dentro di noi (Carol S.Pearson- Astrolabio)
L’insaziabile bisogno di conoscerci è il motivo che ci spinge ad una continua ed instancabile ricerca interiore.
E’ una ricerca che si nutre di relazioni, di esperienze, di sapere.
Nel corso della vita si susseguono situazioni che sempre conducono a fare importanti passaggi verso una più profonda conoscenza di sé.
Non c’è da vergognarsi a cercare una strada tutte le volte che se ne ha bisogno, poiché c’è solo un modo di sapere se una strada è quella giusta: che porti gioia (Carol S. Pearson)[1]
E’ un continuo lavoro stimolato dall’esigenza di comprendere la propria identità, di potersi realizzare e quindi di vivere una vita felice.
La felicità è l’autorealizzazione di se medesimi, di se stessi, e questa è una definizione di Aristotele il quale ritiene che ogni uomo sia fornito di una vocazione, di una inclinazione, che lui chiama daimon, ciascuno ha il suo demone, il musicista, l’artista, il filosofo, l’uomo che lavora manualmente, e la felicità in greco si dice: eudaimonia "la buona realizzazione del tuo demone". Questa è la definizione di felicità di Aristotele e io sto a questa definizione, l’autorealizzazione, uno si autorealizza, se fa ciò per cui è chiamato o che è evocato, appunto, è felice. (Galimberti).
Per quanto riguarda la mia personale esperienza, se vado a ritroso con i ricordi, mi vedo bambina sempre in movimento, nel continuo bisogno di sperimentare e vivere situazioni diverse. Esuberante, vitale, bisognosa di sentirsi amata e riconosciuta, sempre un po’ controcorrente oltre che in corsa per essere, ma soprattutto per arrivare da adulta ad approfondire le mie conoscenze su un’ identità per tanto tempo non perfettamente compresa.
“L’identità si definisce attraverso una processualità che deve divenire un gioco virtuoso” ( citazione di A. Lombardi)
E’ un percorso quello interiore, che una volta iniziato, non si arresta.
“Si diventa nel momento in cui si entra nel processo”. (citazione di A. Lombardi)
Il viaggio inizia quando la corsa finisce. Non è mai un viaggio al di fuori, ma è un viaggio all’interno di noi stessi.
“Noi sperimentiamo la nostra natura nel momento in cui porgiamo al mondo ciò che siamo e il mondo ci restituisce ciò che siamo” (citazione di A. Lombardi).
Tutti abbiamo un progetto esistenziale, anche se non ne siamo consapevoli e la sua realizzazione dipende da quanto riusciamo ad interiorizzarci.
Purtroppo fuggiamo da noi stessi come dal peggior nemico e ci addoloriamo se non riusciamo nella nostra realizzazione.
Se non conosci te stesso non ti puoi neanche autorealizzare ( Galimberti )
Il profondo conoscitore di sé è colui che si impegna giorno dopo giorno a comprendere attraverso l’esperienza vissuta e al saper imparare dal sapere, ricordando però che un sapere senza la conoscenza non serve a nulla.
Il cammino dell’Eroe non è una strada dritta, ma una spirale. Continuiamo a procedere in cerchio attraverso le sue manifestazioni archetipiche a diversi livelli di profondità, di ampiezza e di altezza. Non è tanto questione di andare da qualche parte, quanto di espandersi. Il viaggio ci da spessore e sostanza.(Carol S.Pearson)
[1] L’Eroe dentro di noi (Carol S.Pearson- Astrolabio)