
Quando pensiamo alla nostra affermazione, alla nostra realizzazione, al nostro successo, inevitabilmente entriamo in un ginepraio di interpretazioni dove ci chiediamo: ‘è meglio avere, o è meglio essere? O tutti e due?’
Quando affrontiamo con attenzione il senso del nostro successo personale, se poi esiste davvero, ci rendiamo conto che non può essere fatto di segni esterni e di apparenze, ma solo di valori personali intangibili che nascono da un pensiero maturo. E questo può esistere solo dentro di noi.
Il segno distintivo della nostra realizzazione, pertanto, riguarda la necessità di avere obiettivi chiari che impieghino la nostra energia e creatività verso uno scopo.
Andare verso uno scopo significa incontrare una realtà che per sua natura è discontinua, con impennate positive alternate da crolli improvvisi, dove ci capiterà di sbagliare, ma anche di imparare dagli errori e molte volte colpire nel segno.
Ogni esperienza ci pone di fronte ad un prezzo da pagare, uno fra tutti, l’incapacità di gioire di quello che non ci siamo guadagnati con il nostro impegno e i nostri sforzi.
Il bilanciamento della fatica e della gioia nel raggiungimento di uno scopo è misurato dal grado di soddisfazione e dal gusto che si prova in quello che si fa, mentre lo si fa. Non è necessario che gli altri si accorgano che siamo contenti purché noi ne siamo coscienti.
Essere coscienti significa apprezzare i segreti del mestiere e accarezzare i grandi obiettivi della vita, con il desiderio di essere in armonia con le corde dell’esistenza e il coraggio di realizzare noi stessi fino a quel punto.
Quando affrontiamo con attenzione il senso del nostro successo personale, se poi esiste davvero, ci rendiamo conto che non può essere fatto di segni esterni e di apparenze, ma solo di valori personali intangibili che nascono da un pensiero maturo. E questo può esistere solo dentro di noi.
Il segno distintivo della nostra realizzazione, pertanto, riguarda la necessità di avere obiettivi chiari che impieghino la nostra energia e creatività verso uno scopo.
Andare verso uno scopo significa incontrare una realtà che per sua natura è discontinua, con impennate positive alternate da crolli improvvisi, dove ci capiterà di sbagliare, ma anche di imparare dagli errori e molte volte colpire nel segno.
Ogni esperienza ci pone di fronte ad un prezzo da pagare, uno fra tutti, l’incapacità di gioire di quello che non ci siamo guadagnati con il nostro impegno e i nostri sforzi.
Il bilanciamento della fatica e della gioia nel raggiungimento di uno scopo è misurato dal grado di soddisfazione e dal gusto che si prova in quello che si fa, mentre lo si fa. Non è necessario che gli altri si accorgano che siamo contenti purché noi ne siamo coscienti.
Essere coscienti significa apprezzare i segreti del mestiere e accarezzare i grandi obiettivi della vita, con il desiderio di essere in armonia con le corde dell’esistenza e il coraggio di realizzare noi stessi fino a quel punto.