Il Reiki è: benessere psicofisico, energia pura, amore universale, consapevolezza, libertà, compassione, crescita personale, espansione spirituale, intuito.
E’ una tecnica orientale di guarigione spirituale e fisica, nata in oriente, si basa sul presupposto che nell’universo fluisce una corrente di energia (definita: universale) che è dappertutto, pervade ogni cosa. Ha vari nomi a secondo delle diverse culture di origine: Ki in Giappone, Prana in India, Qi in Cina. Come forma di terapia vibrazionale che possiamo definire “olistica”, si occupa di curare mente, corpo e anima.
E’ una forma di guarigione e riequilibrio, da temporanei squilibri energetici che possono causare malattie, disturbi fisici, provacati spesso da ansia e stress. L’operatore reiki interviene per ristabilire i livelli energetici, agendo come un canale di scorrimento, facendo fluire dentro di sé l’energia per poi trasferirla al ricevente, il tutto attraverso la semplice imposizione delle mani sul corpo.
Un paio di anni fa mi sono avvicinato a questa tecnica, in modo molto istintivo, naturale, in seguito ho avuto modo di essere attivato, ho compiuto quindi un primo passo. Il primo livello, dove s’impara, ad auto trattarsi, per equilibrare la propria energia e a fare il trattamento all’altro, quindi a farla scorrere.
Nella mia esperienza personale nel fare Reiki, dare e ricevere sono momenti di condivisione e percezione a un livello sottile e profondo, dell’altro e sé stessi. Può accadere durante il trattamento, di “sentire” in alcuni punti del corpo, calore, attrazione magnetica, freschezza, pesantezza, l’operatore ascolta e lascia scorrere, a fine seduta a volte nasce spontanea la condivisione di questo “sentire”.
Avere la possibilità di praticare è a mio avviso di aiuto in un percorso di coaching, rilassa la mente e il corpo, cura, modifica l’atmosfera circostante, migliora la qualità della relazione tra il coach e il coachee, la sposta a un livello più profondo, aiuta a definire il campo, a trovare una centratura, una presenza, ripulite da pensieri e tensioni a volte inutili e tossici, che possono essere tra gli ostacoli per andare verso l’obiettivo.
E’ una tecnica orientale di guarigione spirituale e fisica, nata in oriente, si basa sul presupposto che nell’universo fluisce una corrente di energia (definita: universale) che è dappertutto, pervade ogni cosa. Ha vari nomi a secondo delle diverse culture di origine: Ki in Giappone, Prana in India, Qi in Cina. Come forma di terapia vibrazionale che possiamo definire “olistica”, si occupa di curare mente, corpo e anima.
E’ una forma di guarigione e riequilibrio, da temporanei squilibri energetici che possono causare malattie, disturbi fisici, provacati spesso da ansia e stress. L’operatore reiki interviene per ristabilire i livelli energetici, agendo come un canale di scorrimento, facendo fluire dentro di sé l’energia per poi trasferirla al ricevente, il tutto attraverso la semplice imposizione delle mani sul corpo.
Un paio di anni fa mi sono avvicinato a questa tecnica, in modo molto istintivo, naturale, in seguito ho avuto modo di essere attivato, ho compiuto quindi un primo passo. Il primo livello, dove s’impara, ad auto trattarsi, per equilibrare la propria energia e a fare il trattamento all’altro, quindi a farla scorrere.
Nella mia esperienza personale nel fare Reiki, dare e ricevere sono momenti di condivisione e percezione a un livello sottile e profondo, dell’altro e sé stessi. Può accadere durante il trattamento, di “sentire” in alcuni punti del corpo, calore, attrazione magnetica, freschezza, pesantezza, l’operatore ascolta e lascia scorrere, a fine seduta a volte nasce spontanea la condivisione di questo “sentire”.
Avere la possibilità di praticare è a mio avviso di aiuto in un percorso di coaching, rilassa la mente e il corpo, cura, modifica l’atmosfera circostante, migliora la qualità della relazione tra il coach e il coachee, la sposta a un livello più profondo, aiuta a definire il campo, a trovare una centratura, una presenza, ripulite da pensieri e tensioni a volte inutili e tossici, che possono essere tra gli ostacoli per andare verso l’obiettivo.