
Per operare in un ambito relazionale e diventare un professionista affermato (coach, counselor, operatore d’aiuto) si deve fare amicizia con le proprie emozioni e il subconscio. Se emozioni e subconscio non vengono integrati alla coscienza, difficilmente si riesce ad accedere ad un potenziale di energia, creatività e saggezza da investire nella propria professione.
Quando nella propria formazione si dà una attenzione esclusiva alla tecnica, o ai libri, e meno attenzione agli aspetti evolutivi, prima o poi si va incontro a crisi personali e professionali. Clienti e situazioni, oscureranno ogni tentativo maldestro di razionalizzare i problemi e manderanno in cortocircuito atteggiamenti o comportamenti poco flessibili.
Le conoscenze, ovviamente, sono indispensabili, ma occorre andare loro incontro. Non basta alzare il dito per dire ‘va bene così’, ‘la situazione presente, senza infamia e senza lode, procede’. Occorre osservare e vedere la propria ombra, pur lasciandola dietro di sé, e guardare due passi avanti.
Ecco allora alcune indicazioni per prendersi seriamente cura di se stessi e diventare un buon professionista.
Prendersi cura del corpo, innanzitutto, e capire come funziona, per ricaricarsi e rigenerarsi. E’ il primo terreno di apprendimento.
Imparare sempre, anche quando apparentemente non stiamo imparando. Ogni cosa, anche la più banale, è fonte di apprendimento: ogni persona è un insegnante e ogni problema è una lezione.
Imparare dagli ‘errori’ o ‘fallimenti’. L’errore è quello di non capire o di non imparare una lezione.
In un mondo che gira velocemente, il vero professionista è colui impara da esperienze fallimentari e le utilizza per guarire il proprio ego.
Quando nella propria formazione si dà una attenzione esclusiva alla tecnica, o ai libri, e meno attenzione agli aspetti evolutivi, prima o poi si va incontro a crisi personali e professionali. Clienti e situazioni, oscureranno ogni tentativo maldestro di razionalizzare i problemi e manderanno in cortocircuito atteggiamenti o comportamenti poco flessibili.
Le conoscenze, ovviamente, sono indispensabili, ma occorre andare loro incontro. Non basta alzare il dito per dire ‘va bene così’, ‘la situazione presente, senza infamia e senza lode, procede’. Occorre osservare e vedere la propria ombra, pur lasciandola dietro di sé, e guardare due passi avanti.
Ecco allora alcune indicazioni per prendersi seriamente cura di se stessi e diventare un buon professionista.
Prendersi cura del corpo, innanzitutto, e capire come funziona, per ricaricarsi e rigenerarsi. E’ il primo terreno di apprendimento.
Imparare sempre, anche quando apparentemente non stiamo imparando. Ogni cosa, anche la più banale, è fonte di apprendimento: ogni persona è un insegnante e ogni problema è una lezione.
Imparare dagli ‘errori’ o ‘fallimenti’. L’errore è quello di non capire o di non imparare una lezione.
In un mondo che gira velocemente, il vero professionista è colui impara da esperienze fallimentari e le utilizza per guarire il proprio ego.