Sin dall’inizio di questo affascinante ed inesauribile viaggio nel mondo della crescita personale e del coaching mi sono sempre posto il problema dell’ETICA morale in un rapporto tra il Coach ed il proprio cliente.
L’ICF, l’ente maggiormente rappresentativo del settore, ha un lungo e dettagliato codice etico che elenca cosa fare…cosa non fare…come comportarsi in questa o quella situazione….
https://www.icf-italia.org/cosa-e-icf/il-codice-di-etica-di-icf/codice-etico-icf-faq)
ma dopo averlo letto e riletto…il dubbio rimaneva…può un elenco di norme soddisfare il significato più profondo della parola “ETICA MORALE”?
Al mio dubbio ho potuto avere un’esaustiva ed illuminante risposta all’ultimo incontro formativo del corso Mental Training & Coaching tenuto dal Dr. Armando Lombardo e dal Dr. Lorenzo Manfredini.
L’etica del coaching è certamente un insieme di norme e di codici di comportamento che applicati fini a se stessi rispettano certamente il cliente e uniformano gli standard di erogazione del servizio… ma non lo aiutano profondamente…certo lo tutelano da furfanti ed improvvisati…ma si fermano li.
Lo scopo che invece si prefigge un Coach per come lo intendo io è di supportare e sostenere il proprio cliente nel viaggio di evoluzione verso l’obiettivo prefissato…è un tipo di etica più morale che comportamentale che deve guidare il mio coach…
Un Bravo Coach si sente dentro la vera responsabilità dell’evoluzione del cliente che a lui si è affidato...il supremo rispetto asettico per ciò che il cliente è adesso e la massima fiducia in lui per ciò che si appresta a diventare…
Quindi, per onorare questa relazione di aiuto, un coach deve essere due cose:
LA NON URGENZA E LA NON INTERFERENZA…. attenzione…
perché dico…ESSERE…e non APPLICARE…
perché il significato intrinseco di queste due affermazioni è molto più profondo e difficile da attuare di quanto possa sembrare ad una superficiale interpretazione semantica dei termini…
IL Coach per poter adempiere eticamente al suo ruolo di aiuto deve ARRETRARE …deve farsi NEUTRO…il suo significato all’interno di questa relazione è di servizio al punto tale che il rispetto per il percorso evolutivo non debba essere turbato nemmeno dai pensieri, che attraverso la comunicazione mente-corpo, verrebbero comunque trasferiti, introducendo interferenze al delicato processo di scoperta in atto.
Ma questo per il Coach è forse la condizione più difficile…perché esula dalle tecniche…diventa abnegazione del se… apnea dell’ego….ibernazione del proprio narcisismo…al servizio del proprio cliente.
Questa è la miglior espressione del mio coaching etico.
L’ICF, l’ente maggiormente rappresentativo del settore, ha un lungo e dettagliato codice etico che elenca cosa fare…cosa non fare…come comportarsi in questa o quella situazione….
https://www.icf-italia.org/cosa-e-icf/il-codice-di-etica-di-icf/codice-etico-icf-faq)
ma dopo averlo letto e riletto…il dubbio rimaneva…può un elenco di norme soddisfare il significato più profondo della parola “ETICA MORALE”?
Al mio dubbio ho potuto avere un’esaustiva ed illuminante risposta all’ultimo incontro formativo del corso Mental Training & Coaching tenuto dal Dr. Armando Lombardo e dal Dr. Lorenzo Manfredini.
L’etica del coaching è certamente un insieme di norme e di codici di comportamento che applicati fini a se stessi rispettano certamente il cliente e uniformano gli standard di erogazione del servizio… ma non lo aiutano profondamente…certo lo tutelano da furfanti ed improvvisati…ma si fermano li.
Lo scopo che invece si prefigge un Coach per come lo intendo io è di supportare e sostenere il proprio cliente nel viaggio di evoluzione verso l’obiettivo prefissato…è un tipo di etica più morale che comportamentale che deve guidare il mio coach…
Un Bravo Coach si sente dentro la vera responsabilità dell’evoluzione del cliente che a lui si è affidato...il supremo rispetto asettico per ciò che il cliente è adesso e la massima fiducia in lui per ciò che si appresta a diventare…
Quindi, per onorare questa relazione di aiuto, un coach deve essere due cose:
LA NON URGENZA E LA NON INTERFERENZA…. attenzione…
perché dico…ESSERE…e non APPLICARE…
perché il significato intrinseco di queste due affermazioni è molto più profondo e difficile da attuare di quanto possa sembrare ad una superficiale interpretazione semantica dei termini…
IL Coach per poter adempiere eticamente al suo ruolo di aiuto deve ARRETRARE …deve farsi NEUTRO…il suo significato all’interno di questa relazione è di servizio al punto tale che il rispetto per il percorso evolutivo non debba essere turbato nemmeno dai pensieri, che attraverso la comunicazione mente-corpo, verrebbero comunque trasferiti, introducendo interferenze al delicato processo di scoperta in atto.
Ma questo per il Coach è forse la condizione più difficile…perché esula dalle tecniche…diventa abnegazione del se… apnea dell’ego….ibernazione del proprio narcisismo…al servizio del proprio cliente.
Questa è la miglior espressione del mio coaching etico.