
Due persone che parlano o un gruppo che partecipa ad un programma di formazione come il Mental Training e Coaching, non condividono solo informazioni, comunicano. E la comunicazione è ovunque. E si manifesta nel desiderio di estendere la partecipazione ad ogni altro livello e ad ogni nuovo scenario.
E’ la curiosità di capire attraverso discussioni e domande, non solo come imparare nuove cose, ma come essere più in contatto con la propria esperienza interiore, come sperimentare i fenomeni della vita e come condividere il proprio essere presenti.
La conoscenza, le domande e la curiosità sono delle calamite che puntano verso la vita, e trascendono tutta la tecnologia o le parole d'ordine di ogni apprendimento e formazione. Quando sperimentiamo delle tecniche speciali o degli stati mentali dove il pensiero ordinario, la contemplazione o la concentrazione, diventano meditazione, ci dotiamo del più grande strumento che abbiamo: la consapevolezza. Alla consapevolezza accediamo attraverso varie esperienze di apprendimento emotivo e psicologico, attraverso le conoscenza e le domande sulla vita, ma la vera sfida per la nostra crescita è quella di confondere i pensieri troppo razionali o le emozioni troppo pervasive per far emergere domande reali e poter personalizzare efficacemente metodi di apprendimento di tipo misto: corporeo, emotivo, cognitivo.
Le domande sono i semi dell’apprendimento di ogni allievo partecipe, ma ci sono tre fattori, di cui vi voglio parlare, che fanno la differenza nella comune condivisione.
Il primo è la curiosità di spingersi a comprendere che cosa funziona e cosa non funziona per se stessi in chiave di autoapprendimento, e come funziona una strategia o una tecnica quando la si propone attraverso la propria professione.
Il secondo è abbracciare senza timore il disordinato processo di tentativi ed errori, direi l'inevitabile processo di tentativi ed errori.
E terzo, praticare la riflessione. Quello che facciamo in ogni momento è importante, merita la nostra attenzione, ma merita anche la nostra revisione.
Possiamo essere buoni esempi di coach, counselor o psicologi, nella nostra vita come nella nostra professione?
Per le persone che incontriamo sul nostro cammino, penso proprio di sì.
Per noi, in quanto coltivatori di curiosità e di ricerca, possiamo portare più sensazioni, più emozioni, più immaginazione e più significati, a una vita che ci attrae.
E’ la curiosità di capire attraverso discussioni e domande, non solo come imparare nuove cose, ma come essere più in contatto con la propria esperienza interiore, come sperimentare i fenomeni della vita e come condividere il proprio essere presenti.
La conoscenza, le domande e la curiosità sono delle calamite che puntano verso la vita, e trascendono tutta la tecnologia o le parole d'ordine di ogni apprendimento e formazione. Quando sperimentiamo delle tecniche speciali o degli stati mentali dove il pensiero ordinario, la contemplazione o la concentrazione, diventano meditazione, ci dotiamo del più grande strumento che abbiamo: la consapevolezza. Alla consapevolezza accediamo attraverso varie esperienze di apprendimento emotivo e psicologico, attraverso le conoscenza e le domande sulla vita, ma la vera sfida per la nostra crescita è quella di confondere i pensieri troppo razionali o le emozioni troppo pervasive per far emergere domande reali e poter personalizzare efficacemente metodi di apprendimento di tipo misto: corporeo, emotivo, cognitivo.
Le domande sono i semi dell’apprendimento di ogni allievo partecipe, ma ci sono tre fattori, di cui vi voglio parlare, che fanno la differenza nella comune condivisione.
Il primo è la curiosità di spingersi a comprendere che cosa funziona e cosa non funziona per se stessi in chiave di autoapprendimento, e come funziona una strategia o una tecnica quando la si propone attraverso la propria professione.
Il secondo è abbracciare senza timore il disordinato processo di tentativi ed errori, direi l'inevitabile processo di tentativi ed errori.
E terzo, praticare la riflessione. Quello che facciamo in ogni momento è importante, merita la nostra attenzione, ma merita anche la nostra revisione.
Possiamo essere buoni esempi di coach, counselor o psicologi, nella nostra vita come nella nostra professione?
Per le persone che incontriamo sul nostro cammino, penso proprio di sì.
Per noi, in quanto coltivatori di curiosità e di ricerca, possiamo portare più sensazioni, più emozioni, più immaginazione e più significati, a una vita che ci attrae.