In un momento di pausa forzata in fila, in attesa del mio turno, scorrevo distrattamente sui social media, guardando post di amici e conoscenti fino a quando la mia attenzione si sofferma su di un post che diceva:
“ci si abitua, ci si abitua al distanziamento, ci si abitua alle mascherine, ci si abitua a molte altre cose” e continuava così.
In questo post ho trovato questa piccola frase che risuonava in me in maniera strana ed ho iniziato a rifletterci su, per comprendere dove nasceva in me questa perplessità.
È vero, ci si abitua a molte cose ma a volte questo abituarsi è voluto, ed è ricercato. Per esempio, quando ci si allena ovvero si abitua il corpo a fare un gesto, a fare un movimento più preciso o un balzo più veloce. Si allena il corpo e allo stesso tempo si allena anche la mente. E sì, la mente viene coinvolta per migliorare il gesto ma anche per essere determinati nel compiere quel gesto infinitesime volte finché non soddisfi le nostre aspettative.
Ma che differenza c'è tra allenarsi e abituarsi?
Entrambi creano un condizionamento ma se nell’allenamento questo è voluto, ricercato ed è cosciente, nell’abituarsi questo condizionamento resta inconsapevole. Crea in noi schemi motori, abitudini e routine a cui non diamo peso ma al contempo creano cambiamenti. Questi cambiamenti possono essere positivi o negativi ma restano comunque inconsapevoli.
Allora cosa possiamo fare?
Portare maggior attenzione alle cose di tutti i giorni, portare maggior coscienza agli avvenimenti che ci accadono e che ci circondano.
Scegliamo di fare. Scegliamo di allenare la nostra consapevolezza per portare maggiore attenzione alle abitudini che viviamo, ai piccoli movimenti compiuti mentre la nostra mente è distratta. Scegliamo di dare valore a uno sguardo di chi come noi distrattamente ci incrocia.
Alla fine, togliamo gli occhiali dell’incoscienza per guardare con occhi nuovi il mondo che ci circonda e scegliamo la nostra vita.
“ci si abitua, ci si abitua al distanziamento, ci si abitua alle mascherine, ci si abitua a molte altre cose” e continuava così.
In questo post ho trovato questa piccola frase che risuonava in me in maniera strana ed ho iniziato a rifletterci su, per comprendere dove nasceva in me questa perplessità.
È vero, ci si abitua a molte cose ma a volte questo abituarsi è voluto, ed è ricercato. Per esempio, quando ci si allena ovvero si abitua il corpo a fare un gesto, a fare un movimento più preciso o un balzo più veloce. Si allena il corpo e allo stesso tempo si allena anche la mente. E sì, la mente viene coinvolta per migliorare il gesto ma anche per essere determinati nel compiere quel gesto infinitesime volte finché non soddisfi le nostre aspettative.
Ma che differenza c'è tra allenarsi e abituarsi?
Entrambi creano un condizionamento ma se nell’allenamento questo è voluto, ricercato ed è cosciente, nell’abituarsi questo condizionamento resta inconsapevole. Crea in noi schemi motori, abitudini e routine a cui non diamo peso ma al contempo creano cambiamenti. Questi cambiamenti possono essere positivi o negativi ma restano comunque inconsapevoli.
Allora cosa possiamo fare?
Portare maggior attenzione alle cose di tutti i giorni, portare maggior coscienza agli avvenimenti che ci accadono e che ci circondano.
Scegliamo di fare. Scegliamo di allenare la nostra consapevolezza per portare maggiore attenzione alle abitudini che viviamo, ai piccoli movimenti compiuti mentre la nostra mente è distratta. Scegliamo di dare valore a uno sguardo di chi come noi distrattamente ci incrocia.
Alla fine, togliamo gli occhiali dell’incoscienza per guardare con occhi nuovi il mondo che ci circonda e scegliamo la nostra vita.