"Ci sono tre cose estremamente dure: l’acciaio, un diamante, e conoscere se stessi."
Benjamin Franklin
“Chi sei?”, “chi vuoi essere?”, “come ti definisci?”, “cosa ti definisce?”, “qual è la tua migliore abilità e qualità?” sono tutte domande che ci siamo posti ed abbiamo posto ai nostri compagni di corso in questi appuntamenti del Master. Tuttavia, non è sempre così facile dare una risposta. Personalmente mi sono trovata spesso in difficoltà nel rispondere, quasi provando imbarazzo a volte perché nella mia mente non avevo una linea chiara. In primis perché non mi ero mai soffermata a chiedermi chi fossi, o meglio l’ho sempre chiesto agli altri ma mai a me stessa (almeno non in questi termini).
Quando Umberto Baglietti ci ha chiesto “come vi definireste con uno slogan?” ho avuto un momento di perplessità: <<cosa mi definisce esattamente? Come mi definisco io nella mia mente? È difficile connotarmi con una parola o con una frase di pochissime parole. Non ci riesco! So fare tante cose, ho molti interessi, ho idee, sono fatta di tante sfaccettature, cosa scelgo?>>.
Ecco che in questo mare di pensieri e di vuoto non sono riuscita a venirne a capo. Sì, perché etichettarsi e catalogarsi in un campo specifico, vedersi da fuori in modo oggettivo e darsi un valore è qualcosa che necessita di 4 “C”: Coraggio, Comunicazione, Conoscenza, Consapevolezza.
Questi concetti implicano una ricerca interiore, anzi una vera e propria opera di scavo massiccio per trovare quel qualcosa che forse non è altro che l’essenza della persona stessa.
E se non si riuscisse o non si volesse del tutto guardarsi dentro?
Lorenzo ha proprio intitolato la sua rubrica “un passo avanti e due dentro” come se fosse una guida, uno strumento per i lettori affinché possano compiere questo percorso di riflessione. Piano piano si arriva al traguardo ma servono tempo, costanza e pazienza.
Una cosa che sto imparando è che per avventurarsi in questo meraviglioso micro-mondo della personalità ci vuole prudenza. È come trovarsi nella giungla con solo lo spazzolino appresso... mica facile sopravvivere! La paura di sé spesso batte la voglia di emergere.
Bisogna affrontare le proprie debolezze, le proprie lacune, la bestia dell’autocritica e del confronto con i modelli utopistici di noi stessi che ci siamo creati ed alimentiamo giorno dopo giorno.
Consapevolezza… Conoscenza… Coscienza… Caparbietà… Cuore… forse le “C” sono molte di più di quelle che pensavo.
Quale è la morale di tutto ciò? Sto tutt’ora cercando il mio slogan.
Più lo cerco e lo rielaboro, più mi rendo conto che un’idea chiara di me non ce l’ho!
“Chi sono realmente io?”. Il cercare me stessa mi sta spingendo verso progetti nuovi, verso nuove forme di espressione ed un atteggiamento più disposto alla vita e agli altri. Mi sto scoprendo e la strada principale continua a diramarsi in vie traverse con ponti, sottopassaggi, curve a gomito, rettilinei e qualche dosso. Come dice Lorenzo: <<Nel nostro piccolo, viviamo l’entropia come qualcosa che passa, nel suo sviluppo, dall’ordine alla confusione>>. Devo ammettere che per mettere ordine dentro me stessa mi servirebbe una segretaria.
La domanda che mi pongo è “chi sarò quando sarò arrivata?”.
Benjamin Franklin
“Chi sei?”, “chi vuoi essere?”, “come ti definisci?”, “cosa ti definisce?”, “qual è la tua migliore abilità e qualità?” sono tutte domande che ci siamo posti ed abbiamo posto ai nostri compagni di corso in questi appuntamenti del Master. Tuttavia, non è sempre così facile dare una risposta. Personalmente mi sono trovata spesso in difficoltà nel rispondere, quasi provando imbarazzo a volte perché nella mia mente non avevo una linea chiara. In primis perché non mi ero mai soffermata a chiedermi chi fossi, o meglio l’ho sempre chiesto agli altri ma mai a me stessa (almeno non in questi termini).
Quando Umberto Baglietti ci ha chiesto “come vi definireste con uno slogan?” ho avuto un momento di perplessità: <<cosa mi definisce esattamente? Come mi definisco io nella mia mente? È difficile connotarmi con una parola o con una frase di pochissime parole. Non ci riesco! So fare tante cose, ho molti interessi, ho idee, sono fatta di tante sfaccettature, cosa scelgo?>>.
Ecco che in questo mare di pensieri e di vuoto non sono riuscita a venirne a capo. Sì, perché etichettarsi e catalogarsi in un campo specifico, vedersi da fuori in modo oggettivo e darsi un valore è qualcosa che necessita di 4 “C”: Coraggio, Comunicazione, Conoscenza, Consapevolezza.
Questi concetti implicano una ricerca interiore, anzi una vera e propria opera di scavo massiccio per trovare quel qualcosa che forse non è altro che l’essenza della persona stessa.
E se non si riuscisse o non si volesse del tutto guardarsi dentro?
Lorenzo ha proprio intitolato la sua rubrica “un passo avanti e due dentro” come se fosse una guida, uno strumento per i lettori affinché possano compiere questo percorso di riflessione. Piano piano si arriva al traguardo ma servono tempo, costanza e pazienza.
Una cosa che sto imparando è che per avventurarsi in questo meraviglioso micro-mondo della personalità ci vuole prudenza. È come trovarsi nella giungla con solo lo spazzolino appresso... mica facile sopravvivere! La paura di sé spesso batte la voglia di emergere.
Bisogna affrontare le proprie debolezze, le proprie lacune, la bestia dell’autocritica e del confronto con i modelli utopistici di noi stessi che ci siamo creati ed alimentiamo giorno dopo giorno.
Consapevolezza… Conoscenza… Coscienza… Caparbietà… Cuore… forse le “C” sono molte di più di quelle che pensavo.
Quale è la morale di tutto ciò? Sto tutt’ora cercando il mio slogan.
Più lo cerco e lo rielaboro, più mi rendo conto che un’idea chiara di me non ce l’ho!
“Chi sono realmente io?”. Il cercare me stessa mi sta spingendo verso progetti nuovi, verso nuove forme di espressione ed un atteggiamento più disposto alla vita e agli altri. Mi sto scoprendo e la strada principale continua a diramarsi in vie traverse con ponti, sottopassaggi, curve a gomito, rettilinei e qualche dosso. Come dice Lorenzo: <<Nel nostro piccolo, viviamo l’entropia come qualcosa che passa, nel suo sviluppo, dall’ordine alla confusione>>. Devo ammettere che per mettere ordine dentro me stessa mi servirebbe una segretaria.
La domanda che mi pongo è “chi sarò quando sarò arrivata?”.