Esagerando, dico che il disordine è creativo, tocca lo spirito di avventura e d’immaginazione, è simpatico ed è espressione di individualità. Riflette la spontaneità dello scompiglio naturale. Del caos primordiale e dell’allegra anarchia.
Il disordine è una sfida all'immaginazione, alla memoria, all'investigazione. Fa compagnia e sorprende, soprattutto quando si ritrovano le cose.
L’ordine, di concerto, è pratico e utile e ogni cosa ha un suo posto. Da questo punto di vista, l’ordine è gerarchico e senza fantasia. E quando è eccessivo diventa lamento, colpa, vergogna, litigio.
Insomma, niente di buono per la coppia.
Tutti, prima o poi, abbiamo litigato con il disordine e lo sporco. Il problema è che l’ordine e il disordine dipendono dalle abitudini quotidiane, e queste sono difficili da cambiare. Non è una questione di amare l’altro se si è ordinati o meno, è una questione di routine e di atteggiamento. Si arriva a prendersi cura di se stessi, delle cose e delle persone con cui si vive come una conquista progressiva di benessere personale e di crescenti responsabilità.
E’ ovvio che in un ambiente accogliente, dopo una giornata di lavoro, ci si voglia rilassare e sentire a proprio agio, ma non si può essere perfetti. Il perfezionismo fa male se i modelli interiorizzati sono quelli ideali e gli altri, di casa, si ribellano. E poi è una questione di abitudini, di energie a disposizione, di ripartizione di compiti, di partecipazione, di tempi.
Il processo educativo di una responsabilità condivisa va formata, non imposta. E’ vero che alla donna sembra di fare spesso la ’mamma’ di un figlio capriccioso e inetto, ma occorre apprezzare i piccoli impegni quotidiani e le differenti abitudini.
Se si è sufficientemente tolleranti, si possono apprezzare i dieci minuti di impegno quotidiano e le routine settimanali che diminuiscono il disordine cronico.
Ma, se non si vuol far diventare la casa una tomba dell’amore, ci sono delle priorità. Occorre procedere a piccoli passi e accettare di immergersi completamente, prima del disordine e delle cose da fare, nelle persone e nei loro progressi.