Il mondo del lavoro sta subendo importanti evoluzioni; la dimensione professionale occupa sempre più tempo nella vita delle persone le quali si trovano a fronteggiare situazioni di crisi, incertezza, ma anche di crescita e nuove opportunità. Molti lavoratori tendono a sviluppare una percezione instabile della propria vita professionale, trovandosi così a gestire momenti di disagio e di difficoltà. All’interno di questa cornice vi è una richiesta sempre più ampia, da parte dei lavoratori, di ricevere un supporto da professionisti per riuscire a gestire al meglio la propria vita professionale. La richiesta di supporto relativa allo sviluppo di carriera ho notato che gli elementi che accomunano maggiormente le persone sono principalmente due:
Paura del cambiamento, nonostante la decisione di intraprendere un cambiamento professionale sia dettata dalla persona stessa, “cambiare” vuol dire uscire dalla propria zona di comfort della quale si conoscono pregi, difetti e confini.
Incapacità di immaginare uno scenario futuro, spesso la persona è così ancorata agli aspetti negativi delle dimensioni del passato e del presente da essere frenato nel delineare con precisione i tasselli che costituiscono una situazione desiderata.
Relazionarsi con persone che si scontrano con difficoltà e resistenze a identificare il loro disagio e i loro obiettivi si cerca di introdurre un linguaggio differente da quello prettamente verbale: il linguaggio visuale (scrittura e/o disegno).
Il disegno aiuta il cliente a dare un significato al proprio vissuto creando anche una situazione giocosa; allo stesso modo la scrittura viene vissuta in una modalità creativo-espressiva non richiedendo un approccio narrativo tradizionale.
Questo permette di creare anche una relazione paritaria fondata sulla definizione di un linguaggio comune riducendo eventuali interpretazioni derivanti dal mondo ed esperienza personale del professionista.
L’ approfondimento di strumenti visuali in questa tipologia di relazione sono riuscito a cogliere meglio, e a sensibilizzarmi, rispetto al disagio di partenza che le persone portano con sé in questo percorso:
Introdurre la scrittura o il disegno permettono al cliente di focalizzare i propri punti di forza, di debolezza, minacce ed opportunità; consentono di identificare gli ostacoli nelle scelte di carriera ma favoriscono un atteggiamento più positivo di sé che permette di rispondere in maniera resiliente alle sfide della vita.
Altro elemento vantaggioso dello strumento visuale è dato dalla possibilità di co-costruire la rappresentazione grafica del pensiero, dandone quindi concretezza sia per il fatto che viene rappresentato visivamente, sia per il fatto che il cliente può utilizzare la visualizzazione per riflettere e sviluppare nuovi obiettivi e chiavi di lettura in un personale momento di riflessione al di fuori della relazione col professionista.
La tecnica “post–it” la uso sempre in maniera flessibile, condividendola con la persona. Questo dà la possibilità di rivedere come il lavoro è cambiato in questi anni e come abbia un forte valore impattante nella vita di ognuno di noi. L’elemento che considero maggiormente innovativo è stato quello di provare ad introdurre durante gli incontri degli strumenti differenti dal dialogo ma legati alla scrittura. L’utilizzo dei post – it è stata una chiave molto interessante che potrebbe costituire la basa sulla quale iniziare a costruire delle mappe o degli strumenti per arricchire la mia cassetta degli attrezzi.
Paura del cambiamento, nonostante la decisione di intraprendere un cambiamento professionale sia dettata dalla persona stessa, “cambiare” vuol dire uscire dalla propria zona di comfort della quale si conoscono pregi, difetti e confini.
Incapacità di immaginare uno scenario futuro, spesso la persona è così ancorata agli aspetti negativi delle dimensioni del passato e del presente da essere frenato nel delineare con precisione i tasselli che costituiscono una situazione desiderata.
Relazionarsi con persone che si scontrano con difficoltà e resistenze a identificare il loro disagio e i loro obiettivi si cerca di introdurre un linguaggio differente da quello prettamente verbale: il linguaggio visuale (scrittura e/o disegno).
Il disegno aiuta il cliente a dare un significato al proprio vissuto creando anche una situazione giocosa; allo stesso modo la scrittura viene vissuta in una modalità creativo-espressiva non richiedendo un approccio narrativo tradizionale.
Questo permette di creare anche una relazione paritaria fondata sulla definizione di un linguaggio comune riducendo eventuali interpretazioni derivanti dal mondo ed esperienza personale del professionista.
L’ approfondimento di strumenti visuali in questa tipologia di relazione sono riuscito a cogliere meglio, e a sensibilizzarmi, rispetto al disagio di partenza che le persone portano con sé in questo percorso:
- difficoltà ad esprimere il vissuto emotivo rispetto alla situazione che stanno vivendo;
- difficoltà ad identificare il proprio disagio;
- tendenza a sviluppare un atteggiamento d’attesa di una soluzione data, rispetto al problema;
- difficoltà ad identificare le risorse in loro possesso;
- bassa resilienza, approccio negativo e inibitorio, che impedisce azioni funzionali all’obiettivo.
- maggiore consapevolezza rispetto alla problematica;
- chiarezza nell’obiettivo;
- motivazione più elevata verso l’avvio di un cambiamento;
- senso di responsabilità verso il percorso da intraprendere per raggiungere l’obiettivo;
- maggiore positività verso il futuro;
- determinazione.
Introdurre la scrittura o il disegno permettono al cliente di focalizzare i propri punti di forza, di debolezza, minacce ed opportunità; consentono di identificare gli ostacoli nelle scelte di carriera ma favoriscono un atteggiamento più positivo di sé che permette di rispondere in maniera resiliente alle sfide della vita.
Altro elemento vantaggioso dello strumento visuale è dato dalla possibilità di co-costruire la rappresentazione grafica del pensiero, dandone quindi concretezza sia per il fatto che viene rappresentato visivamente, sia per il fatto che il cliente può utilizzare la visualizzazione per riflettere e sviluppare nuovi obiettivi e chiavi di lettura in un personale momento di riflessione al di fuori della relazione col professionista.
La tecnica “post–it” la uso sempre in maniera flessibile, condividendola con la persona. Questo dà la possibilità di rivedere come il lavoro è cambiato in questi anni e come abbia un forte valore impattante nella vita di ognuno di noi. L’elemento che considero maggiormente innovativo è stato quello di provare ad introdurre durante gli incontri degli strumenti differenti dal dialogo ma legati alla scrittura. L’utilizzo dei post – it è stata una chiave molto interessante che potrebbe costituire la basa sulla quale iniziare a costruire delle mappe o degli strumenti per arricchire la mia cassetta degli attrezzi.