Se non si chiudono i cerchi, i cerchi ritornano.
Gli ex (amici, amanti, colleghi e collaboratori) ritornano a farsi sentire e si riaffacciano le incomprensioni, la rabbia di un amore finito, l’incomunicabilità e il distacco.
Dal cassetto segreto nel quale abbiamo confinato i nostri ricordi negativi, riaffiorano i nostri piccoli e grandi traumi.
Ritornare a vedere un ex è come prendere la chiave del cassetto dei brutti ricordi e sdoganare dei messaggeri biochimici (Gaba, Acido Gamma-AmminoButirrico) nei magazzini della nostra memoria e registrarne con sgomento il malfuzionamento.
Malfunzionamento che arriva dal passato e agisce nel presente, a meno che le occasioni di incontro, riflessione e revisione, non consentano di chiudere definitivamente le partite, i file e i giochi ormai trapassati. Con l’importante effetto di crescere, lasciare andare e soprattutto, andare avanti.
E allora ecco che il catalogo dei sentimenti cambia: le incomprensioni diventano scuse, il dolore d’amore diventa maturità, l’incomunicabilità diventa accoglienza e il distacco si trasforma in accettazione.
Ma cambiano anche i simboli dentro di noi. Il cerchio con cui si presentano le cose si evolve in pienezza e armonia grazie al nostro sguardo: gli occhi diventano i nostri cerchi tridimensionali e l’energia con cui mettiamo a fuoco le cose diventa una lente di ingrandimento.
Possiamo vedere con più lucidità che magari è difficile ritrovarsi a letto, rimescolarsi, ritrovare argomenti cari e abbracci non più sentiti.
Si impara tanto quando finisce qualcosa: si chiudono i cerchi, si toglie il disturbo, si sta in piedi da soli e si riorganizza la vita.
Il fuoco è vivo, il sole ritorna a splendere e le scatole dei ricordi spiacevoli si richiudono.
Gli ex (amici, amanti, colleghi e collaboratori) ritornano a farsi sentire e si riaffacciano le incomprensioni, la rabbia di un amore finito, l’incomunicabilità e il distacco.
Dal cassetto segreto nel quale abbiamo confinato i nostri ricordi negativi, riaffiorano i nostri piccoli e grandi traumi.
Ritornare a vedere un ex è come prendere la chiave del cassetto dei brutti ricordi e sdoganare dei messaggeri biochimici (Gaba, Acido Gamma-AmminoButirrico) nei magazzini della nostra memoria e registrarne con sgomento il malfuzionamento.
Malfunzionamento che arriva dal passato e agisce nel presente, a meno che le occasioni di incontro, riflessione e revisione, non consentano di chiudere definitivamente le partite, i file e i giochi ormai trapassati. Con l’importante effetto di crescere, lasciare andare e soprattutto, andare avanti.
E allora ecco che il catalogo dei sentimenti cambia: le incomprensioni diventano scuse, il dolore d’amore diventa maturità, l’incomunicabilità diventa accoglienza e il distacco si trasforma in accettazione.
Ma cambiano anche i simboli dentro di noi. Il cerchio con cui si presentano le cose si evolve in pienezza e armonia grazie al nostro sguardo: gli occhi diventano i nostri cerchi tridimensionali e l’energia con cui mettiamo a fuoco le cose diventa una lente di ingrandimento.
Possiamo vedere con più lucidità che magari è difficile ritrovarsi a letto, rimescolarsi, ritrovare argomenti cari e abbracci non più sentiti.
Si impara tanto quando finisce qualcosa: si chiudono i cerchi, si toglie il disturbo, si sta in piedi da soli e si riorganizza la vita.
Il fuoco è vivo, il sole ritorna a splendere e le scatole dei ricordi spiacevoli si richiudono.