Se si decide di partecipare ad un Master in Coaching o a una formazione di Counseling, è un po’ come innamorarsi della vita e delle sue conseguenze.
Si parte entusiasti, alla ricerca di condizioni personali, relazionali e lavorative, più attenti a ciò che serve per realizzare una vita piacevole e felice.
Si parte entusiasti, appunto, con una o più decisioni: ‘voglio uscire da una situazione che non mi soddisfa, voglio cambiare me stesso e migliorare alcune abitudini, voglio migliorare le mie relazioni, voglio cambiare lavoro, voglio migliorare il mondo in cui vivo’.
Ci si mette in gioco e si parte. Curiosità, entusiasmo, innamoramento, sono le prime reazioni. Voglia di cambiare, imparare sempre di più, progettare, sono i passi successivi cui occorre mettere le gambe.
Dopo la luna di miele ormonale dei primi mesi, però, ci si accorge che bisogna tenersi attaccati ai gioielli e alle liane, e cioè alla realtà. E quello che sembrava un progetto ’Oléé’, parte in salita. Ci si accorge che stare dalla parte dell’osservatore, del discente, dell’ideatore, non basta. Occorre diventare altro: project manager, motivatore, venditore di se stesso, abile tecnico delle strategie apprese. Insomma, persone di spessore, competenti traduttori di idee innovative.
Questa fase è la più difficile e dura anni. Sembra non finire mai. Si inizia ad applicare ciò che si è appreso con se stessi, soprattutto, con i famigliari, con i colleghi e collaboratori di lavoro, facendo tirocini in strutture private o pubbliche, e si progetta qualcosa che possa far presa, non solo in termini di ’aiuto sociale’, ma in termini di professione. E cioè di un lavoro redditizio.
Non ci si può sbagliare, la transizione è complessa e necessita di ‘buon senso’ e di determinazione: bisogna costruire una ‘casa’, uno studio, una reputazione.
Il buon senso dice: ’rimani tranquillo nella tua posizione lavorativa, se ce l’hai’. Essere una persona ‘occupata’, diminuisce l’ansia della ricerca. Inoltre, è difficile valutare se il lavoro futuro potrebbe essere ‘migliore’, per i più diversi motivi, da quello attuale. Inoltre, non si può agire impulsivamente. Occorre implementare le proprie azioni in modo ‘comportamentale’, cioè facendo, e solo dopo aver fatto (studio, progetti, contatti, manuali personali, esercitazioni, etc.), progredire per dar seguito ai propri sogni.
Agire con determinazione vuol dire impiegare, per il proprio progetto, un ‘tot’ di tempo al giorno, al di là di tutte le occupazione ordinarie, magari aiutandosi con un diario giornaliero delle idee e delle azioni.
Le nuove professioni obbligano a tenere aperti i canali della curiosità con le domande più dirette: ‘perché voglio farlo? E in quanto tempo soddisferò le condizioni necessarie?' Ciò aiuta a comprendere meglio se stessi e il mondo, e a mantenere con lucidità, timone e rotta.
Se si è determinati, si realizzano colloqui, contatti con colleghi, reti professionali, e si prepara il terreno per il grande salto.
In pratica, non ci si alza in volo come ’Icaro’, non si bruciano i ponti dei ‘presunti nemici', ma si pianifica con attenzione, molti buoni insight e un pizzico di follia, la possibilità di re-interpretare la propria vita.
Tutto ciò succede? Succede!!
Si parte entusiasti, alla ricerca di condizioni personali, relazionali e lavorative, più attenti a ciò che serve per realizzare una vita piacevole e felice.
Si parte entusiasti, appunto, con una o più decisioni: ‘voglio uscire da una situazione che non mi soddisfa, voglio cambiare me stesso e migliorare alcune abitudini, voglio migliorare le mie relazioni, voglio cambiare lavoro, voglio migliorare il mondo in cui vivo’.
Ci si mette in gioco e si parte. Curiosità, entusiasmo, innamoramento, sono le prime reazioni. Voglia di cambiare, imparare sempre di più, progettare, sono i passi successivi cui occorre mettere le gambe.
Dopo la luna di miele ormonale dei primi mesi, però, ci si accorge che bisogna tenersi attaccati ai gioielli e alle liane, e cioè alla realtà. E quello che sembrava un progetto ’Oléé’, parte in salita. Ci si accorge che stare dalla parte dell’osservatore, del discente, dell’ideatore, non basta. Occorre diventare altro: project manager, motivatore, venditore di se stesso, abile tecnico delle strategie apprese. Insomma, persone di spessore, competenti traduttori di idee innovative.
Questa fase è la più difficile e dura anni. Sembra non finire mai. Si inizia ad applicare ciò che si è appreso con se stessi, soprattutto, con i famigliari, con i colleghi e collaboratori di lavoro, facendo tirocini in strutture private o pubbliche, e si progetta qualcosa che possa far presa, non solo in termini di ’aiuto sociale’, ma in termini di professione. E cioè di un lavoro redditizio.
Non ci si può sbagliare, la transizione è complessa e necessita di ‘buon senso’ e di determinazione: bisogna costruire una ‘casa’, uno studio, una reputazione.
Il buon senso dice: ’rimani tranquillo nella tua posizione lavorativa, se ce l’hai’. Essere una persona ‘occupata’, diminuisce l’ansia della ricerca. Inoltre, è difficile valutare se il lavoro futuro potrebbe essere ‘migliore’, per i più diversi motivi, da quello attuale. Inoltre, non si può agire impulsivamente. Occorre implementare le proprie azioni in modo ‘comportamentale’, cioè facendo, e solo dopo aver fatto (studio, progetti, contatti, manuali personali, esercitazioni, etc.), progredire per dar seguito ai propri sogni.
Agire con determinazione vuol dire impiegare, per il proprio progetto, un ‘tot’ di tempo al giorno, al di là di tutte le occupazione ordinarie, magari aiutandosi con un diario giornaliero delle idee e delle azioni.
Le nuove professioni obbligano a tenere aperti i canali della curiosità con le domande più dirette: ‘perché voglio farlo? E in quanto tempo soddisferò le condizioni necessarie?' Ciò aiuta a comprendere meglio se stessi e il mondo, e a mantenere con lucidità, timone e rotta.
Se si è determinati, si realizzano colloqui, contatti con colleghi, reti professionali, e si prepara il terreno per il grande salto.
In pratica, non ci si alza in volo come ’Icaro’, non si bruciano i ponti dei ‘presunti nemici', ma si pianifica con attenzione, molti buoni insight e un pizzico di follia, la possibilità di re-interpretare la propria vita.
Tutto ciò succede? Succede!!