Questi giorni ho incontrato spesso la mia rabbia e la rabbia degli altri e allora ho deciso di approfondire l’argomento su questo sentimento.
Ho trovato interessante e stimolante l’approccio di Marshall B.Rosenberg.
Mi sono resa conto che, in realtà, non è quello che gli altri fanno che ci fa arrabbiare ma il modo in cui interpretiamo i fatti e giudichiamo, o meglio il modo in cui reagiamo al comportamento altrui.
Un esempio: Romeo sta chiacchierando con Margherita, particolarmente interessata a lui. Dopo 10 minuti Romeo intravede Teresa e chiude la conversazione con Margherita per avvicinarsi a Teresa e chiacchierare. Margherita si arrabbia e si allontana indispettita e se ne va. Che cos’è successo? Margherita dice ad un’amica:” Ecco questi uomini maleducati ed egoisti, appena vedono un’altra donna ti abbandonano e ti escludono”. E’ successo veramente questo? E’ la descrizione dei fatti, o un’interpretazione? Perché Margherita usa il termine abbandonata ed esclusa? Sono questi termini che l’hanno fatta arrabbiare, sentirsi abbandonata ed esclusa.
Ecco che la vera causa della rabbia spesso è dentro di noi, non fuori.
La buona notizia è che se è dentro di noi, vuol dire che possiamo lavorare e sciogliere, comprendendo quali sono i nostri veri bisogni che non sono stati soddisfatti e quali quelli degli altri. Questa ricerca mette in moto un processo che fa aumentare la probabilità di soddisfarli e trovare una soluzione nell’agire o nel richiedere senza pretesa.
Come dice Rosenberg, esprimere la rabbia pienamente è un diritto; però in una modalità nuova, concentrando tutta l’attenzione nel bisogno non soddisfatto che sottende. Ogni rabbia porta con sé un bisogno non soddisfatto e per soddisfarlo richiede spesso molta energia e questa energia è proprio dentro la rabbia. Questo è il dono della rabbia, una carica di energia che ti permette di risolvere il tuo bisogno. Se però questa energia la dissipiamo nel compiere un’azione punitiva verso l’altro o verso noi stessi, la utilizziamo in modo distruttivo anziché costruttivo e probabilmente il nostro bisogno rimane lì insoddisfatto. E allora buongiorno rabbia cosa mi racconti oggi di me?
Ho trovato interessante e stimolante l’approccio di Marshall B.Rosenberg.
Mi sono resa conto che, in realtà, non è quello che gli altri fanno che ci fa arrabbiare ma il modo in cui interpretiamo i fatti e giudichiamo, o meglio il modo in cui reagiamo al comportamento altrui.
Un esempio: Romeo sta chiacchierando con Margherita, particolarmente interessata a lui. Dopo 10 minuti Romeo intravede Teresa e chiude la conversazione con Margherita per avvicinarsi a Teresa e chiacchierare. Margherita si arrabbia e si allontana indispettita e se ne va. Che cos’è successo? Margherita dice ad un’amica:” Ecco questi uomini maleducati ed egoisti, appena vedono un’altra donna ti abbandonano e ti escludono”. E’ successo veramente questo? E’ la descrizione dei fatti, o un’interpretazione? Perché Margherita usa il termine abbandonata ed esclusa? Sono questi termini che l’hanno fatta arrabbiare, sentirsi abbandonata ed esclusa.
Ecco che la vera causa della rabbia spesso è dentro di noi, non fuori.
La buona notizia è che se è dentro di noi, vuol dire che possiamo lavorare e sciogliere, comprendendo quali sono i nostri veri bisogni che non sono stati soddisfatti e quali quelli degli altri. Questa ricerca mette in moto un processo che fa aumentare la probabilità di soddisfarli e trovare una soluzione nell’agire o nel richiedere senza pretesa.
Come dice Rosenberg, esprimere la rabbia pienamente è un diritto; però in una modalità nuova, concentrando tutta l’attenzione nel bisogno non soddisfatto che sottende. Ogni rabbia porta con sé un bisogno non soddisfatto e per soddisfarlo richiede spesso molta energia e questa energia è proprio dentro la rabbia. Questo è il dono della rabbia, una carica di energia che ti permette di risolvere il tuo bisogno. Se però questa energia la dissipiamo nel compiere un’azione punitiva verso l’altro o verso noi stessi, la utilizziamo in modo distruttivo anziché costruttivo e probabilmente il nostro bisogno rimane lì insoddisfatto. E allora buongiorno rabbia cosa mi racconti oggi di me?