Una riflessione su questi due atteggiamenti e su come la mia esperienza giorno dopo giorno mi sta portando a comprendere quanto sia più benefica l’attesa rispetto alla pretesa.
Nell’attesa in cui siamo contemporaneamente l’osservato e l’osservatore, possiamo cogliere davvero grandi insegnamenti. La nostra mente non è impegnata nel continuo lavorio del porsi domande del tipo” Perché non mi risponde? Che cosa ho fatto? Come mai non arriva? Cosa starà facendo? ecc..” chi più ne ha più ne metta. Nel momento in cui tutte queste domande cessano di esistere, nel breve possiamo avere chiara visione di ciò che ci sta a cuore. E’ come la sabbia del mare, se mossa, intorpidisce le acque e se continuiamo a muoverle non potremmo mai vedere la limpidezza del fondale. Facendoci invece, semplici osservatori, possiamo vedere come un po’ alla volta la sabbia si deposita e le acque tornano limpide. In questo attendere chiaramente noi non rimaniamo a braccia incrociate o in perenne posizione meditativa, ma continuiamo ad impegnarci nelle nostre attività, nei nostri interessi, lasciando che tutto accada con i tempi necessari. Non sempre questo è facile in quanto abbiamo sempre urgenza di fare e di avere risposte, ma in questo modo non otteniamo di certo i migliori risultati.
Il percorso di coaching insegna l’importanza della “non urgenza”, “dell’osservazione neutra”, della “non interferenza”. Con questi atteggiamenti automaticamente riserviamo rispetto a noi stessi e agli altri che noi si relazionano e che non sempre possono o devono per forza essere nella nostra stessa frequenza.
Ecco quindi la notevole differenza tra l’attesa silente e composta e la pretesa rumorosa dove si crea interferenza, disturbo e dove senza accorgercene vediamo allontanare sempre di più la speranza di avere delle risposte o di ottenere ciò che stiamo desiderando.
Pensiamo o meglio abbiamo l’arroganza di credere che siamo noi a poter cambiare le cose, ma non funziona così. Noi ci possiamo mettere la nostra richiesta, la nostra passione, il nostro intento, ma poiché gli eventi non dipendono solo dalla nostra volontà, automaticamente accadono e non sempre nell’immediato possono essere come noi avremmo voluto.
Nel tempo e solo nel tempo potremmo comprendere che ciò che si è verificato aveva un senso per noi.
La vita è un’avventura da vivere con grande passione, massima apertura e accettazione, ma nell’attenzione di non divenire schiavi della nostra mente.
Come diceva Osho, “La mente è uno splendido meccanismo, usalo, non farti usare. E’ al servizio dei sentimenti: se il pensiero serve i sentimenti, tutto è in equilibrio; nel tuo essere sorgono profonda quiete e gioia”.
Nell’attesa in cui siamo contemporaneamente l’osservato e l’osservatore, possiamo cogliere davvero grandi insegnamenti. La nostra mente non è impegnata nel continuo lavorio del porsi domande del tipo” Perché non mi risponde? Che cosa ho fatto? Come mai non arriva? Cosa starà facendo? ecc..” chi più ne ha più ne metta. Nel momento in cui tutte queste domande cessano di esistere, nel breve possiamo avere chiara visione di ciò che ci sta a cuore. E’ come la sabbia del mare, se mossa, intorpidisce le acque e se continuiamo a muoverle non potremmo mai vedere la limpidezza del fondale. Facendoci invece, semplici osservatori, possiamo vedere come un po’ alla volta la sabbia si deposita e le acque tornano limpide. In questo attendere chiaramente noi non rimaniamo a braccia incrociate o in perenne posizione meditativa, ma continuiamo ad impegnarci nelle nostre attività, nei nostri interessi, lasciando che tutto accada con i tempi necessari. Non sempre questo è facile in quanto abbiamo sempre urgenza di fare e di avere risposte, ma in questo modo non otteniamo di certo i migliori risultati.
Il percorso di coaching insegna l’importanza della “non urgenza”, “dell’osservazione neutra”, della “non interferenza”. Con questi atteggiamenti automaticamente riserviamo rispetto a noi stessi e agli altri che noi si relazionano e che non sempre possono o devono per forza essere nella nostra stessa frequenza.
Ecco quindi la notevole differenza tra l’attesa silente e composta e la pretesa rumorosa dove si crea interferenza, disturbo e dove senza accorgercene vediamo allontanare sempre di più la speranza di avere delle risposte o di ottenere ciò che stiamo desiderando.
Pensiamo o meglio abbiamo l’arroganza di credere che siamo noi a poter cambiare le cose, ma non funziona così. Noi ci possiamo mettere la nostra richiesta, la nostra passione, il nostro intento, ma poiché gli eventi non dipendono solo dalla nostra volontà, automaticamente accadono e non sempre nell’immediato possono essere come noi avremmo voluto.
Nel tempo e solo nel tempo potremmo comprendere che ciò che si è verificato aveva un senso per noi.
La vita è un’avventura da vivere con grande passione, massima apertura e accettazione, ma nell’attenzione di non divenire schiavi della nostra mente.
Come diceva Osho, “La mente è uno splendido meccanismo, usalo, non farti usare. E’ al servizio dei sentimenti: se il pensiero serve i sentimenti, tutto è in equilibrio; nel tuo essere sorgono profonda quiete e gioia”.