Assertività rima con identità e non a caso. Ad serere significa "condurre a sé" e asserire significa affermare. Secondo gli psicologi Alberti ed Emmons il comportamento assertivo "permette a una persona di agire nel suo pieno interesse, di difendere il suo punto di vista senza ansia esagerata, di esprimere con sincerità e disinvoltura i propri sentimenti e di difendere i propri diritti rispettando quelli altrui". Pertanto lo stile assertivo è proprio di chi afferma con certezza se stesso, ciò che pensa, sente e desidera, esprimendo i propri bisogni o punti di vista in modo chiaro. diretto, efficace, senza timore del giudizio altrui e senza imporre la propria voce.
Potremmo collocare l'assertività sulla posizione mediana di un continuum, ai cui poli opposti stanno la remissività e l'aggressività. Così remissiva è l'espressione: "Caspita questo parla a voce troppo alta, che fastidio, ma smetterà"!, ripetuta tra sé e sé e non rivolta all'interlocutore. Aggressiva è la stessa espressione così enunciata: "Vuoi smettere di parlare così forte! Mi dai fastidio!". Assertiva è l'espressione così modificata: "Sono in una situazione di disagio, pertanto posso chiederti di parlare a voce più bassa?". Come direbbe Thomas Gordon, l'espressione assertiva è una forma di "Messaggio Io", ovvero di messaggio che parte da una propriocezione, prospettiva personale che rimanda un proprio vissuto e lo rende esplicito all'altro, senza cadere nel "messaggio Tu" ovvero nell'addossare colpe all'altro per il fatto che si sta provando un certo stato emotivo.
Qualche accorgimento al nostro stile comunicativo per diventare più assertivi:
-coltivare l'autostima, quindi una buona immagine di sé;
-passare dal "messaggio Tu" al "messaggio Io";
-ascoltare i propri bisogni e allenarsi ad esprimerli senza timore del giudizio;
-accogliere apprezzamenti e saperli dare;
-sentirsi liberi di esprimersi senza la sensazione di avere un bavaglio che occlude l'emissione della nostra voce;
-gestire la respirazione, con rilassamenti e momenti di incontro tra il pensiero e il movimento fisico.
Un ingrediente indispensabile per diventare più assertivi è l'ascolto: una persona aggressiva non ascolta, esplode e impone, mentre una persona remissiva/passiva, ascolta ma non si esprime e si chiude in una errata percezione di se stessa come "inadeguata". La persona assertiva ascolta, pondera la situazione, si auto-osserva in quella situazione, mantiene saldo il proprio punto di vista, pronta a confrontarsi con l'interlocutore, senza snaturarsi o farsi influenzare da conflitti di abbandono o di giudizio.
Diventare più assertivi ci aiuta ad allenare le microespressioni facciali, la nostra comunicazione non verbale e paraverbale, in termini di spazio occupato, di visione, di postura, di mimica facciale, di tono di voce, di ritmo della parola e di gestione delle pause. Significa, inoltre, passare da una percezione di sé di "osservato" a "osservatore": chi è poco assertivo rifugge lo sguardo dell'altro, in posizione di evitamento, teme il giudizio, è troppo concentrato su se stesso, perché si autocensura e vede l'altro come censore nei suoi confronti. Un altro vantaggio dell'assertività è la posizione accogliente e accomodante assunta rispetto all'interlocutore, dal quale non si sente l'esigenza di fuggire, dando segnali di fermezza, compostezza e presenza nel "campo" della relazione interpersonale".
“La vera spiritualità è rendersi conto che, quando vibri di vera gioia, le persone attorno a te cominciano a fare lo stesso”. (Richard Bandler)
Non è facile essere assertivi, perché siamo inquinati da schemi o modelli reattivi di lettura della realtà che ci fanno essere arrabbiati quando non vorremmo oppure ci fanno dire "caspita, avrei dovuto respirare una o due volte in più prima di parlare". Una cosa possiamo farla: essere consapevoli che assertivi si nasce, ma anche si diventa, pertanto se vogliamo davvero essere più efficaci nel nostro modo di comunicare chi siamo e ciò che vogliamo, possiamo partire da piccoli allenamenti quotidiani, nell'assecondare nostre esigenze o nel metterci in ascolto dell'altro, con il tasto "assertivo adesso ON". Avere una buona capacità auto-osservativa è un inizio. L'utilità di un atteggiamento assertivo è direttamente proporzionale alla soddisfazione dei nostri bisogni e alla coerenza con ciò che sentiamo davvero e con ciò che esprimiamo: maggiore è la libera espressione dei nostri pensieri, maggiore è la leggerezza con cui viviamo le nostre relazioni.
Potremmo collocare l'assertività sulla posizione mediana di un continuum, ai cui poli opposti stanno la remissività e l'aggressività. Così remissiva è l'espressione: "Caspita questo parla a voce troppo alta, che fastidio, ma smetterà"!, ripetuta tra sé e sé e non rivolta all'interlocutore. Aggressiva è la stessa espressione così enunciata: "Vuoi smettere di parlare così forte! Mi dai fastidio!". Assertiva è l'espressione così modificata: "Sono in una situazione di disagio, pertanto posso chiederti di parlare a voce più bassa?". Come direbbe Thomas Gordon, l'espressione assertiva è una forma di "Messaggio Io", ovvero di messaggio che parte da una propriocezione, prospettiva personale che rimanda un proprio vissuto e lo rende esplicito all'altro, senza cadere nel "messaggio Tu" ovvero nell'addossare colpe all'altro per il fatto che si sta provando un certo stato emotivo.
Qualche accorgimento al nostro stile comunicativo per diventare più assertivi:
-coltivare l'autostima, quindi una buona immagine di sé;
-passare dal "messaggio Tu" al "messaggio Io";
-ascoltare i propri bisogni e allenarsi ad esprimerli senza timore del giudizio;
-accogliere apprezzamenti e saperli dare;
-sentirsi liberi di esprimersi senza la sensazione di avere un bavaglio che occlude l'emissione della nostra voce;
-gestire la respirazione, con rilassamenti e momenti di incontro tra il pensiero e il movimento fisico.
Un ingrediente indispensabile per diventare più assertivi è l'ascolto: una persona aggressiva non ascolta, esplode e impone, mentre una persona remissiva/passiva, ascolta ma non si esprime e si chiude in una errata percezione di se stessa come "inadeguata". La persona assertiva ascolta, pondera la situazione, si auto-osserva in quella situazione, mantiene saldo il proprio punto di vista, pronta a confrontarsi con l'interlocutore, senza snaturarsi o farsi influenzare da conflitti di abbandono o di giudizio.
Diventare più assertivi ci aiuta ad allenare le microespressioni facciali, la nostra comunicazione non verbale e paraverbale, in termini di spazio occupato, di visione, di postura, di mimica facciale, di tono di voce, di ritmo della parola e di gestione delle pause. Significa, inoltre, passare da una percezione di sé di "osservato" a "osservatore": chi è poco assertivo rifugge lo sguardo dell'altro, in posizione di evitamento, teme il giudizio, è troppo concentrato su se stesso, perché si autocensura e vede l'altro come censore nei suoi confronti. Un altro vantaggio dell'assertività è la posizione accogliente e accomodante assunta rispetto all'interlocutore, dal quale non si sente l'esigenza di fuggire, dando segnali di fermezza, compostezza e presenza nel "campo" della relazione interpersonale".
“La vera spiritualità è rendersi conto che, quando vibri di vera gioia, le persone attorno a te cominciano a fare lo stesso”. (Richard Bandler)
Non è facile essere assertivi, perché siamo inquinati da schemi o modelli reattivi di lettura della realtà che ci fanno essere arrabbiati quando non vorremmo oppure ci fanno dire "caspita, avrei dovuto respirare una o due volte in più prima di parlare". Una cosa possiamo farla: essere consapevoli che assertivi si nasce, ma anche si diventa, pertanto se vogliamo davvero essere più efficaci nel nostro modo di comunicare chi siamo e ciò che vogliamo, possiamo partire da piccoli allenamenti quotidiani, nell'assecondare nostre esigenze o nel metterci in ascolto dell'altro, con il tasto "assertivo adesso ON". Avere una buona capacità auto-osservativa è un inizio. L'utilità di un atteggiamento assertivo è direttamente proporzionale alla soddisfazione dei nostri bisogni e alla coerenza con ciò che sentiamo davvero e con ciò che esprimiamo: maggiore è la libera espressione dei nostri pensieri, maggiore è la leggerezza con cui viviamo le nostre relazioni.