In questo ultimo periodo l’esercizio più difficile che provo a condurre è il tentativo di ascoltare e domandare durante qualsiasi tipo di confronto, sia in ambito professionale che nella vita privata.
L’esperienza che voglio condividere è sul viaggio interiore, di conoscenza e consapevolezza che ognuno di noi decide di intraprendere. Infatti proprio quando ho iniziato a fermarmi, ascoltarmi, e dare struttura alle esperienze di apprendimento, i miei obbiettivi hanno preso una direzione più chiara.
Fermarsi, vuol dire per me, essere presente nel qui ed ora. Ascoltarsi è riuscire ad ascoltare ogni segnale del nostro corpo, localizzare dove si manifestano le emozioni e anticipare l’impulso ad agire.
Grazie all’approccio gestaltico, un disegno molto chiaro è riuscito darmi una risposta per individuare da dove proviene e come si genera quello stato d’ansia che spesso, in passato, ha frenato tutte le mie buone intenzioni nel cominciare a compiere un azione che mi avrebbe portato verso l’obbiettivo.
L’esperienza che voglio condividere è sul viaggio interiore, di conoscenza e consapevolezza che ognuno di noi decide di intraprendere. Infatti proprio quando ho iniziato a fermarmi, ascoltarmi, e dare struttura alle esperienze di apprendimento, i miei obbiettivi hanno preso una direzione più chiara.
Fermarsi, vuol dire per me, essere presente nel qui ed ora. Ascoltarsi è riuscire ad ascoltare ogni segnale del nostro corpo, localizzare dove si manifestano le emozioni e anticipare l’impulso ad agire.
Grazie all’approccio gestaltico, un disegno molto chiaro è riuscito darmi una risposta per individuare da dove proviene e come si genera quello stato d’ansia che spesso, in passato, ha frenato tutte le mie buone intenzioni nel cominciare a compiere un azione che mi avrebbe portato verso l’obbiettivo.
Quante volte ci è capitato di avere una grande idea ed un forte desiderio di realizzarla o di condividerla, ma la frustrazione del fallimento o la paura del trionfo (i due impostori) non ci ha permesso di muovere quel “passo in avanti“ che poteva portarci verso…... ?
Tutto questo genera il sentimento dell’ansia perchè non ci permettiamo di viverci con umiltà un eventuale fallimento o il piacere del trionfo.
Vi è mai capitato prima di una riunione di lavoro oppure prima di un esame o ancora, prima di una presentazione in pubblico provare queste sensazioni ? A me personalmente tantissime volte.
Cosa ci succede in questi casi ? Lowen ci dice che due pensieri ambivalenti si contrappongono, il piacere e il dolore, manifestandosi con la seguente modalità:
Respiro bloccato
Eccitazione bloccata
Intenzionalità bloccata
Interruzione di movimento da A verso B
quando la situazione contiene una promessa di piacere unita alla minaccia di sofferenza questo provoca ansia. Nei casi sopra citati la chiameremo ansia da prestazione.
Nella cultura occidentale non ci è permesso di vivere la paura di sbagliare o di non piacere. Dobbiamo essere sempre “sul pezzo”. Ma sarebbe opportuno cominciare a domandarci: ma sul pezzo per chi? Ne vale davvero la pena? Cosa sento veramente? Di cosa ho bisogno in questo momento per stare bene con me stesso?
Come scrivevo nelle prime righe di questa mia personale esperienza, ho imparato ad attivare questo processo di ascolto interiore ogni volta che mi ritrovo ad affrontare un meeting di lavoro con l’obbiettivo di non temere il risultato del confronto riuscendo ad esprimere con più chiarezza il mio pensiero.
Grazie all’umile ricerca delle informazioni arrivo all’incontro senza alcuna aspettativa ne pregiudizi, ma solo tanta curiosità a capire in che modo posso entrare in relazione con l’altro ponendogli domande autentiche e mostrando una sincera disponibilità a voler migliorare la qualità della comunicazione inducendo il mio interlocutore ad aprirsi e a fornirmi informazioni rilevanti ai fini dell’attività da svolgere.
Quanto più restiamo curiosi nei confronti dell’altra persona, evitando di lasciare spazio alle nostre aspettative e ai nostri preconcetti, tanto maggiori saranno le nostre chance di preservare la <modalità interrogativa> più autentica.
Tutto questo genera il sentimento dell’ansia perchè non ci permettiamo di viverci con umiltà un eventuale fallimento o il piacere del trionfo.
Vi è mai capitato prima di una riunione di lavoro oppure prima di un esame o ancora, prima di una presentazione in pubblico provare queste sensazioni ? A me personalmente tantissime volte.
Cosa ci succede in questi casi ? Lowen ci dice che due pensieri ambivalenti si contrappongono, il piacere e il dolore, manifestandosi con la seguente modalità:
Respiro bloccato
Eccitazione bloccata
Intenzionalità bloccata
Interruzione di movimento da A verso B
quando la situazione contiene una promessa di piacere unita alla minaccia di sofferenza questo provoca ansia. Nei casi sopra citati la chiameremo ansia da prestazione.
Nella cultura occidentale non ci è permesso di vivere la paura di sbagliare o di non piacere. Dobbiamo essere sempre “sul pezzo”. Ma sarebbe opportuno cominciare a domandarci: ma sul pezzo per chi? Ne vale davvero la pena? Cosa sento veramente? Di cosa ho bisogno in questo momento per stare bene con me stesso?
Come scrivevo nelle prime righe di questa mia personale esperienza, ho imparato ad attivare questo processo di ascolto interiore ogni volta che mi ritrovo ad affrontare un meeting di lavoro con l’obbiettivo di non temere il risultato del confronto riuscendo ad esprimere con più chiarezza il mio pensiero.
Grazie all’umile ricerca delle informazioni arrivo all’incontro senza alcuna aspettativa ne pregiudizi, ma solo tanta curiosità a capire in che modo posso entrare in relazione con l’altro ponendogli domande autentiche e mostrando una sincera disponibilità a voler migliorare la qualità della comunicazione inducendo il mio interlocutore ad aprirsi e a fornirmi informazioni rilevanti ai fini dell’attività da svolgere.
Quanto più restiamo curiosi nei confronti dell’altra persona, evitando di lasciare spazio alle nostre aspettative e ai nostri preconcetti, tanto maggiori saranno le nostre chance di preservare la <modalità interrogativa> più autentica.