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'Anno difficile e gare che fanno riflettere' di Lorenzo Manfredini

5/6/2018

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Anche l’ultima gara non è andata bene.

Non sono bastati gli esercizi e le sollecitazioni dell’allenatore/coach/maestro. Dietro le quinte della mente, gli errori di valutazione e le tensioni hanno giocato male. E allora, ancora una volta, c’è da riflettere su un’esperienza che non è da buttare via.

Innanzitutto, un allenatore dovrebbe credere nel proprio atleta; aiutarlo a riconoscere le sue attitudini, capacità e talenti; e sostenerlo fino a raggiungere livelli di eccellenza.

E l’atleta, cosa dovrebbe fare oltre a sostenere appropriati allenamenti?

Dovrebbe imparare, migliorare e cambiare mentalità conservando una sensazione di vitalità e utilità anche nelle sconfitte. Soprattutto migliorando la concentrazione su come fare al meglio determinate cose.

Deve volerlo, conoscere delle strategie ed eseguirle con determinazione.

Due cose sembrano fare la differenza nel rendere un atleta ciò che è: le sue azioni (come decide di impiegare il tempo) e le sue reazioni (come decide di rispondere agli eventi che si presentano).

Cosa c’è da riflettere e imparare se, dopo una sconfitta, l’atleta si arrabbia, butta via le cose o si dispera?

C’è da riflettere sullo scopo che ha in testa e che non può essere la ragazza che lo liquida, il problema scolastico o lavorativo, le aspettative famigliari, le paure, etc. Bensì lo scopo da conseguire.

E lo scopo da conseguire non riguarda solo la gestione degli imprevisti o la gara del momento.

In una gara occorre decidere cosa conta davvero e cosa si vuole da una determinata situazione. Solo così si diventa ottimi decisori sia nell’affrontare le asperità del momento, sia nel dare significato ai propri obiettivi.

Immaginare il futuro
A volte si perdono le gare perché non c’è chiarezza su cosa si vuole diventare, che cosa si vuole conseguire, che cosa si vuole imparare. Non c’è un’immagine chiara del futuro. Non c’è uno scopo ben definito.

Scoprire, al contrario, chi si vuole essere e diventare, smussa gli angoli e rafforza il carattere.

Invita a sapere per cosa vale la pena impegnarsi e cosa si vuole veramente da una determinata situazione.

Si impara dal passato, ma il futuro è lì, davanti. 
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