
Quando individuiamo una direzione della vita che ci sembra valida e coordinata con i nostri valori facciamo bingo.
Le nostre ambizioni ci dicono che vorremmo una professione che ci permetta di avere spazi di libertà per vivere, tempo da dedicare agli affetti e alle cose che ci piacciono, denaro per una vita dignitosa, soddisfazione per la realizzazione del nostro lavoro, scelta delle esperienze per sentirsi felici e leggeri, un gruppo con cui fare progetti e crescere.
Purtroppo la vita non è un cartone animato in cui basta cantare una canzoncina affinché i sogni, come per magia, si trasformino in realtà.
Più di sovente, una professione ti chiede dedizione e ti prosciuga il tempo, ti chiede di investire denaro ed energie e ti riempie di sassolini le scarpe, ti chiede di andare avanti come un mulo e di spingere i massi su per la montagna.
E’ la volontà di sopravvivenza che fa muovere i massi, ma ci vuole una forza appropriata allo scopo e strade intermedie. Piccoli e grandi passi. Un tirocinio, una formazione, un attestato, una laurea, una specializzazione, un’esperienza, ma soprattutto la voglia di imporsi di conseguire, di ottenere.
A volte è un riflettere sul tempo perduto, talaltra è un ripescare strade già fatte ma con occhi diversi. Talvolta è un doversi impegnare in un progetto, però senza avere la voglia di sudare la fatica di raggiungerlo, talora è lo sconforto di scelte non fatte.
Eppure, la vita davanti è lunga e non ci si può solo rifugiare nella strade laterali della ricreazione: dormire, fumare, lamentarsi, giocare, sperare, etc., perché scappare significa perdere più di una partita. Comporta un’inevitabile senso di estraniazione, diversità e inadeguatezza. Conduce alla depressione.
La vita richiede la forza che possediamo. E solo un compito è possibile: non dover scappare via. Scoprire le cose che ci appassionano e non permettere a nessuno di dirci che non le sappiamo fare. Fissare un obiettivo e scattare quando le vene pulsano.
Le nostre ambizioni ci dicono che vorremmo una professione che ci permetta di avere spazi di libertà per vivere, tempo da dedicare agli affetti e alle cose che ci piacciono, denaro per una vita dignitosa, soddisfazione per la realizzazione del nostro lavoro, scelta delle esperienze per sentirsi felici e leggeri, un gruppo con cui fare progetti e crescere.
Purtroppo la vita non è un cartone animato in cui basta cantare una canzoncina affinché i sogni, come per magia, si trasformino in realtà.
Più di sovente, una professione ti chiede dedizione e ti prosciuga il tempo, ti chiede di investire denaro ed energie e ti riempie di sassolini le scarpe, ti chiede di andare avanti come un mulo e di spingere i massi su per la montagna.
E’ la volontà di sopravvivenza che fa muovere i massi, ma ci vuole una forza appropriata allo scopo e strade intermedie. Piccoli e grandi passi. Un tirocinio, una formazione, un attestato, una laurea, una specializzazione, un’esperienza, ma soprattutto la voglia di imporsi di conseguire, di ottenere.
A volte è un riflettere sul tempo perduto, talaltra è un ripescare strade già fatte ma con occhi diversi. Talvolta è un doversi impegnare in un progetto, però senza avere la voglia di sudare la fatica di raggiungerlo, talora è lo sconforto di scelte non fatte.
Eppure, la vita davanti è lunga e non ci si può solo rifugiare nella strade laterali della ricreazione: dormire, fumare, lamentarsi, giocare, sperare, etc., perché scappare significa perdere più di una partita. Comporta un’inevitabile senso di estraniazione, diversità e inadeguatezza. Conduce alla depressione.
La vita richiede la forza che possediamo. E solo un compito è possibile: non dover scappare via. Scoprire le cose che ci appassionano e non permettere a nessuno di dirci che non le sappiamo fare. Fissare un obiettivo e scattare quando le vene pulsano.