Questa frase letta e riletta giorni fa la voglio condividere con voi perché oltre che religiosa mi pare al quanto “olistica”.
“L’uomo è creato per l’immortalità (Sap. 2, 23), per la felicità e non per soffrire, per vivere nell’angoscia, schiavo delle sue debolezze.
Se il Signore ha creato la natura meravigliosa, ha creato bene le montagne che sono esseri inanimati, pensiamo come ha creato bene l’uomo che è a sua immagine, destinato all’immortalità e specialmente la donna, la creatura più perfetta, creata per donare la vita e immortalità agli altri. Perciò anche se fragili, dobbiamo nutrire sentimenti di speranza e di gioia, tenendo presente il destino cui Dio ci ha chiamati.” (“La buona notizia” Fr.Emilio Romeri, francescano).
In una società come la nostra dove le persone faticano a capire chi sono, dove stanno andando e perché, io devo dire ne ho avuto grande conforto e pace.
La nostra vita sulla terra, più o meno lunga, dipende da migliaia di fattori ad essa correlati che molte volte sfuggono anche di vista a noi stessi: viviamo, camminiamo, corriamo, amiamo ma per Chi?
La vita stessa vivendola ci indica la strada ed a volte strade che noi non avremmo mai pensato di intraprendere, di realizzare sogni (solo chi ne ha li può realizzare) ma nelle molte conversazioni che noi possiamo avere con le più diverse persone si sente tanto malcontento, tristezze di vario genere e anche nelle persone sposate con figli tanta solitudine che toglie poesia alla vita. “Quante volte anche noi cerchiamo comprensione o sostegno presso le persone, che non ci danno niente perché sono impotenti. Dio è l’unico che ci può aiutare”.
Ai nostri giorni uomini e donne di tante nazionalità qui in Italia, principalmente per motivi di lavoro, son entrati a far parte del nostro tessuto sociale, arricchendolo di umanità, di cura dei più deboli, anche grazie ai molti processi di integrazione e sensibilità che stanno sorgendo pur nel rispetto delle differenti culture, razze, religioni. Questo permettere un equilibrio vitale per gli assistiti, per loro e di sopravvivenza in aiuti agli affetti lasciati in patria.
Guardare con occhio di gioia chi ci è vicino con speranza di Luce può esser un obiettivo e target che dona respiro all’anima.
“L’uomo è creato per l’immortalità (Sap. 2, 23), per la felicità e non per soffrire, per vivere nell’angoscia, schiavo delle sue debolezze.
Se il Signore ha creato la natura meravigliosa, ha creato bene le montagne che sono esseri inanimati, pensiamo come ha creato bene l’uomo che è a sua immagine, destinato all’immortalità e specialmente la donna, la creatura più perfetta, creata per donare la vita e immortalità agli altri. Perciò anche se fragili, dobbiamo nutrire sentimenti di speranza e di gioia, tenendo presente il destino cui Dio ci ha chiamati.” (“La buona notizia” Fr.Emilio Romeri, francescano).
In una società come la nostra dove le persone faticano a capire chi sono, dove stanno andando e perché, io devo dire ne ho avuto grande conforto e pace.
La nostra vita sulla terra, più o meno lunga, dipende da migliaia di fattori ad essa correlati che molte volte sfuggono anche di vista a noi stessi: viviamo, camminiamo, corriamo, amiamo ma per Chi?
La vita stessa vivendola ci indica la strada ed a volte strade che noi non avremmo mai pensato di intraprendere, di realizzare sogni (solo chi ne ha li può realizzare) ma nelle molte conversazioni che noi possiamo avere con le più diverse persone si sente tanto malcontento, tristezze di vario genere e anche nelle persone sposate con figli tanta solitudine che toglie poesia alla vita. “Quante volte anche noi cerchiamo comprensione o sostegno presso le persone, che non ci danno niente perché sono impotenti. Dio è l’unico che ci può aiutare”.
Ai nostri giorni uomini e donne di tante nazionalità qui in Italia, principalmente per motivi di lavoro, son entrati a far parte del nostro tessuto sociale, arricchendolo di umanità, di cura dei più deboli, anche grazie ai molti processi di integrazione e sensibilità che stanno sorgendo pur nel rispetto delle differenti culture, razze, religioni. Questo permettere un equilibrio vitale per gli assistiti, per loro e di sopravvivenza in aiuti agli affetti lasciati in patria.
Guardare con occhio di gioia chi ci è vicino con speranza di Luce può esser un obiettivo e target che dona respiro all’anima.