Mi piace molto immaginare me stessa come ad una casa, al mio nucleo in cui posso permettermi di essere me stessa, di accettare e riconoscere le mie sensazioni e preservare la mia integrità fisica ed emotiva, il mio mondo interiore. Nella mia casa trovo il tempo per me stessa, l'affetto, le parole che ho bisogno di sentire, la distanza fisica di cui ho bisogno per sentirmi a mio agio, l'onestà e il rispetto per le relazioni, il romanticismo, l'amore per me...
Al di fuori immagino un giardino in cui entro in contatto con il mondo esteriore e coltivo le mie relazioni, decido quali fiori e quali piante far crescere e le curo.
Per fare questo ho bisogno di definire dei confini, che ritengo un atto necessario di amore e rispetto verso me stessa, confini che delimitano come una staccionata il mio spazio e che mi consentono di respingere gli attacchi provenienti dall'esterno, di preservare la mia integrità.
Quando permetto agli altri di invadere il mio spazio non mi sto rispettando e lascio allo stesso modo che gli altri non mi rispettino.
Spesso le persone calpestano i confini altrui per un loro tornaconto, ma il più delle volte lo fanno inconsciamente e senza malizia, è semplicemente il modo in cui sono abituati a vivere la loro esistenza.
In questo momento della mia vita sento molto importante rispettare e far rispettare i miei confini. Più volte mi sono sentita calpestata e ferita. I confini sono una forma di amore per me stessa, ciò significa che non permetto agli altri di manipolarmi o colpevolizzarmi, cercando di difendere le mie posizioni, imparando a dire di no con dolcezza ma determinazione.
Sento che questo è un modo per prendermi cura di me stessa, per dare la priorità a ciò che voglio e alle mie passioni. Dire qualche no, prendermi più tempo per me, fare le cose che mi danno piacere, ma anche fare delle cose che un po' mi spaventano, darmi degli obiettivi, partendo dalle piccole cose, sono tutti elementi che mi permettono di avere più fiducia in me stessa.
Ci sono dei confini che possono provenire da un qualche tipo di trauma psicologico, e di cui abbiamo avuto bisogno, ma è importante non passare dalla modalità “armatura di acciaio” alla modalità “sindrome da tappetino”. I confini non devono essere rigidi, non devono essere dei muri invalicabili intorno alla nostra casa che ci isolano dal mondo e dalle persone che stanno fuori e nemmeno troppo deboli perchè ci fonderemmo con l'esterno rendendoci manipolabili. L'ideale è avere confini sani e flessibili, che si adattano e si ridefiniscono in base alle circostanze e ai cambiamenti che affrontiamo nel corso della vita ( es:se il mio cuore è stato ferito da bambina ed erigo un muro rispetto ai sentimenti ,mi chiudo a possibili esperienze d'amore anche quando sarebbe possibile viverle in modo sano e maturo).
Una delle possibili conseguenze di avere confini sani e flessibili è che potremmo non piacere più ad alcune persone. Alcune potrebbero cercare di non darci troppa importanza o arrabbiarsi, ma ci sorprenderemo quando la maggior parte delle persone rispetterà i nostri confini una volta che ne conosce l'esistenza.
Quindi esprimiamo, esprimiamo, esprimiamo ciò che sentiamo, quando qualcuno oltrepassa i nostri confini, diamo voce a come ci sentiamo e non facciamoci dire come ci dovremmo sentire. Esprimiamo sinceramente i nostri sentimenti anche se sono di confusione o di semplice malessere, esprimiamo ciò di cui abbiamo bisogno.
Per me è stato ed è importante fermarmi, ascoltare cosa si muove dentro di me, nelle varie situazioni di ogni giorno e chiedermi: “Come sto?”, “Cosa sento?”, “Che sensazioni provo nel mio corpo?”. In questo modo mi sento, sento i miei confini, sento chi sono e mi accetto, accetto quello che c'è. Non è facile, a volte mi arrabbio con me stessa per non essere in un certo modo, perchè mi sento invasa, o ferita, ma quando mi concedo un momento per ascoltarmi e respirare, mi sento, e riesco (a volte di più, a volte meno) ad accettare anche quelle parti più ombrose e difficili che mi appartengono e mi sento più completa, come se scendesse un'onda di pace all'interno del mio corpo. Si sono io.
Per me attraverso la consapevolezza, ma non solo, la curiosità di esperire i miei confini (non si possono conoscere i confini se non vengono sperimentati), inizio passo dopo passo ad andare verso me stessa, verso la libertà: esprimere me stessa nella mia autenticità.
E così costruisco la mia casa (me stessa), la curo; il mio giardino (le relazioni con il mondo esterno), coltivo i miei fiori e le mie piante e delimito il mio giardino con una staccionata (confini). Nella mia casa mi sento bene e do il benvenuto a coloro che vorranno conoscermi e condividere con me parti della mia vita, permettendomi di aprire il mio cuore perchè sempre di più conosco i miei confini e riconosco l'invasione e la manipolazione.
Ognuno di noi costruirà o scoprirà la propria casa interiore, coltiverà il proprio giardino e costruirà i propri confini.
Sono sicura che ognuno serba nel proprio cuore l'immagine della propria casa.
Al di fuori immagino un giardino in cui entro in contatto con il mondo esteriore e coltivo le mie relazioni, decido quali fiori e quali piante far crescere e le curo.
Per fare questo ho bisogno di definire dei confini, che ritengo un atto necessario di amore e rispetto verso me stessa, confini che delimitano come una staccionata il mio spazio e che mi consentono di respingere gli attacchi provenienti dall'esterno, di preservare la mia integrità.
Quando permetto agli altri di invadere il mio spazio non mi sto rispettando e lascio allo stesso modo che gli altri non mi rispettino.
Spesso le persone calpestano i confini altrui per un loro tornaconto, ma il più delle volte lo fanno inconsciamente e senza malizia, è semplicemente il modo in cui sono abituati a vivere la loro esistenza.
In questo momento della mia vita sento molto importante rispettare e far rispettare i miei confini. Più volte mi sono sentita calpestata e ferita. I confini sono una forma di amore per me stessa, ciò significa che non permetto agli altri di manipolarmi o colpevolizzarmi, cercando di difendere le mie posizioni, imparando a dire di no con dolcezza ma determinazione.
Sento che questo è un modo per prendermi cura di me stessa, per dare la priorità a ciò che voglio e alle mie passioni. Dire qualche no, prendermi più tempo per me, fare le cose che mi danno piacere, ma anche fare delle cose che un po' mi spaventano, darmi degli obiettivi, partendo dalle piccole cose, sono tutti elementi che mi permettono di avere più fiducia in me stessa.
Ci sono dei confini che possono provenire da un qualche tipo di trauma psicologico, e di cui abbiamo avuto bisogno, ma è importante non passare dalla modalità “armatura di acciaio” alla modalità “sindrome da tappetino”. I confini non devono essere rigidi, non devono essere dei muri invalicabili intorno alla nostra casa che ci isolano dal mondo e dalle persone che stanno fuori e nemmeno troppo deboli perchè ci fonderemmo con l'esterno rendendoci manipolabili. L'ideale è avere confini sani e flessibili, che si adattano e si ridefiniscono in base alle circostanze e ai cambiamenti che affrontiamo nel corso della vita ( es:se il mio cuore è stato ferito da bambina ed erigo un muro rispetto ai sentimenti ,mi chiudo a possibili esperienze d'amore anche quando sarebbe possibile viverle in modo sano e maturo).
Una delle possibili conseguenze di avere confini sani e flessibili è che potremmo non piacere più ad alcune persone. Alcune potrebbero cercare di non darci troppa importanza o arrabbiarsi, ma ci sorprenderemo quando la maggior parte delle persone rispetterà i nostri confini una volta che ne conosce l'esistenza.
Quindi esprimiamo, esprimiamo, esprimiamo ciò che sentiamo, quando qualcuno oltrepassa i nostri confini, diamo voce a come ci sentiamo e non facciamoci dire come ci dovremmo sentire. Esprimiamo sinceramente i nostri sentimenti anche se sono di confusione o di semplice malessere, esprimiamo ciò di cui abbiamo bisogno.
Per me è stato ed è importante fermarmi, ascoltare cosa si muove dentro di me, nelle varie situazioni di ogni giorno e chiedermi: “Come sto?”, “Cosa sento?”, “Che sensazioni provo nel mio corpo?”. In questo modo mi sento, sento i miei confini, sento chi sono e mi accetto, accetto quello che c'è. Non è facile, a volte mi arrabbio con me stessa per non essere in un certo modo, perchè mi sento invasa, o ferita, ma quando mi concedo un momento per ascoltarmi e respirare, mi sento, e riesco (a volte di più, a volte meno) ad accettare anche quelle parti più ombrose e difficili che mi appartengono e mi sento più completa, come se scendesse un'onda di pace all'interno del mio corpo. Si sono io.
Per me attraverso la consapevolezza, ma non solo, la curiosità di esperire i miei confini (non si possono conoscere i confini se non vengono sperimentati), inizio passo dopo passo ad andare verso me stessa, verso la libertà: esprimere me stessa nella mia autenticità.
E così costruisco la mia casa (me stessa), la curo; il mio giardino (le relazioni con il mondo esterno), coltivo i miei fiori e le mie piante e delimito il mio giardino con una staccionata (confini). Nella mia casa mi sento bene e do il benvenuto a coloro che vorranno conoscermi e condividere con me parti della mia vita, permettendomi di aprire il mio cuore perchè sempre di più conosco i miei confini e riconosco l'invasione e la manipolazione.
Ognuno di noi costruirà o scoprirà la propria casa interiore, coltiverà il proprio giardino e costruirà i propri confini.
Sono sicura che ognuno serba nel proprio cuore l'immagine della propria casa.