Buongiorno, oggi, mentre raccoglievo informazioni sulla mia tesi riguardante la leadership contestualizzata, mi è venuta in mente un'idea che avevo concepito molto tempo fa sul comportamento dell'individuo alfa. Sembra passata un'era geologica, e mi è sembrato divertente condividerla con voi. Era il 2007, e, oltre all'attività di spedizioniere internazionale, aprii anche una casa di moda (Tenca 15); all'epoca, ero specializzato in spedizioni fashion e avevo tutti gli strumenti necessari per ottenere un buon risultato (i migliori fornitori al mondo in base al prodotto, contatti con stilisti e qualità del prodotto oltre a tutta la logistica collegata, ecc.), ma non è questo il fulcro della mia narrazione.
Quello che mi stupì maggiormente fu il fatto che, per lanciare un marchio (come dicevo, avevo contatti con persone competenti), i costi per pubblicità, fiere in Europa, presentazioni e tutto il necessario per divulgare non tanto il prodotto, ma il marchio, si aggiravano, all'epoca, intorno ai 2 milioni di euro al minimo. A quel punto, mi ricordai che quando ero più giovane lavoravo come PR per alcune discoteche di Milano e che le persone che avevano maggiore successo nella vendita dei biglietti erano sempre i leader o gli elementi alfa. Da qui scaturì un'altra idea: quale metodo alternativo avrei potuto utilizzare e rivendere per promuovere un marchio con costi ridotti? Inizialmente mi focalizzai sul target sia generazionale sia ambientale e, per comodità e conoscenza, decisi per l'età 15/30 e Milano. L'idea era di utilizzare i giovani per influenzare altri a comprare e divulgare un marchio e prodotto. Per fare questo, coinvolsi una psicologa per creare un sistema e un format (questionario) che mi permettesse, all'interno delle scuole, di selezionare gli elementi alfa e leader. Questo sistema, con base a Milano, era perfettamente replicabile ovunque e avrebbe evitato enormi costi di pubblicità o testimonial super famosi e costosi, facendo leva sull'emulazione ed il passaparola, un po' come fu il fenomeno dei "paninari anni '80". I maggiori problemi che incontrai furono gli accessi alle istituzioni scolastiche e soprattutto la minore età (nel caso delle scuole superiori) e i problemi legati alla pubblicità occulta, ecc. Purtroppo, o per fortuna, non portai avanti il progetto perché difficilmente utilizzabile per il mio marchio e non avevo tempo da dedicare ad altri progetti. Ma se ci pensate bene, tutto quello che avevo pensato sarebbe stato poi realizzato pochi anni dopo con una tecnologia diversa (Instagram) e quei giovani leader oggi vengono chiamati influencer.
Quello che mi fa sorridere e pensare è che, nonostante l'evoluzione tecnologica progredisca e gli strumenti di comunicazione cambino, gli stimoli e gli impulsi dell'essere umano si adattano alla situazione ma rimangono sempre fedeli agli stessi principi.
Quello che mi stupì maggiormente fu il fatto che, per lanciare un marchio (come dicevo, avevo contatti con persone competenti), i costi per pubblicità, fiere in Europa, presentazioni e tutto il necessario per divulgare non tanto il prodotto, ma il marchio, si aggiravano, all'epoca, intorno ai 2 milioni di euro al minimo. A quel punto, mi ricordai che quando ero più giovane lavoravo come PR per alcune discoteche di Milano e che le persone che avevano maggiore successo nella vendita dei biglietti erano sempre i leader o gli elementi alfa. Da qui scaturì un'altra idea: quale metodo alternativo avrei potuto utilizzare e rivendere per promuovere un marchio con costi ridotti? Inizialmente mi focalizzai sul target sia generazionale sia ambientale e, per comodità e conoscenza, decisi per l'età 15/30 e Milano. L'idea era di utilizzare i giovani per influenzare altri a comprare e divulgare un marchio e prodotto. Per fare questo, coinvolsi una psicologa per creare un sistema e un format (questionario) che mi permettesse, all'interno delle scuole, di selezionare gli elementi alfa e leader. Questo sistema, con base a Milano, era perfettamente replicabile ovunque e avrebbe evitato enormi costi di pubblicità o testimonial super famosi e costosi, facendo leva sull'emulazione ed il passaparola, un po' come fu il fenomeno dei "paninari anni '80". I maggiori problemi che incontrai furono gli accessi alle istituzioni scolastiche e soprattutto la minore età (nel caso delle scuole superiori) e i problemi legati alla pubblicità occulta, ecc. Purtroppo, o per fortuna, non portai avanti il progetto perché difficilmente utilizzabile per il mio marchio e non avevo tempo da dedicare ad altri progetti. Ma se ci pensate bene, tutto quello che avevo pensato sarebbe stato poi realizzato pochi anni dopo con una tecnologia diversa (Instagram) e quei giovani leader oggi vengono chiamati influencer.
Quello che mi fa sorridere e pensare è che, nonostante l'evoluzione tecnologica progredisca e gli strumenti di comunicazione cambino, gli stimoli e gli impulsi dell'essere umano si adattano alla situazione ma rimangono sempre fedeli agli stessi principi.