
E’ difficile dare un senso alla perdita di una persona cara e ancor più difficile è pensare il futuro senza di essa, ritrovare un’identità, una memoria, dei valori in grado di sostenere nuovi progetti di vita e rispondere ai problemi interiori.
Un’ottima strada per mobilizzare le risorse interiori, è quella di creare un ponte tra la sofferenza e la meraviglia attraverso la creazione di una storia immaginaria che, proprio per la sua inventiva, trasforma la realtà e la libera nel linguaggio della metafora e della favola.
Il racconto liberatorio di una persona che ha perduto la mamma, indica una via interiore che tocca due sfere: l’abbandono e la paura’. E le supera.
‘La mia storia inizia in una giornata buia, dentro una stanza buia e silenziosa. Nessun rumore, solo un singhiozzo soffocato in un silenzio infinito. Questa bimba sola si guarda intorno ma nessuno spiraglio di luce penetra attorno a lei. L’assenza totale di rumore le fa capire di essere molto distante da qualsiasi cosa o persona. E’ sola.
Dopo un tempo che le pare interminabile proprio sopra la sua testa si apre un oblò da cui entra una luce accecante, e vede scendere velocemente ciò che teme di più, un enorme ragno nero, che con velocità fulminea le morde al collo. Quando pensa che diventerà il suo pasto, il mostro se ne va.
La bimba cade in un sonno lunghissimo e al suo risveglio si rende conto di avere una forza che prima non aveva … e mentre si strofina gli occhi cercando di vedere oltre la luce sopra di lei succede qualcosa di sorprendente: dai suoi pugni chiusi escono fili quasi invisibili ma estremamente resistenti.
Improvvisamente capisce che quel filo può portarla fuori da quel buio, alza le braccia al cielo, al centro dell’oblò, stringe i pugni con forza e si lascia trascinare verso l’alto.
Quando riapre gli occhi si trova in un bellissimo posto verde, con i piedi nudi sente il fresco dell’erba, si guarda attorno e ovunque è colore e pace. E silenzio anche, ma un silenzio che dice che d’ora in avanti andrà tutto bene!’
Il nostro IO, come ho più volte evidenziato, non può accettare impotenza, frammentazione, incapacità. Per questo ha bisogno di briciole di fantasia per individuare e intraprendere nuovi sentieri.
In talune situazioni interiori è l’unico modo per arrivare a destinazione.
Un’ottima strada per mobilizzare le risorse interiori, è quella di creare un ponte tra la sofferenza e la meraviglia attraverso la creazione di una storia immaginaria che, proprio per la sua inventiva, trasforma la realtà e la libera nel linguaggio della metafora e della favola.
Il racconto liberatorio di una persona che ha perduto la mamma, indica una via interiore che tocca due sfere: l’abbandono e la paura’. E le supera.
‘La mia storia inizia in una giornata buia, dentro una stanza buia e silenziosa. Nessun rumore, solo un singhiozzo soffocato in un silenzio infinito. Questa bimba sola si guarda intorno ma nessuno spiraglio di luce penetra attorno a lei. L’assenza totale di rumore le fa capire di essere molto distante da qualsiasi cosa o persona. E’ sola.
Dopo un tempo che le pare interminabile proprio sopra la sua testa si apre un oblò da cui entra una luce accecante, e vede scendere velocemente ciò che teme di più, un enorme ragno nero, che con velocità fulminea le morde al collo. Quando pensa che diventerà il suo pasto, il mostro se ne va.
La bimba cade in un sonno lunghissimo e al suo risveglio si rende conto di avere una forza che prima non aveva … e mentre si strofina gli occhi cercando di vedere oltre la luce sopra di lei succede qualcosa di sorprendente: dai suoi pugni chiusi escono fili quasi invisibili ma estremamente resistenti.
Improvvisamente capisce che quel filo può portarla fuori da quel buio, alza le braccia al cielo, al centro dell’oblò, stringe i pugni con forza e si lascia trascinare verso l’alto.
Quando riapre gli occhi si trova in un bellissimo posto verde, con i piedi nudi sente il fresco dell’erba, si guarda attorno e ovunque è colore e pace. E silenzio anche, ma un silenzio che dice che d’ora in avanti andrà tutto bene!’
Il nostro IO, come ho più volte evidenziato, non può accettare impotenza, frammentazione, incapacità. Per questo ha bisogno di briciole di fantasia per individuare e intraprendere nuovi sentieri.
In talune situazioni interiori è l’unico modo per arrivare a destinazione.