
Cosa spinge una persona a "guardarsi dentro"? Un dolore, una gioia, una crisi, un profondo caos interiore per cui la parola "chiarezza" diventa l'unica in grado di risuonare e di avere un senso?
Mi pongo dalla parte del coachee o cliente e immagino di dover cercare aiuto. Sono un imprenditore e voglio lavorare sulla mia leadership oppure sono uno sportivo e voglio potenziare la mia motivazione o, ancora sono un libero professionista e voglio essere più sicuro di me stesso per vendere meglio il mio prodotto e, ora, invece sono una casalinga stanca della routine, degli impegni di famiglia, di tanti "devi", come se tutto fosse sempre scontato. Ora sono una studentessa che deve scegliere: vivere fuori casa oppure essere un'eterna pendolare? Come trovare il coraggio di staccare il cordone ombelicale? Adesso divento una donna manager e voglio affinare il mio stile comunicativo.
Ora sono una Persona e voglio semplicemente capire chi sono.
Voglio esplorare il mio vissuto, il mio ruolo professionale, le mie emozioni, i miei dubbi e i miei condizionamenti, ammesso di esserne consapevole: cerco un supporto, mi affido, mi fido, mi lascio guidare e rimango a osservare cosa accade. "Cambiamento", oddio! Mi spaventa così tanto: quale sarà l'esito di questi incontri? Come ne uscirò? Sarò in grado di cambiare davvero e come mi dovrò comportare? Accidenti quante domande, ma starò facendo la cosa giusta? La mia amica mi ha detto che un percorso di coaching o counselling mi farà bene e io le ho creduto.
Mi sono fatta coraggio, ho chiamato, ho fissato un incontro e ora eccomi qui. Da dove si incomincia? Eh, ma non so se racconterò questa cosa di me, non me la sento e se, poi, esce senza che io me ne renda conto? Mi sento un nodo alla gola, forse è il caso che mi faccia coraggio e che parta, verso dove non lo so ancora, ma spero che questo coach o counsellor mi dia una mano. Sono così fragile in questo momento, ho mille paure che mi oscurano la mente: mi sento sola e ho bisogno di un abbraccio vero e simbolico e, chissà, in questo spazio chiamato "campo di relazione" forse lo percepirò. Me lo auguro.
Bene, adesso vado. Inizio la mia strada: quali obiettivi? Devo pensarci bene, non so nemmeno cosa stia facendo, non ci sono abituata, mi sembra di dover fare un viaggio; chissà forse lo è davvero, un gran bel viaggio, senza urgenza di partire e di tornare. Un cammino di riscoperta e di risveglio, un esperimento da provare, un luogo in cui fermarmi e ascoltare le mille voci che si muovono dentro, per scegliere quella mia, autentica: che lavoro dovrò fare! Esplorerò molte dimensioni: immaginazione, pensiero, emozioni, sensazioni, movimento. Chissà cosa troverò dentro ognuna di esse. Di certo non sono molto brava a visualizzare immagini, ma ci proverò; le mie emozioni sono sempre così forti, esagerate e sbilanciate tutte da un lato o dall'altro; le sensazioni sono piuttosto tangibili, ho spesso le mani fredde e sento sempre un peso allo stomaco; il mio pensiero, beh, quello è sempre incasinato, non mi dà molta tregua e poi il movimento, che dire! Non pratico attività fisica da un bel po', mi sono impigrita e chissà magari è la volta buona che ricomincio a fare delle passeggiate, così per sgranchirmi le gambe e le idee. Insomma incomincia a piacermi questo viaggio: dovrò capire come stanno le mie risorse personali, le mie competenze, i miei valori, una bella impresa! Ma ci voglio provare: mi hanno insegnato a non avere pregiudizi, a sperimentarmi e così farò.
Voglio diventare una libera pensatrice e una regista della mia vita: voglio rafforzarmi con strumenti idonei a frugare dentro ai miei sogni, cercando gli strumenti per realizzarli. Voglio conoscermi meglio e darmi del tu, finalmente. Me lo merito, no?
'Ho affrontato le sfide della vita attingendo ad un bacino di energia pura: la mia forza interiore. L’ho costruita a dispetto degli sberleffi della vita e grazie ai dolori quotidiani, l’ho scoperta credendo in me e nei miei valori'.
(Stephen Littleword)
Mi pongo dalla parte del coachee o cliente e immagino di dover cercare aiuto. Sono un imprenditore e voglio lavorare sulla mia leadership oppure sono uno sportivo e voglio potenziare la mia motivazione o, ancora sono un libero professionista e voglio essere più sicuro di me stesso per vendere meglio il mio prodotto e, ora, invece sono una casalinga stanca della routine, degli impegni di famiglia, di tanti "devi", come se tutto fosse sempre scontato. Ora sono una studentessa che deve scegliere: vivere fuori casa oppure essere un'eterna pendolare? Come trovare il coraggio di staccare il cordone ombelicale? Adesso divento una donna manager e voglio affinare il mio stile comunicativo.
Ora sono una Persona e voglio semplicemente capire chi sono.
Voglio esplorare il mio vissuto, il mio ruolo professionale, le mie emozioni, i miei dubbi e i miei condizionamenti, ammesso di esserne consapevole: cerco un supporto, mi affido, mi fido, mi lascio guidare e rimango a osservare cosa accade. "Cambiamento", oddio! Mi spaventa così tanto: quale sarà l'esito di questi incontri? Come ne uscirò? Sarò in grado di cambiare davvero e come mi dovrò comportare? Accidenti quante domande, ma starò facendo la cosa giusta? La mia amica mi ha detto che un percorso di coaching o counselling mi farà bene e io le ho creduto.
Mi sono fatta coraggio, ho chiamato, ho fissato un incontro e ora eccomi qui. Da dove si incomincia? Eh, ma non so se racconterò questa cosa di me, non me la sento e se, poi, esce senza che io me ne renda conto? Mi sento un nodo alla gola, forse è il caso che mi faccia coraggio e che parta, verso dove non lo so ancora, ma spero che questo coach o counsellor mi dia una mano. Sono così fragile in questo momento, ho mille paure che mi oscurano la mente: mi sento sola e ho bisogno di un abbraccio vero e simbolico e, chissà, in questo spazio chiamato "campo di relazione" forse lo percepirò. Me lo auguro.
Bene, adesso vado. Inizio la mia strada: quali obiettivi? Devo pensarci bene, non so nemmeno cosa stia facendo, non ci sono abituata, mi sembra di dover fare un viaggio; chissà forse lo è davvero, un gran bel viaggio, senza urgenza di partire e di tornare. Un cammino di riscoperta e di risveglio, un esperimento da provare, un luogo in cui fermarmi e ascoltare le mille voci che si muovono dentro, per scegliere quella mia, autentica: che lavoro dovrò fare! Esplorerò molte dimensioni: immaginazione, pensiero, emozioni, sensazioni, movimento. Chissà cosa troverò dentro ognuna di esse. Di certo non sono molto brava a visualizzare immagini, ma ci proverò; le mie emozioni sono sempre così forti, esagerate e sbilanciate tutte da un lato o dall'altro; le sensazioni sono piuttosto tangibili, ho spesso le mani fredde e sento sempre un peso allo stomaco; il mio pensiero, beh, quello è sempre incasinato, non mi dà molta tregua e poi il movimento, che dire! Non pratico attività fisica da un bel po', mi sono impigrita e chissà magari è la volta buona che ricomincio a fare delle passeggiate, così per sgranchirmi le gambe e le idee. Insomma incomincia a piacermi questo viaggio: dovrò capire come stanno le mie risorse personali, le mie competenze, i miei valori, una bella impresa! Ma ci voglio provare: mi hanno insegnato a non avere pregiudizi, a sperimentarmi e così farò.
Voglio diventare una libera pensatrice e una regista della mia vita: voglio rafforzarmi con strumenti idonei a frugare dentro ai miei sogni, cercando gli strumenti per realizzarli. Voglio conoscermi meglio e darmi del tu, finalmente. Me lo merito, no?
'Ho affrontato le sfide della vita attingendo ad un bacino di energia pura: la mia forza interiore. L’ho costruita a dispetto degli sberleffi della vita e grazie ai dolori quotidiani, l’ho scoperta credendo in me e nei miei valori'.
(Stephen Littleword)