
Homage to Paul Klee by Nancy Almazan
“Pur non così temerario da pensare di capire il nocciolo della creatività, sono curioso di spiarla quanto più è possibile” Paul Klee
Nel precedente post ho cercato di raccontare, dal mio punto di vista, cos’è la creatività e perché possiamo ritenerla fondamentale nella nostra esistenza. Abbiamo riflettuto su come sia spesso, poco valorizzata, poco stimolata, quantomeno arginata, fino ad arrivare ad essere ritenuta “scomoda”.
La creatività è scomoda quando consente di ragionare in modo alternativo e libero da condizionamenti, quando propone strade differenti e si oppone alla “omologazione” che ci viene imposta dalla società.
Che la creatività sia connessa alla libera espressione di sé, è un concetto che possiamo trovare, già negli studi di Abraham Harold Maslow (1954). Nella sua gerarchia dei bisogni umani, egli identifica la creatività come Auto –attualizzante, ossia come spinta dell’individuo sano, verso l’apice della sua piramide. Creatività, quindi, come piena e completa realizzazione. Sempre secondo Maslow, le persone creative sono più libere nell’espressione di sè, meno inibite e maggiormente spontanee, quindi più inclini ad esprimere le proprie idee.
Anche Carl Rogers (1961) crea un collegamento importante tra creatività e crescita umana, grazie all’interazione con l’ambiente. Secondo Rogers gli individui tanto più sono creativi, quanto più sono liberi da difese psicologiche, aperti al mondo e predisposti a vivere esperienze alternative.
È molto difficile governare un popolo di “esseri pensanti”, che rispondono ai loro bisogni di autoaffermazione. Storicamente è più agevole governare un popolo ignorante e per così dire “bue”. Nella dimensione dei condizionamenti sociali, dunque, non c’è nessun interesse o vantaggio a stimolare la creatività.
Potremmo identificare in questa constatazione, un primo potentissimo blocco all’espressione creativa, che pervade molte delle nostre esperienze quotidiane. Per fare un esempio concreto, chi non è stato qualche volta, insofferente a certi labirinti burocratici? Assistiamo giornalmente a molte, inutili, ridondanze di questo tipo, sia in ambito professionale sia personale, nelle quali siamo nostro malgrado intrappolati. Quelle particolarmente ingessanti e inutili, cannibalizzano la risorsa “tempo”. Il tempo è una risorsa tanto scarsa quanto preziosa per lasciare spazio alla creatività e all’espressione di sé.
“Non tutte le prigioni hanno le sbarre: molte sono meno evidenti ed è difficile evadere perché non sappiamo di esserne prigionieri. Sono le prigioni dei nostri automatismi culturali che castrano l’immaginazione, fonte di creatività. (Henry Laborit)
I blocchi creativi
È indubbio che quando si parla di ostacoli, blocchi o nemici della creatività le liste si sprecano… è semplice identificarli, in quanto numerosi, vari e disseminati un po’ dappertutto. Vediamone alcuni:
Frasi Killer
Per “uccidere” la creatività, espressa in un’idea o in qualsiasi altro atto creativo, a volte basta una semplice battuta, una cosiddetta frase “Killer”, ad esempio:
“non funzionerà mai”, “Sì, ma”… “abbiamo sempre fatto così, perché cambiare”, “ma smettila di sognare” “ mi sembra ridicolo”; “ci abbiamo già provato” “crea più problemi di quanti ne risolva” “cerca di essere più concreto”, ecc. Ricordo molto bene una mia esperienza personale, a scuola: la maestra ha più volte commentato i miei primi temi con questo giudizio: “voli troppo con le ali della fantasia”. E chi ha definito quando la fantasia è troppa? E soprattutto, se non entriamo nell’ambito psicopatologico, che male può mai fare?
Giudizi superficiali
Ci sono in agguato anche altre minacce, come ad esempio un giudizio sommario. In fondo molte buone proposte possono originarsi da idee assurde, che però hanno il merito di fare da “ponte” ad altre idee più concretamente realizzabili. Questo concetto è ben utilizzato nelle tecniche di Brainstorming (letteralmente “tempesta di cervelli”). Una nota tecnica di soluzione del problema molto utilizzata, che è stata sviluppata dal pubblicitario Alex Faickney Osborn (1957).
Conformismo
Abbiamo visto che anche una dose eccessiva di conformismo può condizionare il pensiero, verso una linearità e una logica rigida. Tale linearità non solo ostacola il pensiero divergente, ma sottopone ad un giudizio negativo tutto quello che esce dagli schemi. “Ogni formula della creatività deve includere curiosità e anticonformismo, insieme all’impazienza per ogni vecchia formula che pretenda di imbrigliare l’immaginazione” (Giulio Giorello, articolo 2010.)
Stress
Non dimentichiamo che tra i peggiori nemici della creatività ci sono gli stati emotivi di ansia prolungata; essere creativi è per lo più divertente, implica uno stato di benessere e una spinta ludica. Le persone sottoposte a stress, hanno difficoltà a recuperare energie e a prendersi del tempo, nutrimenti essenziali per ogni atto creativo. Si tratta di un circolo vizioso, perché la creatività potrebbe produrre ottimi modi per uscire dallo stress.
Meccanismi percettivi
I meccanismi percettivi, ossia le modalità con cui raccogliamo ed elaboriamo velocemente le informazioni per muoverci nell’ambiente, sono una insidia subdola per la creatività, perché sono difficili da riconoscere. I teorici della gestalt sono tra coloro che hanno individuato meglio, come tali meccanismi impattano sulle idee. Max Wertheimer (1943) trova nella rigidità percettiva, uno dei maggiori ostacoli alla soluzione di problemi. Spesso un problema non può essere risolto, se non modifichiamo il nostro modo di percepirlo, mettendo in campo un buon numero di soluzioni. Bisogna “ristrutturare” percettivamente gli elementi a disposizione per intuire nuove relazioni.
“Pur non così temerario da pensare di capire il nocciolo della creatività, sono curioso di spiarla quanto più è possibile” Paul Klee
Nel precedente post ho cercato di raccontare, dal mio punto di vista, cos’è la creatività e perché possiamo ritenerla fondamentale nella nostra esistenza. Abbiamo riflettuto su come sia spesso, poco valorizzata, poco stimolata, quantomeno arginata, fino ad arrivare ad essere ritenuta “scomoda”.
La creatività è scomoda quando consente di ragionare in modo alternativo e libero da condizionamenti, quando propone strade differenti e si oppone alla “omologazione” che ci viene imposta dalla società.
Che la creatività sia connessa alla libera espressione di sé, è un concetto che possiamo trovare, già negli studi di Abraham Harold Maslow (1954). Nella sua gerarchia dei bisogni umani, egli identifica la creatività come Auto –attualizzante, ossia come spinta dell’individuo sano, verso l’apice della sua piramide. Creatività, quindi, come piena e completa realizzazione. Sempre secondo Maslow, le persone creative sono più libere nell’espressione di sè, meno inibite e maggiormente spontanee, quindi più inclini ad esprimere le proprie idee.
Anche Carl Rogers (1961) crea un collegamento importante tra creatività e crescita umana, grazie all’interazione con l’ambiente. Secondo Rogers gli individui tanto più sono creativi, quanto più sono liberi da difese psicologiche, aperti al mondo e predisposti a vivere esperienze alternative.
È molto difficile governare un popolo di “esseri pensanti”, che rispondono ai loro bisogni di autoaffermazione. Storicamente è più agevole governare un popolo ignorante e per così dire “bue”. Nella dimensione dei condizionamenti sociali, dunque, non c’è nessun interesse o vantaggio a stimolare la creatività.
Potremmo identificare in questa constatazione, un primo potentissimo blocco all’espressione creativa, che pervade molte delle nostre esperienze quotidiane. Per fare un esempio concreto, chi non è stato qualche volta, insofferente a certi labirinti burocratici? Assistiamo giornalmente a molte, inutili, ridondanze di questo tipo, sia in ambito professionale sia personale, nelle quali siamo nostro malgrado intrappolati. Quelle particolarmente ingessanti e inutili, cannibalizzano la risorsa “tempo”. Il tempo è una risorsa tanto scarsa quanto preziosa per lasciare spazio alla creatività e all’espressione di sé.
“Non tutte le prigioni hanno le sbarre: molte sono meno evidenti ed è difficile evadere perché non sappiamo di esserne prigionieri. Sono le prigioni dei nostri automatismi culturali che castrano l’immaginazione, fonte di creatività. (Henry Laborit)
I blocchi creativi
È indubbio che quando si parla di ostacoli, blocchi o nemici della creatività le liste si sprecano… è semplice identificarli, in quanto numerosi, vari e disseminati un po’ dappertutto. Vediamone alcuni:
Frasi Killer
Per “uccidere” la creatività, espressa in un’idea o in qualsiasi altro atto creativo, a volte basta una semplice battuta, una cosiddetta frase “Killer”, ad esempio:
“non funzionerà mai”, “Sì, ma”… “abbiamo sempre fatto così, perché cambiare”, “ma smettila di sognare” “ mi sembra ridicolo”; “ci abbiamo già provato” “crea più problemi di quanti ne risolva” “cerca di essere più concreto”, ecc. Ricordo molto bene una mia esperienza personale, a scuola: la maestra ha più volte commentato i miei primi temi con questo giudizio: “voli troppo con le ali della fantasia”. E chi ha definito quando la fantasia è troppa? E soprattutto, se non entriamo nell’ambito psicopatologico, che male può mai fare?
Giudizi superficiali
Ci sono in agguato anche altre minacce, come ad esempio un giudizio sommario. In fondo molte buone proposte possono originarsi da idee assurde, che però hanno il merito di fare da “ponte” ad altre idee più concretamente realizzabili. Questo concetto è ben utilizzato nelle tecniche di Brainstorming (letteralmente “tempesta di cervelli”). Una nota tecnica di soluzione del problema molto utilizzata, che è stata sviluppata dal pubblicitario Alex Faickney Osborn (1957).
Conformismo
Abbiamo visto che anche una dose eccessiva di conformismo può condizionare il pensiero, verso una linearità e una logica rigida. Tale linearità non solo ostacola il pensiero divergente, ma sottopone ad un giudizio negativo tutto quello che esce dagli schemi. “Ogni formula della creatività deve includere curiosità e anticonformismo, insieme all’impazienza per ogni vecchia formula che pretenda di imbrigliare l’immaginazione” (Giulio Giorello, articolo 2010.)
Stress
Non dimentichiamo che tra i peggiori nemici della creatività ci sono gli stati emotivi di ansia prolungata; essere creativi è per lo più divertente, implica uno stato di benessere e una spinta ludica. Le persone sottoposte a stress, hanno difficoltà a recuperare energie e a prendersi del tempo, nutrimenti essenziali per ogni atto creativo. Si tratta di un circolo vizioso, perché la creatività potrebbe produrre ottimi modi per uscire dallo stress.
Meccanismi percettivi
I meccanismi percettivi, ossia le modalità con cui raccogliamo ed elaboriamo velocemente le informazioni per muoverci nell’ambiente, sono una insidia subdola per la creatività, perché sono difficili da riconoscere. I teorici della gestalt sono tra coloro che hanno individuato meglio, come tali meccanismi impattano sulle idee. Max Wertheimer (1943) trova nella rigidità percettiva, uno dei maggiori ostacoli alla soluzione di problemi. Spesso un problema non può essere risolto, se non modifichiamo il nostro modo di percepirlo, mettendo in campo un buon numero di soluzioni. Bisogna “ristrutturare” percettivamente gli elementi a disposizione per intuire nuove relazioni.

“Mamma il maglione si lava, il divertimento no” (Martina, mia figlia di sette anni)
Gli assassini della creatività
A completamento di quanto espresso ho trovato interessante e divertente un articolo (disponibile on line), di Gaia and Andrew Grant, professionisti in comunicazione. I due autori hanno pubblicato sull’argomento anche un libro intitolato“Who Killed Creativity? And how to get it back” (2012) (“Chi ha ucciso la creatività e come riaverla indietro”). Essi sostengono che la creatività sia in declino. Questa osservazione deriva dall’analisi di corpose ricerche scientifiche, in cui sono stati analizzati fino a 300.000 punteggi Torrance[1], di bambini e adulti. Si è visto che, nel corso del tempo, la creatività ha avuto “oggettivamente” un calo. Questo è evidente anche nel corso della vita di un individuo, ossia i bambini diventano meno creativi man mano che crescono. I 7 Killer identificati dai due autori sono:
1. Il controllo: quando ci siano sistemi che tendono a soffocare il pensiero creativo, attraverso la limitazione della capacità di pensare liberamente e autonomamente
2. La paura: quando viviamo un eccesso di ansia, nello sperimentare idee nuove condizionati dalla possibilità del fallimento. Quando l'ansia interviene, infatti, può essere paralizzante.
La pressione: quando nei nostri confronti ci sono molte aspettative reali o percepite. Il ritmo veloce di vita, una maggiore dipendenza dalla tecnologia e velocità di comunicazione, hanno contribuito ad una diffusione di questo vissuto. Sotto pressione, la risposta istintiva del corpo è "lotta, fuga o 1. blocco." L'adrenalina chiamata a raccolta per la "lotta", può portare a sintomi fisici e psicologici pericolosi e letteralmente “spegnere” il cervello”. 2. L’isolamento: essere isolati limita le esperienze e le capacità cerebrali sono poco esercitate. Quando le fonti di informazione sono limitate nel contenuto, ma travolgenti in quantità, si assiste ad un processo psicologico, per cui ci si attacca ad opzioni sicure piuttosto che sperimentare nuove idee. Anche la mancanza di diversità in team e organizzazioni, a tutti i livelli, può limitare la creatività.
3. L’apatia: L’apatia o mancanza di motivazione attutisce la volontà di riuscire. L’apatia non ha posto nel processo di sviluppo creativo.
4. La chiusura mentale: La testardaggine e la rigidità di pensiero sono altri acerrimi nemici della creatività. Così come essere condizionati dai pregiudizi. Spesso chi è condizionato da questo atteggiamento mentale, è fedele alle sue convinzioni e piuttosto incapace di mettersi nei panni degli altri.
5. Il pessimismo: Questo è un atteggiamento “intossicante” dal punto di vista psicologico. I pessimisti tendono ad incolpare se stessi quando le cose vanno male, sono sempre più riluttanti a provare qualcosa di nuovo. Non avere un atteggiamento positivo e ben disposto influisce negativamente sulla creatività.
Personalmente credo sia importante essere coscienti della potenza e della magia della creatività e mettersi nella condizione di coltivarla, lasciarle spazio, direi anche goderne. Chi ha “sofferto” di “blocchi creativi” sa, probabilmente, cosa significhi non avere accanto questa preziosissima compagna di successi…
[1] Ellis Paul Torrance (1915-2003) è uno psicologo americano che ha studiato in modo particolare la creatività. Egli è anche tra autore di significativi test sull’argomento. I test Torrance sono prove verbali o grafiche che misurano dimensioni attitudinali della creatività quali: originalità, fluidità e flessibilità. Questi test sono stati tradotti in oltre 32 lingue utilizzati in più di 2000 studi.
Bibliografia
Adams J. L., (1994) Sblocca il cervello, "Guida. Manuali per tutti", Sperling & Kupfer
Maslow A. H., (1973) Motivazione e personalità, Armando
Maslow A. H., (1971) Verso una psicologia dell'essere, Astrolabio, Roma,
Osborn A. F., (1986) Osborn A. F., tr. it. L'arte della creativity. Principi e procedure creative problem-solving, Franco Angeli, Milano
Rogers C., (1973) Libertà nell'apprendimento, Giunti, Firenze
Torrance E.Paul, Why Fly? Philosophy of Creativity (Creativity Research S.)di Editore: Ablex Publishing Corporation
Wertheimer M., (1965) Il pensiero produttivo, Giunti, Firenze,
M.Wertheimer, Productive Thinking, Harper, New York, 1945; trad. it. Il pensiero produttivo a cura di Bozzi P., Ed. Universitaria, Firenze, 1965
http://www.lematpercorsi.com/2011/10/creativita-le-frasi-killer/
http://www.corriere.it/cultura/12_aprile_10/la-formula-della-creativita-giulio-giorello_65597fb6-8322-11e1-b660-48593c628107.shtml
http://www.fastcocreate.com/1680919/the-7-biggest-creativity-killers
Gli assassini della creatività
A completamento di quanto espresso ho trovato interessante e divertente un articolo (disponibile on line), di Gaia and Andrew Grant, professionisti in comunicazione. I due autori hanno pubblicato sull’argomento anche un libro intitolato“Who Killed Creativity? And how to get it back” (2012) (“Chi ha ucciso la creatività e come riaverla indietro”). Essi sostengono che la creatività sia in declino. Questa osservazione deriva dall’analisi di corpose ricerche scientifiche, in cui sono stati analizzati fino a 300.000 punteggi Torrance[1], di bambini e adulti. Si è visto che, nel corso del tempo, la creatività ha avuto “oggettivamente” un calo. Questo è evidente anche nel corso della vita di un individuo, ossia i bambini diventano meno creativi man mano che crescono. I 7 Killer identificati dai due autori sono:
1. Il controllo: quando ci siano sistemi che tendono a soffocare il pensiero creativo, attraverso la limitazione della capacità di pensare liberamente e autonomamente
2. La paura: quando viviamo un eccesso di ansia, nello sperimentare idee nuove condizionati dalla possibilità del fallimento. Quando l'ansia interviene, infatti, può essere paralizzante.
La pressione: quando nei nostri confronti ci sono molte aspettative reali o percepite. Il ritmo veloce di vita, una maggiore dipendenza dalla tecnologia e velocità di comunicazione, hanno contribuito ad una diffusione di questo vissuto. Sotto pressione, la risposta istintiva del corpo è "lotta, fuga o 1. blocco." L'adrenalina chiamata a raccolta per la "lotta", può portare a sintomi fisici e psicologici pericolosi e letteralmente “spegnere” il cervello”. 2. L’isolamento: essere isolati limita le esperienze e le capacità cerebrali sono poco esercitate. Quando le fonti di informazione sono limitate nel contenuto, ma travolgenti in quantità, si assiste ad un processo psicologico, per cui ci si attacca ad opzioni sicure piuttosto che sperimentare nuove idee. Anche la mancanza di diversità in team e organizzazioni, a tutti i livelli, può limitare la creatività.
3. L’apatia: L’apatia o mancanza di motivazione attutisce la volontà di riuscire. L’apatia non ha posto nel processo di sviluppo creativo.
4. La chiusura mentale: La testardaggine e la rigidità di pensiero sono altri acerrimi nemici della creatività. Così come essere condizionati dai pregiudizi. Spesso chi è condizionato da questo atteggiamento mentale, è fedele alle sue convinzioni e piuttosto incapace di mettersi nei panni degli altri.
5. Il pessimismo: Questo è un atteggiamento “intossicante” dal punto di vista psicologico. I pessimisti tendono ad incolpare se stessi quando le cose vanno male, sono sempre più riluttanti a provare qualcosa di nuovo. Non avere un atteggiamento positivo e ben disposto influisce negativamente sulla creatività.
Personalmente credo sia importante essere coscienti della potenza e della magia della creatività e mettersi nella condizione di coltivarla, lasciarle spazio, direi anche goderne. Chi ha “sofferto” di “blocchi creativi” sa, probabilmente, cosa significhi non avere accanto questa preziosissima compagna di successi…
[1] Ellis Paul Torrance (1915-2003) è uno psicologo americano che ha studiato in modo particolare la creatività. Egli è anche tra autore di significativi test sull’argomento. I test Torrance sono prove verbali o grafiche che misurano dimensioni attitudinali della creatività quali: originalità, fluidità e flessibilità. Questi test sono stati tradotti in oltre 32 lingue utilizzati in più di 2000 studi.
Bibliografia
Adams J. L., (1994) Sblocca il cervello, "Guida. Manuali per tutti", Sperling & Kupfer
Maslow A. H., (1973) Motivazione e personalità, Armando
Maslow A. H., (1971) Verso una psicologia dell'essere, Astrolabio, Roma,
Osborn A. F., (1986) Osborn A. F., tr. it. L'arte della creativity. Principi e procedure creative problem-solving, Franco Angeli, Milano
Rogers C., (1973) Libertà nell'apprendimento, Giunti, Firenze
Torrance E.Paul, Why Fly? Philosophy of Creativity (Creativity Research S.)di Editore: Ablex Publishing Corporation
Wertheimer M., (1965) Il pensiero produttivo, Giunti, Firenze,
M.Wertheimer, Productive Thinking, Harper, New York, 1945; trad. it. Il pensiero produttivo a cura di Bozzi P., Ed. Universitaria, Firenze, 1965
http://www.lematpercorsi.com/2011/10/creativita-le-frasi-killer/
http://www.corriere.it/cultura/12_aprile_10/la-formula-della-creativita-giulio-giorello_65597fb6-8322-11e1-b660-48593c628107.shtml
http://www.fastcocreate.com/1680919/the-7-biggest-creativity-killers