DIALOGO A QUATTRO MANI.
Siamo in acqua termale, in cerchio, una di fianco all’altra; chiudiamo gli occhi e ci prendiamo le mani.
Non serve parlare perché ora ci pensano loro a comunicare per noi.
La mia mano sinistra (MS), delicata e aperta, si avvicina alla mano destra (MD) di un compagno, pronto ad accoglierla.
Mia MS (con un tono calmo e rassicurante): “Ciao, sono qui per riceverti. Senti la forza della connessione tra noi?”
La MD del compagno si allunga, chiudendosi attorno alla mia mano sinistra con una presa forte e sicura.
MD del compagno (con un sorriso): “E’ bello sentirti. Ti offro il mio sostegno. Spero tu possa percepire quanto desidero che tu ti senta a tuo agio”.
La mia MS risponde, chiudendo delicatamente le dita attorno alla mano destra del compagno: “si, sento la tua energia. La tua presa mi fa sentire sicura e protetta”.
Le due mani restarono in questa conversazione silenziosa per lungo tempo, senza più spostarsi.
Dall’altra parte, la mia mano destra (DM) stava cercando lo stesso dialogo con la mano sinistra (MS) di un’altra compagna di viaggio.
La mia MD: “Ciao Come possiamo trovare una connessione insieme?
La MS della mia compagna di viaggio si avvicina un po’ incerta, ma decisa ad esplorare.
MS della mia compagna (timidamente): “Voglio provare a darti la mia presa. Spero di riuscire a creare un legame”.
La mia MS si intreccia con la MD della compagna alla ricerca di un’affinità, ma non riesce a sentirsi subito a proprio agio e inizia ad esplorare le dita, il palmo e cambia continuamente posizione alla ricerca di una sintonia.
MS (sostenendo): “Proviamo a trovare un modo che funzioni per entrambe. Ogni gesto e ogni tentativo conta, voglio che tu sappia che sono qui con te.”
Le mani si muovono, provando diverse posizioni, finché trovano una presa confortevole.
MS (con un sorriso): “Ecco! Questo intreccio mi fa sentire bene. E’ sorprendente come possiamo comunicare così, senza parole e anche se ci abbiamo dedicato un po’ di tempo, ci siamo ascoltate e capite.
MD: “ Si, ogni interazione è unica. Insieme stiamo creando qualcosa di speciale”.
Le mani, ora unite, si scambiano un momento di silenziosa gratitudine, consapevoli della bellezza della loro connessione.
MS: (soddisfatta): “La comunicazione è un’arte. Ogni gesto, ogni presa, è un’opportunità per scoprire di più su noi stessi e sugli altri.”
Le mani rimangono unite, testimoni di un’esperienza condivisa, pronte a continuare il viaggio di esplorazione e consapevolezza.
Durante il nostro corso di coach e counseling, abbiamo l’opportunità di partecipare a un’ora di piscina guidata da Riccardo Manfredini, un’esperienza che si è rivelata molto più di un semplice momento di relax.
In acqua termale, abbiamo intrapreso un viaggio di scoperta del nostro corpo e delle nostre modalità di comunicazione, prendendo ogni volta coscienza dei nostri limiti e di quelli degli altri.
In un esercizio in particolare, ci è stato chiesto di prendere la mano dei nostri compagni: una mano che riceve e l’altra che offre.
E’ stato un esercizio semplice, ma potente e profondo.
Ho appoggiato la mia mano sinistra sul palmo della mano di una persona, e, in quella stretta, ho provato una sensazione di sicurezza e familiarità.
Quella stretta rappresentava per me un modo di comunicare che mi faceva sentire a mio agio.
Con l’altra persona invece, ho faticato a trovare una presa che mi soddisfacesse.
Insieme abbiamo provato ad esplorare diverse modalità di contatto, fino a trovare l’intreccio delle dita che ci faceva sentire entrambe bene.
Quella scoperta mi ha insegnato che la comunicazione è un viaggio di esplorazione, dove ogni persona ha il proprio modo di esprimersi.
Questa esperienza mi ha fatto riflettere su quanto è importante mettersi in ascolto attivo dell’altro. Non esiste una via unica per comunicare e comprendere, ma è fondamentale essere aperti e disponibili a ricevere ciò che l’altro ha da offrire.
Solo così possiamo costruire connessioni autentiche e significative.
Nel coach e nel counseling questo principio è fondamentale: ogni individuo ha il proprio linguaggio e le proprie modalità di espressione e, come coach, il nostro compito è di mettersi in ascolto attivo, accogliere e facilitare il percorso di crescita di ciascuno.
Siamo in acqua termale, in cerchio, una di fianco all’altra; chiudiamo gli occhi e ci prendiamo le mani.
Non serve parlare perché ora ci pensano loro a comunicare per noi.
La mia mano sinistra (MS), delicata e aperta, si avvicina alla mano destra (MD) di un compagno, pronto ad accoglierla.
Mia MS (con un tono calmo e rassicurante): “Ciao, sono qui per riceverti. Senti la forza della connessione tra noi?”
La MD del compagno si allunga, chiudendosi attorno alla mia mano sinistra con una presa forte e sicura.
MD del compagno (con un sorriso): “E’ bello sentirti. Ti offro il mio sostegno. Spero tu possa percepire quanto desidero che tu ti senta a tuo agio”.
La mia MS risponde, chiudendo delicatamente le dita attorno alla mano destra del compagno: “si, sento la tua energia. La tua presa mi fa sentire sicura e protetta”.
Le due mani restarono in questa conversazione silenziosa per lungo tempo, senza più spostarsi.
Dall’altra parte, la mia mano destra (DM) stava cercando lo stesso dialogo con la mano sinistra (MS) di un’altra compagna di viaggio.
La mia MD: “Ciao Come possiamo trovare una connessione insieme?
La MS della mia compagna di viaggio si avvicina un po’ incerta, ma decisa ad esplorare.
MS della mia compagna (timidamente): “Voglio provare a darti la mia presa. Spero di riuscire a creare un legame”.
La mia MS si intreccia con la MD della compagna alla ricerca di un’affinità, ma non riesce a sentirsi subito a proprio agio e inizia ad esplorare le dita, il palmo e cambia continuamente posizione alla ricerca di una sintonia.
MS (sostenendo): “Proviamo a trovare un modo che funzioni per entrambe. Ogni gesto e ogni tentativo conta, voglio che tu sappia che sono qui con te.”
Le mani si muovono, provando diverse posizioni, finché trovano una presa confortevole.
MS (con un sorriso): “Ecco! Questo intreccio mi fa sentire bene. E’ sorprendente come possiamo comunicare così, senza parole e anche se ci abbiamo dedicato un po’ di tempo, ci siamo ascoltate e capite.
MD: “ Si, ogni interazione è unica. Insieme stiamo creando qualcosa di speciale”.
Le mani, ora unite, si scambiano un momento di silenziosa gratitudine, consapevoli della bellezza della loro connessione.
MS: (soddisfatta): “La comunicazione è un’arte. Ogni gesto, ogni presa, è un’opportunità per scoprire di più su noi stessi e sugli altri.”
Le mani rimangono unite, testimoni di un’esperienza condivisa, pronte a continuare il viaggio di esplorazione e consapevolezza.
Durante il nostro corso di coach e counseling, abbiamo l’opportunità di partecipare a un’ora di piscina guidata da Riccardo Manfredini, un’esperienza che si è rivelata molto più di un semplice momento di relax.
In acqua termale, abbiamo intrapreso un viaggio di scoperta del nostro corpo e delle nostre modalità di comunicazione, prendendo ogni volta coscienza dei nostri limiti e di quelli degli altri.
In un esercizio in particolare, ci è stato chiesto di prendere la mano dei nostri compagni: una mano che riceve e l’altra che offre.
E’ stato un esercizio semplice, ma potente e profondo.
Ho appoggiato la mia mano sinistra sul palmo della mano di una persona, e, in quella stretta, ho provato una sensazione di sicurezza e familiarità.
Quella stretta rappresentava per me un modo di comunicare che mi faceva sentire a mio agio.
Con l’altra persona invece, ho faticato a trovare una presa che mi soddisfacesse.
Insieme abbiamo provato ad esplorare diverse modalità di contatto, fino a trovare l’intreccio delle dita che ci faceva sentire entrambe bene.
Quella scoperta mi ha insegnato che la comunicazione è un viaggio di esplorazione, dove ogni persona ha il proprio modo di esprimersi.
Questa esperienza mi ha fatto riflettere su quanto è importante mettersi in ascolto attivo dell’altro. Non esiste una via unica per comunicare e comprendere, ma è fondamentale essere aperti e disponibili a ricevere ciò che l’altro ha da offrire.
Solo così possiamo costruire connessioni autentiche e significative.
Nel coach e nel counseling questo principio è fondamentale: ogni individuo ha il proprio linguaggio e le proprie modalità di espressione e, come coach, il nostro compito è di mettersi in ascolto attivo, accogliere e facilitare il percorso di crescita di ciascuno.