AMOR PROPRIO…due parole che mi “girano” in testa molto spesso in questi giorni…è facile identificarne il significato, lo dice la parola stessa …ma lo stesso mi affido ad internet per il mio “tour di rito” e…non mi stupisco di trovare, nella mia ricerca, in queste due parole, delle connotazioni negative, perché molti l’associano alla parola egoismo. Eppure l’amor proprio è l’esatto opposto di egoismo….Sono egoista se sono amorevole verso me stesso/a? Se mi prendo cura di me? Se non mi giudico? Se metto la mia persona al primo posto? Oggi per me la risposta è semplice…ma perché ho fatto un lavoro su di me ed ho capito che AMARSI è il “trampolino” per la parola AMARE. L’AMORE VERSO SE STESSI è il “mazzo di chiavi” che ti consente di aprire “le porte” verso la CONSAPEVOLEZZADI TE STESSO….una delle prime chiavi che ho usato è stata quella con la targhetta “accoglienza”… AccoglierTI per come sei, accettandoTI nelle tue mille sfaccettature….senza giudizio, senza colpe….poi si sono susseguite altre chiavi ma questa credo sia stata la chiave per aprire la porta in assoluto più importante perché accoglierti e accettarti per come sei non è semplice, specie se si considera che noi siamo, verso noi stessi, i “giudici” più severi che emettono “condanne” irrevocabili…
E’ scontato dire che quasi sempre l’educazione che si riceve dice l’esatto opposto facendoti credere che per stare bene è necessario che gli altri siano al centro delle nostre attenzioni, del nostro tempo, delle nostre carinerie, dei nostri riguardi, dei nostri “mi dispiace”, “perdonami”, “grazie”, e via dicendo. Ci hanno insegnato (o inculcato?) che per essere “bravi” dobbiamo essere sensibili, attenti, generosi, disponibili…verso gli altri. Dobbiamo SEMPRE dimostrare di essere “abbastanza” per non venire scartati o non accettati…e il più delle volte non concediamo neanche una “sbirciatina” verso noi stessi.
Voglio portarvi un passo di un racconto che per me è stato ispirazionale, ancora oggi nel leggerlo mi vengono i brividi perché è da lì che è partito tutto. Tratto dalla storia di Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carrol, qui si racconta in modo semplice e chiaro cosa può accadere, quando in una relazione, manca l’amor proprio:
«Ma tu mi ami?» chiese Alice.
«No, non ti amo.» rispose il Bianconiglio.
Alice corrugò la fronte e iniziò a sfregarsi nervosamente le mani, come faceva sempre quando si sentiva ferita.
«Ecco, vedi? – disse il Bianconiglio – Ora ti starai chiedendo quale sia la tua colpa, perché non riesci a volerti almeno un po’ di bene, cosa ti renda così imperfetta, frammentata. Proprio per questo non posso amarti. Perché ci saranno dei giorni nei quali sarò stanco, adirato, con la testa tra le nuvole e ti ferirò. Ogni giorno accade di calpestare i sentimenti per noia, sbadataggine, incomprensione. Ma se non ti ami almeno un po’, se non crei una corazza di pura gioia intorno al tuo cuore, i miei deboli dardi si faranno letali e ti distruggeranno. La prima volta che ti ho incontrata ho fatto un patto con me stesso: mi sarei impedito di amarti fino a che non avessi imparato tu per prima a sentirti preziosa per te stessa. Perciò, Alice no, non ti amo. Non posso farlo.»
Concludo con una citazione di Oscar Wilde: “AMARE SE STESSI E’ L’INIZIO DI UNASTORIA D’AMORE LUNGA TUTTA LA VITA “
E’ scontato dire che quasi sempre l’educazione che si riceve dice l’esatto opposto facendoti credere che per stare bene è necessario che gli altri siano al centro delle nostre attenzioni, del nostro tempo, delle nostre carinerie, dei nostri riguardi, dei nostri “mi dispiace”, “perdonami”, “grazie”, e via dicendo. Ci hanno insegnato (o inculcato?) che per essere “bravi” dobbiamo essere sensibili, attenti, generosi, disponibili…verso gli altri. Dobbiamo SEMPRE dimostrare di essere “abbastanza” per non venire scartati o non accettati…e il più delle volte non concediamo neanche una “sbirciatina” verso noi stessi.
Voglio portarvi un passo di un racconto che per me è stato ispirazionale, ancora oggi nel leggerlo mi vengono i brividi perché è da lì che è partito tutto. Tratto dalla storia di Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carrol, qui si racconta in modo semplice e chiaro cosa può accadere, quando in una relazione, manca l’amor proprio:
«Ma tu mi ami?» chiese Alice.
«No, non ti amo.» rispose il Bianconiglio.
Alice corrugò la fronte e iniziò a sfregarsi nervosamente le mani, come faceva sempre quando si sentiva ferita.
«Ecco, vedi? – disse il Bianconiglio – Ora ti starai chiedendo quale sia la tua colpa, perché non riesci a volerti almeno un po’ di bene, cosa ti renda così imperfetta, frammentata. Proprio per questo non posso amarti. Perché ci saranno dei giorni nei quali sarò stanco, adirato, con la testa tra le nuvole e ti ferirò. Ogni giorno accade di calpestare i sentimenti per noia, sbadataggine, incomprensione. Ma se non ti ami almeno un po’, se non crei una corazza di pura gioia intorno al tuo cuore, i miei deboli dardi si faranno letali e ti distruggeranno. La prima volta che ti ho incontrata ho fatto un patto con me stesso: mi sarei impedito di amarti fino a che non avessi imparato tu per prima a sentirti preziosa per te stessa. Perciò, Alice no, non ti amo. Non posso farlo.»
Concludo con una citazione di Oscar Wilde: “AMARE SE STESSI E’ L’INIZIO DI UNASTORIA D’AMORE LUNGA TUTTA LA VITA “