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'Sé originario' di Tommaso Rizzi

19/1/2022

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Ho vissuto molti momenti di UP e DOWN nella mia vita. Lo ritenevo una cosa normale. Una caratteristica integrante di questi tempi. I momenti di UP sono quegli istanti dove ti senti all’altezza delle tue aspettative e di quelle degli altri. Ti senti competente, utile, carico. I momenti di DOWN si materializzano subito dopo. Manchi il bersaglio, non ti senti all’altezza e di conseguenza credi di essere incapace, incompetente, una nullità. Questo salire e scendere mi ha generato stress, stanchezza e dispendio di energia per poter tornare nel minor tempo possibile in quello stato di UP e riportarmi fedelmente a rispettare le aspettative mie e quelle degli altri. Dimostravo a tutti che era stato un incidente di percorso, un episodio fine a se stesso.
Con l’andare del tempo questo continuo salire e scendere, nel lavoro o nella vita privata, mi ha portato (inconsciamente) davanti ad un bivio. >COMPRENDERE< oppure >IGNORARE<.
Concedersi l’opportunità di COMPRENDERE, di capire, di approfondire e di cambiare, oppure, IGNORARE, cambiando lavoro, partner, amici e andare avanti.
Quando ho iniziato a farmi qualche domanda è stato il primo passo nella strada del COMPRENDERE. Provare a capire perché quello specifico pezzo del puzzle non si incastra dove DEVE incastrarsi.
Ed è qui che ho spezzato per un singolo istante questa inerzia, dove ho interrotto questo loop fatto di abitudini e compiti. Perché erroneamente ho pensato di avere un problema, quando in realtà non avevo alcun un problema!
Avevo dentro di me un quadro che raffigurava il mio Sé Ideale – l’IO POSITIVO - frutto del mio percorso, condizionato inevitabilmente da una serie di concetti e preconcetti creati da me stesso per sopravvivere nell’ambiente (famiglia, società, cultura) dove sono cresciuto. Queste idee hanno un nome e una provenienza ben specifica.
Giuseppe De Felice le chiama “Idee Pazze”, Robert Dilts le definisce “Terroristi Interni”. Nel linguaggio più comune: CONVINZIONI LIMITANTI. Come le definisce Dilts “non rispondono alla logica, non vengono concepite dalla realtà. Poiché non sappiamo cos’è effettivamente reale dobbiamo formarci una convinzione (questione di fede)”.
Si formano dentro di noi con un chiaro obbiettivo, si radicano e ci accompagnano per tutta la vita.
Un bambino strategicamente, fa di tutto per essere amato, accolto e rispettato dai propri genitori. Il bambino cerca con tutte le sue forze di sopravvivere e di far sopravvivere questo sistema. “SE” VADO BENE A SCUOLA, “ALLORA” I MIEI GENITORI SONO FELICI E MI VORRANNO BENE.
Il meccanismo del “se” – “allora” rende molto questo concetto. Quel bimbo, quell’essenza, rimane sempre dentro di te e crescendo appare un’altra figura. Quella del giudice. Estremamente severo, critico e giudicante. Ha messo a tacere il bimbo dentro di me con critiche e giudizi appartenenti alle mie convinzioni.
Questo mi ha portato verso quel Sé Ideale che consciamente ho accettato, ma che inconsciamente rifiuto.
Il bimbino ha lanciato ogni tipo di segnale possibile per farmi cogliere questa INCONGRUENZA tra il Sé Ideale e il Sé integro Originario. Qualcosa dentro di me brontolava, strideva.. il rumore delle unghie sulla lavagna che portano alla reazione spontanea di mettere le mani sulle orecchie, chiudere gli occhi. Si va avanti. Vivevo pensando che le aspettative che avevano gli altri su di me, andassero rispettate per semplice riconoscenza. Ma non ero felice. Con l’andare del tempo l’obbligo del DEVO ha fatto spazio alla potere del POSSO. Qualcosa ha iniziato a cambiare.
Ho riconosciuto queste convinzioni, le sto lasciando andare. Ma non da solo, il mio “Niño Divino” è sempre con me. Mi sta aiutando a dissolvere questa cortina di fumo e insieme stiamo rieducando questo giudice che oggi è meno severo e imperturbabile di un tempo. Il nostro obbiettivo è quello di poter avvertire in maniera più reale ed autentica il Sé originario, il Sé nucleare.
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