Partecipare alla Venice Night Trail è stata un'esperienza che mi ha insegnato molto sulla resilienza, sulla determinazione e sul potere della motivazione.
Nella primavera dell’anno 2021 ho ripreso a correre sugli argini e, insieme a una mia amica, abbiamo deciso di porci un obiettivo ambizioso: partecipare alla Venice Night Trail, una corsa notturna di 16 km attraverso le calli e i ponti di Venezia.
Ci siamo preparate con costanza, affrontando diversi tipi di terreno, ma non avevamo previsto le difficoltà specifiche di questo percorso: i ciottoli scivolosi e i 54 ponti da superare.
28 agosto 2021! Finalmente il grande giorno è arrivato. Siamo arrivate a Venezia cariche di entusiasmo, avvolte dall'energia della folla e dalla musica che scandiva l'attesa.
Avevamo stabilito una strategia: alternare 4 km di corsa e 4 di camminata, visto che non avevamo mai corso per 16 km consecutivi in allenamento. Tuttavia, dopo i primi 4 km di corsa, ci siamo guardate negli occhi e, senza bisogno di parole, abbiamo deciso di continuare a correre.
L'atmosfera era incredibile: ogni stradina e ogni piazza erano piene di persone che applaudivano e incitavano i partecipanti. Sentire il sostegno della gente ci dava energia, rendendo impossibile fermarsi. Il loro entusiasmo era il nostro carburante per continuare la corsa.
Tuttavia, intorno al tredicesimo chilometro, ho sentito il peso della fatica. Il mio corpo mi implorava di fermarmi, ma la mia amica non me lo permetteva. Con parole di incoraggiamento e una presenza costante, mi ha aiutata a spingermi oltre i miei limiti. Ho PENSATO di mollare, ma ho SCELTO di resistere, concentrando il mio pensiero solo sull’arrivo. E ce l'abbiamo fatta. Tagliare quel traguardo è stato un momento di pura gioia e soddisfazione.
Ripensando a questa esperienza, vedo chiaramente i principi del metodo HPM di Daniele Trevisan all'opera:
Questo metodo insegna che la nostra mente può spingerci oltre i limiti che crediamo invalicabili e che, con la giusta preparazione fisica e la giusta mentalità, possiamo affrontare qualsiasi sfida.
La Venice Night Trail non è stata solo una corsa, ma una lezione di vita: quando la fatica si fa sentire, la chiave è trovare dentro di sé (e intorno a sé) la forza per continuare e, soprattutto, condividere il cammino con chi ci sprona a dare il massimo.
In questo contesto di sfide e supporto, ho trovato che il metodo HPM (Human Performance Management) di Daniele Trevisan, si integra perfettamente con l’esperienza della corsa. Questo approccio si basa sull’idea che per ottimizzare le prestazioni umane, sia necessario mettere in campo le energie fisiche e mentali; le Micro e Macro Skill, I progetti concreti e la Vision.
Analizziamo i vari punti del metodo HPM rapportati alla mia gara di corsa.
ASPETTO FISICO
Nella corsa, l’importanza della preparazione fisica è cruciale. Ho iniziato a prepararmi per questa corsa mesi prima, seguendo un piano di allenamento che integrava resistenza, potenziamento e attività relazionale.
Andavo a correre tre volte a settimana, percorrendo 10 km insieme alla mia amica Rita. Nei giorni in cui non correvamo, facevamo esercizi di potenziamento muscolare e stretching.
ASPETTO MENTALE
Durante gli allenamenti e la gara, ho dovuto lottare con pensieri negativi e le tentazioni di arrendermi. Ho cercato di focalizzare la mia attenzione sugli obiettivi a breve termine, ad esempio, come raggiungere il prossimo chilometro, piuttosto che pensare alla distanza totale. Questo mi ha permesso di mantenere alta la motivazione e di gestire i momenti di stress.
ASPETTO RELAZIONALE
Come già evidenziato dalla mia esperienza con la mia amica Rita, il supporto sociale gioca un ruolo fondamentale nella resilienza. Il metodo HPM sottolinea l’importanza delle relazioni nel migliorare le prestazioni. Durante la corsa, sapere che non ero sola e di avere il supporto di qualcuno, mi ha dato una spinta in più. La resilienza quindi, non è solo una questione individuale, ma un fenomeno collettivo.
MICRO SKILL
Abbiamo cercato di riconoscere i segnali della stanchezza e di studiare delle strategie per affrontarli, come ad esempio, cambiare il ritmo della corsa a seconda della fatica e migliorare la modalità di respirazione,
Abbiamo sempre cercato di mantenere alta la motivazione puntando sulla possibilità di rassodare il nostro fisico e poter intraprendere altre bellissime corse.
Abbiamo deciso di correre insieme per il piacere di vederci, ma anche per supportarci e incoraggiarci reciprocamente.
Durante la corsa abbiamo sempre cercato di mantenere il focus sull’obiettivo finale: raggiungere il traguardo, nonostante le distrazioni (Venezia è sempre una bellissima città) e le tentazioni di fermarci nei momenti di crisi.
MACRO SKILL
Durante gli allenamenti e la gare, ho cercato di mantenere sempre un atteggiamento positivo per affrontare e superare le difficoltà.
Io e la mia amica abbiamo cercato di gestire lo stress della corsa, supportandoci a vicenda e lavorando sulla respirazione, cercando di mantenere un ritmo di corsa costante.
Abbiamo infine pianificato obiettivi chiari per tutto il tempo dell’allenamento e studiato di volta in volta, strategie per raggiungerli e superarli.
PROGETTI CONCRETI
Abbiamo iniziato i nostri allenamenti in due per supportarci a vicenda e abbiamo attuato un piano di corsa.
Abbiamo partecipato a qualche gara sociale per condividere esperienze di gruppo, coinvolgendo anche altri amici.
VISION
Crescita personale e collettiva. La resilienza non è solo un attributo individuale, ma un valore collettivo che si nutre di esperienze condivise e supporto reciproco.
E’ fondamentale creare una cultura in cui le sfide siano viste come un’opportunità di crescita e il supporto sociale come elemento imprescindibile per il successo .
E’ importante sottolineare che lo sport deve essere considerato un mezzo per sviluppare la resilienza, promuovendo uno stile di vita attivo e sano.
Mi piacerebbe che il concetto di resilienza fosse integrato nei progetti scolastici e nelle comunità sportive, formando individui capaci di affrontare le sfide della vita con determinazione e un atteggiamento positivo,
Nella primavera dell’anno 2021 ho ripreso a correre sugli argini e, insieme a una mia amica, abbiamo deciso di porci un obiettivo ambizioso: partecipare alla Venice Night Trail, una corsa notturna di 16 km attraverso le calli e i ponti di Venezia.
Ci siamo preparate con costanza, affrontando diversi tipi di terreno, ma non avevamo previsto le difficoltà specifiche di questo percorso: i ciottoli scivolosi e i 54 ponti da superare.
28 agosto 2021! Finalmente il grande giorno è arrivato. Siamo arrivate a Venezia cariche di entusiasmo, avvolte dall'energia della folla e dalla musica che scandiva l'attesa.
Avevamo stabilito una strategia: alternare 4 km di corsa e 4 di camminata, visto che non avevamo mai corso per 16 km consecutivi in allenamento. Tuttavia, dopo i primi 4 km di corsa, ci siamo guardate negli occhi e, senza bisogno di parole, abbiamo deciso di continuare a correre.
L'atmosfera era incredibile: ogni stradina e ogni piazza erano piene di persone che applaudivano e incitavano i partecipanti. Sentire il sostegno della gente ci dava energia, rendendo impossibile fermarsi. Il loro entusiasmo era il nostro carburante per continuare la corsa.
Tuttavia, intorno al tredicesimo chilometro, ho sentito il peso della fatica. Il mio corpo mi implorava di fermarmi, ma la mia amica non me lo permetteva. Con parole di incoraggiamento e una presenza costante, mi ha aiutata a spingermi oltre i miei limiti. Ho PENSATO di mollare, ma ho SCELTO di resistere, concentrando il mio pensiero solo sull’arrivo. E ce l'abbiamo fatta. Tagliare quel traguardo è stato un momento di pura gioia e soddisfazione.
Ripensando a questa esperienza, vedo chiaramente i principi del metodo HPM di Daniele Trevisan all'opera:
Questo metodo insegna che la nostra mente può spingerci oltre i limiti che crediamo invalicabili e che, con la giusta preparazione fisica e la giusta mentalità, possiamo affrontare qualsiasi sfida.
La Venice Night Trail non è stata solo una corsa, ma una lezione di vita: quando la fatica si fa sentire, la chiave è trovare dentro di sé (e intorno a sé) la forza per continuare e, soprattutto, condividere il cammino con chi ci sprona a dare il massimo.
In questo contesto di sfide e supporto, ho trovato che il metodo HPM (Human Performance Management) di Daniele Trevisan, si integra perfettamente con l’esperienza della corsa. Questo approccio si basa sull’idea che per ottimizzare le prestazioni umane, sia necessario mettere in campo le energie fisiche e mentali; le Micro e Macro Skill, I progetti concreti e la Vision.
Analizziamo i vari punti del metodo HPM rapportati alla mia gara di corsa.
ASPETTO FISICO
Nella corsa, l’importanza della preparazione fisica è cruciale. Ho iniziato a prepararmi per questa corsa mesi prima, seguendo un piano di allenamento che integrava resistenza, potenziamento e attività relazionale.
Andavo a correre tre volte a settimana, percorrendo 10 km insieme alla mia amica Rita. Nei giorni in cui non correvamo, facevamo esercizi di potenziamento muscolare e stretching.
ASPETTO MENTALE
Durante gli allenamenti e la gara, ho dovuto lottare con pensieri negativi e le tentazioni di arrendermi. Ho cercato di focalizzare la mia attenzione sugli obiettivi a breve termine, ad esempio, come raggiungere il prossimo chilometro, piuttosto che pensare alla distanza totale. Questo mi ha permesso di mantenere alta la motivazione e di gestire i momenti di stress.
ASPETTO RELAZIONALE
Come già evidenziato dalla mia esperienza con la mia amica Rita, il supporto sociale gioca un ruolo fondamentale nella resilienza. Il metodo HPM sottolinea l’importanza delle relazioni nel migliorare le prestazioni. Durante la corsa, sapere che non ero sola e di avere il supporto di qualcuno, mi ha dato una spinta in più. La resilienza quindi, non è solo una questione individuale, ma un fenomeno collettivo.
MICRO SKILL
Abbiamo cercato di riconoscere i segnali della stanchezza e di studiare delle strategie per affrontarli, come ad esempio, cambiare il ritmo della corsa a seconda della fatica e migliorare la modalità di respirazione,
Abbiamo sempre cercato di mantenere alta la motivazione puntando sulla possibilità di rassodare il nostro fisico e poter intraprendere altre bellissime corse.
Abbiamo deciso di correre insieme per il piacere di vederci, ma anche per supportarci e incoraggiarci reciprocamente.
Durante la corsa abbiamo sempre cercato di mantenere il focus sull’obiettivo finale: raggiungere il traguardo, nonostante le distrazioni (Venezia è sempre una bellissima città) e le tentazioni di fermarci nei momenti di crisi.
MACRO SKILL
Durante gli allenamenti e la gare, ho cercato di mantenere sempre un atteggiamento positivo per affrontare e superare le difficoltà.
Io e la mia amica abbiamo cercato di gestire lo stress della corsa, supportandoci a vicenda e lavorando sulla respirazione, cercando di mantenere un ritmo di corsa costante.
Abbiamo infine pianificato obiettivi chiari per tutto il tempo dell’allenamento e studiato di volta in volta, strategie per raggiungerli e superarli.
PROGETTI CONCRETI
Abbiamo iniziato i nostri allenamenti in due per supportarci a vicenda e abbiamo attuato un piano di corsa.
Abbiamo partecipato a qualche gara sociale per condividere esperienze di gruppo, coinvolgendo anche altri amici.
VISION
Crescita personale e collettiva. La resilienza non è solo un attributo individuale, ma un valore collettivo che si nutre di esperienze condivise e supporto reciproco.
E’ fondamentale creare una cultura in cui le sfide siano viste come un’opportunità di crescita e il supporto sociale come elemento imprescindibile per il successo .
E’ importante sottolineare che lo sport deve essere considerato un mezzo per sviluppare la resilienza, promuovendo uno stile di vita attivo e sano.
Mi piacerebbe che il concetto di resilienza fosse integrato nei progetti scolastici e nelle comunità sportive, formando individui capaci di affrontare le sfide della vita con determinazione e un atteggiamento positivo,