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'Padroni, schiavi o vittime delle proprie emozioni? di Lorenzo Savioli

29/3/2018

1 Comment

 
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Quanto siamo consapevoli delle nostre emozioni? Quanto ci lasciamo influenzare e governare da esse?
Quante volte capita di reagire di impulso sulla base delle emozioni del momento e, specie se negative, poi pentirsene?
 
Le emozioni sono una delle forze motrici piu` potenti dell`essere; sono essenza, forma, interazione.
Nascono dal profondo, emergono con forza, determinano le nostre azioni.
In ogni istante percepiamo diversi aspetti della realta` e delle persone che ci circondano.
Cio` che filtriamo, quello su cui ci focalizziamo piu` o meno consciamente, determina poi il nostro stato emotivo, le nostre sensazioni, le nostre emozioni.
 
Le emozioni riguardano quindi mente e corpo; sono una espressione dell`interazione tra noi e il mondo. Le emozioni sono anche utili ed essenziali per la sopravvivenza, predispongo il nostro corpo a combattere o fuggire. Quando qualcosa ci tocca nel profondo ci emozioniamo, sia in positivo che in negativo.
 
L`essere umano e` emozione in ogni istante della sua vita.
L`azione senza emozione e` sterile, l`emozione senza azione e` immobilita dell`essere.
Da qui l`origine del termine emozione, dal latino e-movere ossia andare verso.
 
Il problema nasce quando ci lasciamo dominare troppo dalle nostre emozioni e, specie se negative, ci lasciamo travolgere da esse agendo di impulso. In tal caso il pericolo e` quello di entrare in una spirale negativa e deleteria sia per la mente che per il corpo, mettendo a volte in crisi il nostro rapporto con il mondo, con gli altri e con noi stessi.
 
Come fare quindi per riconoscere al meglio le nostre emozioni e non farci governare da esse ma utilizzarle in modo produttivo per noi stessi e per gli altri?
 
Il primo passo e` ascolto e riconoscimento.
Un ascolto attivo, consapevole, non giudicante.
Riconoscere la propria emotivita` permette di liberare, far emergere e far fluire le noste emozioni, positive o negative che siano. Quando questo non accade una potentissima energia fisica e psichica rimane intrappolata dentro di noi causando malessere, tensione, evitamento.
Una domanda utile da prosi in questi casi e`:
“Cosa sto sentendo in questo momento?”
E` un po` come fare uno screening a livello esteriore e interiore per percepire lo stato del nostro corpo e della nostra mente.
 
Il passo successivo e` accettazione.
Tanto piu` una emozione e` forte tanto piu significa che cio` che la provoca e` potente, strettamente e intimamente connesso con le nostre piu` profodne convinzioni, i nostri valori, la nostra identia`.
Accettare le proprie emozioni significa accettare se stessi, dare riconoscimento all`espressione del proprio Io, mettersi in comunicazione con il nostro lato piu` profondo e veritiero.
Significa accettare noi stessi per come siamo e non per come dovremmo essere.
 
Come fare quindi per essere sempre piu` padroni delle nostre emozioni e non lasciarsi coinvolgere da esse soprattutto se negative?
 
Una domanda utile soprattutto nel caso di emozioni negative e` la seguente:
”Quale e` lo scopo di questa emozione?”
 
Ad esempio se fossi in una situazione in cui riconosco di provare paura potrei chiedermi: “Quale e` lo scopo del provare paura in questo momento? Cosa mi sta comunicando il mio piu` profondo essere?”
Oppure se mi sono appena arrabbiato potrei chidermi: “Quale e` lo scopo di provare rabbia in questo momento?”
Non ci sono risposte giuste o sbagliate a queste domande e ognuno di noi avra` sicuramente la sua risposta.
Spesso si consiglia di non prendere decisioni importanti in momenti di forte coinvolgimento emotivo proprio per dare il tempo necessario alle emozioni di emergere, sfogarsi, essere comprese, rielaborate e a volte ristrutturate.
 
Porsi la domanda permette al lato emotivo di dialogare con il nostro lato piu` razionale, permette di creare uno scambio costruttivo tra i due e di allentare la tensione emotiva del momento.
 
Una emozione positiva ci carica di energia, ci raffoza, ci fa sentire vivi, allineati.
Una emozione negativa ci carica di tensione, ci prosciuga interiormente, provoca disallineamento.
Analizzando una emozione negativa ci accorgiamo pero` di quanto, in realta`, questa sia strettamente collegata al mancato soddisfacimento di un bisogno, convinzione, valore che riteniamo invece importante per noi stessi. Ad esempio ci arrabbiamo, quando qualcuno fa qualcosa che e` contro i nostri principi, i nostri valori.
 
Il passo finale e l`azione.
Un` azione che scaturisce da comprensione, dialogo, integrazione.
Un` azione che nasce dalle nostre piu` profonde convinzioni, dai nostri valori, dalla nostra identita`.
Un` azione che nasce dalla comprensione dell`emozione stessa e che va a preservare il lato positivo di essa, che va a riaffemare i nostri principi, il nostro essere.
Si tratta dei fare una scelta, una scelta consapevole.
Scegliere se, di fronte ad una emozione ad esempio di rabbia reagire con altra rabbia, violenza interiore oppure capire cosa invece questa rabbia vuole affermare, preservare, dichiarare.
Questa azione comporta una crescita, l’impulso distruttivo lascia spazio ad un impulso costruttivo sia per noi che per l’altro.
 
E tu sei pardone, schiavo, o vittima delle tue emozioni?
 
Copyright Lorenzo Savioli anteprima editoriale riservata
​
1 Comment
dario
21/8/2019 01:02:17 am

grande...hai scritto tutto il mio pensiero e la mia logica,a cui sono arrivato praticamente da solo...io aggiungerei un altra domanda,autoriflessiva dopo la seconda che hai citato..e cioè : voglio permettere che questa emozione condizioni il mio comportamento o le mie decisioni ???

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