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Non sai cosa fare? Non sappiamo cosa fare? Scrivendo, si può chiarire che cosa fare! Un esempio personale' di Lorenzo Manfredini

21/2/2021

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Non sai cosa fare, non sai come cominciare. Non sai come procedere. Sei impantanato in progetti da cui ti senti in trappola. Comincia da qui!
Quante volte ci ritroviamo a chiederci: cosa faccio adesso?
Non è che manchino le cose da fare, anzi, ma che strada prendere se non si sa dove andare?
Non basta fare. Anche se le cose sono sempre tante e quando incombono serve una discreta energia per smaltirle, occorre individuare una strada. La mia, la tua, la nostra. Altrimenti la strada la decidono gli altri o le circostanze e a un certo punto si respira male in un territorio dai colori stonati.

Partiamo dai fondamentali: fare, va bene. Essere produttivi, va bene. Le attiività devono essere messe in fila e completate, va bene. L’autocontrollo va bene, serve per non procrastinare. Ma occorrono due altre cose basilari che illuminano il percorso: 1. avere uno scopo più elevato che guidi le nostre azioni e 2. percepire, una volta realizzate, un piccolo o grande brivido di soddisfazione e felicità.

Sintetizziamo: non basta fare o sopravvivere per avere uno scopo nella vita, prima o poi la segnaletica interiore ci confonde.

Occorre avere uno scopo elevato, sentire che quello che facciamo muove emozioni che ci fanno appassionare, e soddisfazioni che alimentano la nostra creatività.

Ti faccio un esempio personale. Ho completato un sacco di progetti (corsi) che mi hanno affascinato nella vita e adesso devo capire che forma dar loro, come divulgarli e soprattutto se è ciò che veramente voglio.
Farli fruttare, mettendoli a disposizione di persone e professionisti, o semplicemente riprodurli per figli e nipoti alla scadenza della vita?
Ecco sono qui, con una decisione e una direzione da prendere.

I valori che mi hanno accompagnato nel lavoro nell’ultimo periodo sono stati: realizzazione, creatività e ricerca.
E mi dico, questo lockdown è stato ricchissimo di stimoli.
Fare quello che ho fatto in questo periodo, mi ha dato soddisfazione e piacere nell’aver prodotto qualcosa di assolutamente inedito per me. Una bella sfida.

Ma qual è lo scopo più ‘alto’, di cui sono alla ricerca in questo periodo?
Se mi guardo indietro, uno scopo martellante l’ho trovato nella realizzazione di obiettivi: sport, studio, professione, famiglia, associazioni, scrittura. Oggi psicoterapia, formazione, video corsi.

Qual è il disegno che emerge dai pezzi di questo puzzle?
Quali sono le costanti che mi hanno guidato e da cui ho tratto utili insegnamenti?

Posso riassumerli in questo:
  • Puntare un obiettivo e raggiungerlo, a qualsiasi costo. Penso allo sport e allo studio.
  • Fare qualcosa ‘adesso, ora’, non si sa mai (ricordo la patente degli autobus, mai usata o della patente nautica, ancora da usare).
  • Seguire il mio intuito (nei momenti difficili: separazioni, lutti, fallimenti, sapendo cogliere segnali interiori; e nei momenti gratificanti: matrimoni, figli, realizzazioni, sapendo chi seguire, dentro e fuori, e scegliendo buone guide)
  • Accettare quello che viene, traducendolo in azioni costruttive, senza perdermi d’animo, nei fallimenti di cui sono stato testimone, e altre cose che al momento mi sfuggono.
Ma qual è stata la costante in tutto questo? E’ stata la realizzazione! Portare a termine qualcosa e farlo crescere.
E che cosa mi ha fatto bene, facendo questo? Cosa mi ha dato piacere e soddisfazione? Dare alle cose una forma e farle muovere, danzare. Lanciare il sasso nell’acqua per vederne le onde e la loro propagazione.
Se penso a questo, la cosa che unisce la mia ricerca è la meditazione.
La mia frase guida allora può essere questa: ‘meditare sulle cose e vederne l’espansione’.

Rumble, rumble. Sai cosa cosa ho capito oggi, scrivendo e riflettendo?
​
Che scrivere e riflettere invita a fare: comincio a mettere on line le mie iniziative con lo scopo di vederle diffondere. Non importa se tanto o poco. Quello che viene andrà bene.
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