Si dice che ogni viaggio finisce con una tappa memorabile, e il nostro Master 17 non ha fatto eccezione. È stato come l'ultimo atto di una pièce teatrale: denso, emozionante, ironico, con momenti in cui ci siamo chiesti se ne saremmo mai usciti vivi (o asciutti) – sì, sudore e tensione inclusi – ma alla fine, che spettacolo!
Abbiamo iniziato con il piede ben piantato nel terreno delle nostre ambizioni. “Mettere a terra gli obiettivi”, ci dicevano, e noi lì, con lo sguardo di chi cerca di capire come atterrare su un pianeta che ancora non ha una gravità definita. Ma poi, passo dopo passo, teoria dopo teoria, siamo diventati mappatori di complessità. Abbiamo esplorato il tema dell'autostima con Dino, come archeologi in cerca di antiche certezze.
Ci siamo confrontati, attraverso Gaia e Valentina, con l'ADHD e i suoi mille volti, cercando non solo di capirlo, ma di sentire cosa significa vivere dentro quel flusso rapido, turbolento eppure così unico.
E come dimenticare l'apnea curativa? Con Riccardo, in quel silenzio liquido, dove il corpo si abbandona e la mente finalmente respira, abbiamo scoperto un nuovo modo di lasciare andare. Ci siamo immersi, letteralmente, nelle profondità del rilassamento, provando sensazioni catartiche, rigeneranti e liberatorie.
La comunicazione, ah, quante insidie quando si lavora con i ragazzi! Tramite Sabina, abbiamo imparato a stare attenti a ogni sfumatura, perché ogni parola può essere una piuma o un macigno. Poi il Baskin, attraverso Silvia, con le sue regole inclusive e l'entusiasmo contagioso, ci ha insegnato che lo sport è un linguaggio universale che supera barriere e crea legami straordinari.
L' esercizio immersivo di percezione? Alessandro ci ha ricordato che la percezione non è mai univoca: “Il mondo che vediamo non è quello che è, ma quello che ci permettiamo di percepire” . Con lui, abbiamo imparato ad osservare le sfumature, a cogliere il sottile filo tra realtà e interpretazione. Il suo contributo ha acceso una scintilla di curiosità che ora ci accompagna ovunque: ogni dettaglio nasconde una storia, ogni sguardo una possibilità di comprensione.
Il massaggio e il contatto? Cinzia ha portato un'energia rassicurante e trasformativa: “Il corpo è il nostro primo linguaggio, e toccarlo con consapevolezza significa ascoltarlo con rispetto”. Le sue mani ci hanno accompagnato a leggere ciò che le parole spesso tacciono, regalandoci un momento di abbandono profondo, rigenerante, che ci ha fatto sentire più vivi, più autentici, più presenti.
E poi Nadia, con il risveglio bioenergetico, ci ha fatto danzare con la vita stessa. La sua energia contagiosa ci ha ricordato che il corpo è un ponte tra terra e cielo, e che risvegliare ogni cellula significa risvegliare un po' anche l'anima.
Tre voci diverse, tre contributi speciali che hanno reso il nostro Master 17 un'esperienza davvero unica. Ognuno di loro ci ha lasciato qualcosa: uno sguardo nuovo, un tocco di consapevolezza, un movimento che ci spinge verso il futuro.
Ma non sono mancati i momenti di pura adrenalina. Esami, presentazioni, domande a raffica che sembravano uscite da un quiz show – non proprio spietato, ma quasi! La tensione era palpabile: qualcuno stringeva la penna come un'ancora di salvezza, altri sfoggiavano sorrisi tremanti e una certa umidità sotto le ascelle (inevitabile, inutile negarlo). Eppure, nonostante tutto, abbiamo ballato. Non solo metaforicamente: alla fine, il mix di gioia e sollievo ci ha trasformati in veri e propri ballerini della resilienza.
La gestione del conflitto, con il conflict coaching di Cosimo, ci ha dato l'ultimo spunto per affrontare il mondo con nuovi strumenti: più sicuri, più consapevoli, più efficaci.
E poi il gran finale: la consegna dei diplomi. C'è qualcosa di magico nel tenere in mano quel pezzo di carta. Non è solo un attestato, è la prova tangibile che siamo cresciuti, cambiati, trasformati. Gli abbracci hanno sigillato il momento: sinceri, calorosi, indimenticabili.
Alla fine, ci siamo salutati con uno di quei sorrisi che dice tutto senza bisogno di parole. Eravamo stanchi, certo, ma anche incredibilmente soddisfatti. E soprattutto, eravamo consapevoli di una cosa: questo Master 17 non è stato solo un percorso, è stata un'esperienza che porteremo nel cuore, nello zaino delle nostre competenze e nei nostri progetti futuri.
E ora, il sipario cala. Ma solo per un attimo. Perché il bello di questi viaggi è che in realtà non finisce mai. Ogni abbraccio è un arrivederci, ogni diploma un nuovo inizio, ogni sorriso un modo per dire: ci vediamo là fuori, dove continueremo a crescere e a fare la differenza.
A gennaio si prosegue con l’M18! Buon viaggio e buone Feste a Tutti!
Abbiamo iniziato con il piede ben piantato nel terreno delle nostre ambizioni. “Mettere a terra gli obiettivi”, ci dicevano, e noi lì, con lo sguardo di chi cerca di capire come atterrare su un pianeta che ancora non ha una gravità definita. Ma poi, passo dopo passo, teoria dopo teoria, siamo diventati mappatori di complessità. Abbiamo esplorato il tema dell'autostima con Dino, come archeologi in cerca di antiche certezze.
Ci siamo confrontati, attraverso Gaia e Valentina, con l'ADHD e i suoi mille volti, cercando non solo di capirlo, ma di sentire cosa significa vivere dentro quel flusso rapido, turbolento eppure così unico.
E come dimenticare l'apnea curativa? Con Riccardo, in quel silenzio liquido, dove il corpo si abbandona e la mente finalmente respira, abbiamo scoperto un nuovo modo di lasciare andare. Ci siamo immersi, letteralmente, nelle profondità del rilassamento, provando sensazioni catartiche, rigeneranti e liberatorie.
La comunicazione, ah, quante insidie quando si lavora con i ragazzi! Tramite Sabina, abbiamo imparato a stare attenti a ogni sfumatura, perché ogni parola può essere una piuma o un macigno. Poi il Baskin, attraverso Silvia, con le sue regole inclusive e l'entusiasmo contagioso, ci ha insegnato che lo sport è un linguaggio universale che supera barriere e crea legami straordinari.
L' esercizio immersivo di percezione? Alessandro ci ha ricordato che la percezione non è mai univoca: “Il mondo che vediamo non è quello che è, ma quello che ci permettiamo di percepire” . Con lui, abbiamo imparato ad osservare le sfumature, a cogliere il sottile filo tra realtà e interpretazione. Il suo contributo ha acceso una scintilla di curiosità che ora ci accompagna ovunque: ogni dettaglio nasconde una storia, ogni sguardo una possibilità di comprensione.
Il massaggio e il contatto? Cinzia ha portato un'energia rassicurante e trasformativa: “Il corpo è il nostro primo linguaggio, e toccarlo con consapevolezza significa ascoltarlo con rispetto”. Le sue mani ci hanno accompagnato a leggere ciò che le parole spesso tacciono, regalandoci un momento di abbandono profondo, rigenerante, che ci ha fatto sentire più vivi, più autentici, più presenti.
E poi Nadia, con il risveglio bioenergetico, ci ha fatto danzare con la vita stessa. La sua energia contagiosa ci ha ricordato che il corpo è un ponte tra terra e cielo, e che risvegliare ogni cellula significa risvegliare un po' anche l'anima.
Tre voci diverse, tre contributi speciali che hanno reso il nostro Master 17 un'esperienza davvero unica. Ognuno di loro ci ha lasciato qualcosa: uno sguardo nuovo, un tocco di consapevolezza, un movimento che ci spinge verso il futuro.
Ma non sono mancati i momenti di pura adrenalina. Esami, presentazioni, domande a raffica che sembravano uscite da un quiz show – non proprio spietato, ma quasi! La tensione era palpabile: qualcuno stringeva la penna come un'ancora di salvezza, altri sfoggiavano sorrisi tremanti e una certa umidità sotto le ascelle (inevitabile, inutile negarlo). Eppure, nonostante tutto, abbiamo ballato. Non solo metaforicamente: alla fine, il mix di gioia e sollievo ci ha trasformati in veri e propri ballerini della resilienza.
La gestione del conflitto, con il conflict coaching di Cosimo, ci ha dato l'ultimo spunto per affrontare il mondo con nuovi strumenti: più sicuri, più consapevoli, più efficaci.
E poi il gran finale: la consegna dei diplomi. C'è qualcosa di magico nel tenere in mano quel pezzo di carta. Non è solo un attestato, è la prova tangibile che siamo cresciuti, cambiati, trasformati. Gli abbracci hanno sigillato il momento: sinceri, calorosi, indimenticabili.
Alla fine, ci siamo salutati con uno di quei sorrisi che dice tutto senza bisogno di parole. Eravamo stanchi, certo, ma anche incredibilmente soddisfatti. E soprattutto, eravamo consapevoli di una cosa: questo Master 17 non è stato solo un percorso, è stata un'esperienza che porteremo nel cuore, nello zaino delle nostre competenze e nei nostri progetti futuri.
E ora, il sipario cala. Ma solo per un attimo. Perché il bello di questi viaggi è che in realtà non finisce mai. Ogni abbraccio è un arrivederci, ogni diploma un nuovo inizio, ogni sorriso un modo per dire: ci vediamo là fuori, dove continueremo a crescere e a fare la differenza.
A gennaio si prosegue con l’M18! Buon viaggio e buone Feste a Tutti!