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Domenica 5 febbraio ore 21 Sky tg24 presenta "zone di frontiera " di Tiziana Giorgi

11/2/2017

2 Comments

 
Foto
Insieme alla mia famiglia ho guardato e ascoltato per un pò il programma, ma in accodo perfetto abbiamo deciso di spengere il televisore.
Le immagini e le parole di quel programma hanno continuato a martellarmi la testa, anche il giorno dopo.
Sono stata male, ansia, dolore preoccupazione, e ... vergogna di essere italiana, perfino vergogna di appartenere alla razza umana.
Le immagini girate nella periferia di Milano, "zona di frontiera", uguale terra di nessuno.
Scippi, caccia all'uomo, furti, immondizia ovunque, uomini e donne che urlano la loro rabbia la loro voglia di sbranare per farsi spazio in un mondo senza regole, nel caos.
Il vanto di giovani, di soldi facili, si sentono furbi, "liberi" con l'uso e lo spaccio di droghe.
Madri che difendono i furti di moto, di figli di "buona famiglia" che si divertono un pò, "ragazzate", sono solo un pò annoiati!
Le madri di "Buona famiglia", mostrano con orgoglio, le figlie, giovani, belle, abiti firmati, le quali, deliziate dalla telecamera dicono: - l'importante in questa vita è l'immagine, una rughetta? Botox le tette cadono? Bisturi!
L'IMMAGINE???!!!!
Mi domando, mentre il dolore cresce, quanto possono essere dannosi questi programmi in prima serata, per gli adolescenti che si affacciano alla vita? Se lo sono per me che di vita ne ho gia trascorsa molta?
Le brutte immagini, i cattivi pensieri, si sommano ad altreimmagini, terrorismo, violenza, omicidio, vedo solo un mondo di "vuoti, che si muovono e si perdono, che sprecano la loro vita e non si accorgono dell'onore del dono di essere qui in questo pianeta fantastico.
Contenitori del nulla, che non lascieranno orme, come se non fossero mai passati.
Ho bisogno di liberare la mia testa, di fermarmi, di diventare "pietra" come mi insegna Lorenzo, per poi sentirmi "aria".
Nuove immagini si affacciano alla mia vista, resta la tristezza ma cresce la speranza.
C'è un altro popolo di "uomini" ed è più numeroso, un popolo silenzioso, che studia lavora, crea arte, musica, che fa ricerca, che accoglie che ascolta, che aiuta a "Crescere", e che ha voglia di "crescere" per migliorarsi e per aiutare altri a migliorarsi.
C'è un popolo di "uomini che si sentono parte di questa nostra terra, la amano la rispettano,
che ringraziano la madre per aver dato loro la vita, per potersi emozionare ogni giorno, ogni attimo che le è dato di respirare.
 
“Diluizione, vibrazione impercettibile, quella sensazione che talvolta, inaspettata proviene da luoghi talmente arcaici della nostra coscienza da spaventarci quasi...”
“In una lacrima scesa sul volto c'è la storia dell'umanità.”
“Madre terra, sorreggimi nel mio essere fragile mentre lascio che il tuo infinito mi avvolga.”
 
(frasi tratte da: Luoghi poetici. di Carlo Chechi - mio figlio, il pezzo più grande della mia meraviglia)

2 Comments
Maurizio Stagni
11/2/2017 12:58:59 pm

Cara Tiziana ciò che esponi è uno spaccato della società occidentale, dove quella italiana non fa eccezione. Una società con i suoi pregi e i suoi difetti, ma che si evolve o regredisce attraverso i componenti che ne fanno parte, cioè noi. Come scrivi nel tuo articolo, "Scippi, caccia all'uomo, furti, immondizia ovunque, uomini e donne che urlano la loro rabbia la loro voglia di sbranare per farsi spazio in un mondo senza regole, nel caos.
Il vanto di giovani, di soldi facili, si sentono furbi, "liberi" con l'uso e lo spaccio di droghe.
Madri che difendono i furti di moto, di figli di "buona famiglia" che si divertono un pò, "ragazzate", sono solo un pò annoiati!
Le madri di "Buona famiglia", mostrano con orgoglio, le figlie, giovani, belle, abiti firmati, le quali, deliziate dalla telecamera dicono: - l'importante in questa vita è l'immagine, una rughetta? Botox le tette cadono? Bisturi".
Siamo noi tutto ciò, creiamo noi questo mondo, passami il francesismo, di merda. Una cultura basata su principi che non hanno niente a che vedere con quel rispetto che tu citi nelle persone silenziose. Ora fuori da pistolotti filosofici, dal mio punto di vista, credo che abbiamo intrapreso un viaggio di non ritorno. Questo è il mondo in cui stiamo, questa è la società che ci siamo costruiti. D'altronde viviamo di tanto superfluo, molte cose che abbiamo nella vita di tutti i giorni sono un di più. Per cui le domande che mi faccio io sono, in cosa saremmo disposti a rinunciare per tornare ad uno stile di vita più sano, civile ed etico? Cosa siamo disposti a rinunciare per ritornare ad essere una razza animale che abbia un minimo di rispetto di se stessa e di ciò che ha attorno a se? Siamo disposti a insegnare alle generazioni future cosa sia il rispetto, il senso civico, una morale basata su quel buon senso che i nostri nonni, nonostante la loro poca cultura scolastica, avevano più di noi? Temo di no. Richiede impegno, fatica e perseveranza, tutto il contrario di quel mondo da te descritto. O siamo noi che decidiamo di fare qualcosa, concretamente, tutti i giorni in una costruzione lenta e faticosa di una cultura civile e matura, oppure continuiamo a girarci dall'altra parte. Proprio per quest'ultimo motivo ritengo che siamo in punto di non ritorno, perché è più semplice, ahimè, fare finta di niente.

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Tiziana Giorgi
13/2/2017 01:31:10 pm

Caro Maurizio, ti voglio ringraziare per la risposta al mio post.
le tue parole mi hanno fatto riflettere e ripercorrere il mio passato .Sono caduta molte volte e mi sono rialzata di nuovo, come tutti noi del resto,
per cercare di camminare sempre meglio, alla ricerca dell'equilibrio.
Il tempo dei nostri nonni è stato difficile e coraggioso, mio nonno ha percorso il suo viaggio attraverso due guerre , due cambiamenti d'epoca, mio padre, che non ho più, ne ha incontrata una , io che non sono più tanto giovane, ne ho sentito l'odore acre, da vicino, loro si sono rialzati, ed hanno affrontato il loro presente ed il loro futuro con coraggio e speranza, perchè non possiamo farlo noi? Le tue parole :-Siamo disposti ad insegnare alle generazioni future cosa sia il rispetto , il senso civico,il rispetto per se stessi e per ciò che ci circonda..... vorrei che non fosse una domanda , ma un'affermazione. non trovo sacrificio quando faccio qualcosa con amore, con entusiasmo e con speranza. Io credo che siamo non al punto di non ritorno , ma al punto di partenza, per un nuovo cambiamento , una nuova evoluzione, all'inizio sarà dura, tutto è confuso ma se nel piatto della bilancia mettiamo si il male che purtroppo esiste , ma in contrappeso il bene, il bello , la conoscenza , l'impegno , la perseveranza come dici anche tu, Il popolo silenzioso " come lo chiamo io , costruiremo un mondo migiore.
Un abbraccio , se posso.. Tiziana

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