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'Disturbo Bipolare e Counseling: Qui e Ora delle Famiglie' di Giada Ragone

3/7/2025

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Il disturbo bipolare si manifesta con oscillazioni dell’umore che vanno dalla fase depressiva a quella maniacale o ipomaniacale. Questi cambiamenti non riguardano solo l’umore, ma anche energia, pensieri, comportamenti e relazioni. Comprendere questo disturbo è il primo passo per fornire supporto concreto.
Affrontare il disturbo bipolare non è facile, né per chi ne soffre né per chi gli sta accanto. La diagnosi può portare sollievo, ma anche confusione e paura.
Vivere accanto a una persona con disturbo bipolare è un'esperienza intensa, una vera e propria altalena emotiva: da una parte il desiderio di aiutare una persona cara, dall’altra la frustrazione per non sapere come farlo nel modo giusto ricaduta dopo ricaduta. Amore, preoccupazione, senso di impotenza, frustrazione.
Chi ama tende istintivamente ad “assumersi tutto”, a voler proteggere, aggiustare, controllare. Ma questo carico emotivo può diventare insostenibile, soprattutto quando si perde di vista un aspetto fondamentale: dove finisce la responsabilità della famiglia e inizia quella del familiare affetto dal disturbo?
Cosa si può fare in prevenzione?
Il counseling può intervenire a supporto del disagio dei familiari, in prevenzione al possibile manifestarsi di disturbi psicologici strutturati o di carico emotivo cronico e opprimente.
Il counseling non tratta il disturbo, ma accompagna i familiari nel percorso di consapevolezza, gestione delle emozioni e sviluppo di confini sani. Per le famiglie, questo significa imparare a riconoscere ciò che è davvero nelle proprie possibilità – come il supporto affettivo, il dialogo costruttivo, l’invito alla cura – e ciò che invece appartiene all’altro: la responsabilità della terapia, delle scelte di vita, del percorso personale.
Un percorso con un counselor può aiutare i membri della famiglia a:
liberarsi dal senso di colpa per non poter “salvare” il proprio caro;
imparare a dire no senza sentirsi egoisti;
comunicare in modo più chiaro e rispettoso;
proteggere il proprio equilibrio emotivo;
sostenere senza sostituirsi.
Questa distinzione non è solo teorica: è un passaggio essenziale per evitare il logoramento emotivo, per non entrare in dinamiche disfunzionali e per poter essere un vero punto di riferimento, stabile e presente, senza perdersi.
In definitiva, il counseling offre alle famiglie uno spazio sicuro per fermarsi, riflettere, ricentrarsi. Perché aiutare davvero qualcuno significa anche sapersi prendere cura di sé.
Ricorda: non sei solo, e non sei sbagliato se ti senti stanco, confuso o sopraffatto. Stai facendo del tuo meglio, con il cuore pieno d’amore e la volontà di aiutare. Ma per sostenere qualcuno in difficoltà, è fondamentale essere radicati, lucidi e presenti.
Il counseling può essere il tuo alleato in questo cammino. Un sostegno concreto per ritrovare equilibrio, chiarezza e forza interiore. Perché prendersi cura di sé non è un lusso, è un atto d’amore, anche verso chi ti sta accanto.
Solo quando impariamo a riconoscere i nostri limiti, possiamo essere davvero di aiuto. E da quel punto in poi, il percorso si fa più leggero. Non facile, ma possibile.
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