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'Cosa resta?' di Carlo Chechi

30/5/2017

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Cosa rimarrebbe se non avessimo più nulla?
Cosa resterebbe se tutto ciò con cui ci identifichiamo sono le cose e venissero spazzate via?
Siamo cose? Le cose ci possiedono? Diamo un anima agli oggetti? Impregniamo la materia di valori e ricordi?
Si.
Ogni volta che ci identifichiamo in qualcosa ci frammentiamo, è come se piccoli pezzi del nostro essere fossero vincolati ad un oggetto esterno.
Tale oggetto però non è parte di noi, non ci appartiene e noi non apparteniamo a lui. Sappiamo che è destinato a deteriorarsi, perdere di importanza, dissolversi... e nel momento in cui scompare una piccola parte della nostra “anima” scompare con esso.
Ci stiamo illudendo che il nostro essere sia quello riflesso in migliaia di specchi, siamo diventati l'immagine nello specchio, ci siamo immedesimati nel nostro riflesso perdendo il contatto con il nostro vero SE, quello fuori dagli specchi, anzi lo Specchio con la S maiuscola, nel quale risiede la coscienza impersonale, come un cielo infinito nel quale i pensieri, paragonabili a nuvole passano senza lasciar traccia.
Parole di Osho in “Tantra”, dovremmo essere come un cielo, eterno ed imperturbabile accogliendo nuvole, temporali, piogge ma senza che essi lascino traccia.
Se ci lasciamo catturare dal vortice di pensieri, idee, convinzioni, identificazioni diventiamo le nuvole stesse e senza pace vagiamo nel cielo stesso del nostro essere.
È semplicemente un cambio di stato.
Semplice...
Cosa resta quindi?
Cosa resta quando ci spogliamo di tutto ciò che presumiamo di essere?
Quando anche l'ultimo strato di polvere viene spazzato via dal vento della consapevolezza?
Rimane un vuoto?
Un cielo senza orizzonti?
Un lago senza sponde?
Il respiro?
...la coscienza?

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